Concentrandosi sull’arco temporale compreso tra il 1952 e il 1970, ossia gli anni di governo del presidente della Repubblica egiziana Gamal ‘Abd al-Nasser, questo lavoro racconta come il pragmatismo politico e l’ideologia nasseriana riuscirono a preservare uno spazio d’azione per la comunità copta nel nuovo Egitto rivoluzionario. Quest’ultima cercò di mantenere i margini di partecipazione politica acquisiti negli anni precedenti grazie alla collaborazione instauratasi tra il patriarca Cirillo VI e il presidente. I primi anni repubblicani rappresentarono pertanto una sorta di “epoca d’oro” nei rapporti interconfessionali in Egitto; un periodo di rinascita, che sembrava sfumare le differenze confessionali nell’affermazione di un’unità nazionale pur significativamente marcata dalla primazia dell’islàm. Da questa prospettiva la comunità cristiana non appare più né quale vittima passiva di un islàm totalizzante, né come un testimone immobile, ridotta ormai a vivere al di fuori del proprio contesto storico, in una fedeltà ferma alle origini del cristianesimo. Al contrario, questo lavoro mette in evidenza l’agire della comunità copta, nella sua interazione con quella musulmana e con le istituzioni dello Stato, senza per questo trascurare le contraddizioni presenti al suo interno. Alla luce di questo percorso storico, gli anni Cinquanta e Sessanta rappresentano una bussola cognitiva per orientarsi nella lettura della storia della più grande comunità cristiana in Medio Oriente.
I copti nell’Egitto di Nasser. Tra politica e religione (1952-1970) / Melcangi, A. - (2017), pp. 1-272.
I copti nell’Egitto di Nasser. Tra politica e religione (1952-1970)
Melcangi A
2017
Abstract
Concentrandosi sull’arco temporale compreso tra il 1952 e il 1970, ossia gli anni di governo del presidente della Repubblica egiziana Gamal ‘Abd al-Nasser, questo lavoro racconta come il pragmatismo politico e l’ideologia nasseriana riuscirono a preservare uno spazio d’azione per la comunità copta nel nuovo Egitto rivoluzionario. Quest’ultima cercò di mantenere i margini di partecipazione politica acquisiti negli anni precedenti grazie alla collaborazione instauratasi tra il patriarca Cirillo VI e il presidente. I primi anni repubblicani rappresentarono pertanto una sorta di “epoca d’oro” nei rapporti interconfessionali in Egitto; un periodo di rinascita, che sembrava sfumare le differenze confessionali nell’affermazione di un’unità nazionale pur significativamente marcata dalla primazia dell’islàm. Da questa prospettiva la comunità cristiana non appare più né quale vittima passiva di un islàm totalizzante, né come un testimone immobile, ridotta ormai a vivere al di fuori del proprio contesto storico, in una fedeltà ferma alle origini del cristianesimo. Al contrario, questo lavoro mette in evidenza l’agire della comunità copta, nella sua interazione con quella musulmana e con le istituzioni dello Stato, senza per questo trascurare le contraddizioni presenti al suo interno. Alla luce di questo percorso storico, gli anni Cinquanta e Sessanta rappresentano una bussola cognitiva per orientarsi nella lettura della storia della più grande comunità cristiana in Medio Oriente.File | Dimensione | Formato | |
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