Questo libro raccoglie scritti di autori con competenze, provenienze e prospettive molto diverse: uno sguardo collettivo accomunato dalla passione per la musica di Benjamin Britten, che, malgrado gli apparenti riconoscimenti, risulta ancora poco presente nella cultura italiana. Particolare attenzione è riservata ad alcuni aspetti della sua produzione. Anzitutto Britten come compositore di musiche che, al di fuori di ogni logica d'appartenenza, dovevano e potevano parlare ad un ampio pubblico, e proprio per questo non furono amate dalle neoavanguardie, che non sostennero quanti come lui tentarono di instaurare con gli ascoltatori un dialogo lontano da rigidi manifesti e programmi. La sua musica cercò di essere sempre specchio del mondo: territorio ambiguo di anti-eroi dolenti in contrasto con la società e alla ricerca di un propria dignità; offerta catartica alla comunità di riferimento, attraverso il racconto di storie spesso oscure e tragiche; rito laico per la consacrazione di uno spazio di vita comunitaria, capace di pacificare i disastri del secondo conflitto mondiale. Quindi Britten quale creatore tra i massimi del teatro musicale del dopoguerra, in un'epoca di crisi del genere “opera”: tacciato di tradizionalismo, ritenuto obsoleto, accusato di “tecnicismo” e considerato un'anticaglia destinata all'oblio di fronte alle nuove seduzioni dell'elettronica. Sin dal trionfo di Peter Grimes, i percorsi dell'operato britteniano dialogarono in modo curioso, proficuo e intensissimo tanto con la contemporaneità elaborata in una nuova drammaturgia sonora, quanto con le molteplici eredità della cultura musicale mondiale. Infine Britten parte di una cerchia di giovani intellettuali ostracizzata dall’establishment, eppure desiderosa di trovare un contatto con esso: la cerchia di Wystan Hugh Auden, Stephan Spender e Christopher Isherwood, che parte non marginale ebbero nella formazione del compositore inglese.

Who can turn the skies back and begin again? Nove studi su Benjamin Britten / Heather, Wiebe; Christopher, Chowrimootoo; Daolmi, Davide; Cecchi, Alessandro; Caputo, Simone; Federica, Marsico; Maras, Alessandro; Eugenio, Refini; Danieli, Giuliano; Hatzikiriakos, Alexandros M.. - (2015).

Who can turn the skies back and begin again? Nove studi su Benjamin Britten

DAOLMI, Davide;CECCHI, ALESSANDRO;Simone Caputo;Alessandro Maras;DANIELI, GIULIANO;Alexandros M. Hatzikiriakos
2015

Abstract

Questo libro raccoglie scritti di autori con competenze, provenienze e prospettive molto diverse: uno sguardo collettivo accomunato dalla passione per la musica di Benjamin Britten, che, malgrado gli apparenti riconoscimenti, risulta ancora poco presente nella cultura italiana. Particolare attenzione è riservata ad alcuni aspetti della sua produzione. Anzitutto Britten come compositore di musiche che, al di fuori di ogni logica d'appartenenza, dovevano e potevano parlare ad un ampio pubblico, e proprio per questo non furono amate dalle neoavanguardie, che non sostennero quanti come lui tentarono di instaurare con gli ascoltatori un dialogo lontano da rigidi manifesti e programmi. La sua musica cercò di essere sempre specchio del mondo: territorio ambiguo di anti-eroi dolenti in contrasto con la società e alla ricerca di un propria dignità; offerta catartica alla comunità di riferimento, attraverso il racconto di storie spesso oscure e tragiche; rito laico per la consacrazione di uno spazio di vita comunitaria, capace di pacificare i disastri del secondo conflitto mondiale. Quindi Britten quale creatore tra i massimi del teatro musicale del dopoguerra, in un'epoca di crisi del genere “opera”: tacciato di tradizionalismo, ritenuto obsoleto, accusato di “tecnicismo” e considerato un'anticaglia destinata all'oblio di fronte alle nuove seduzioni dell'elettronica. Sin dal trionfo di Peter Grimes, i percorsi dell'operato britteniano dialogarono in modo curioso, proficuo e intensissimo tanto con la contemporaneità elaborata in una nuova drammaturgia sonora, quanto con le molteplici eredità della cultura musicale mondiale. Infine Britten parte di una cerchia di giovani intellettuali ostracizzata dall’establishment, eppure desiderosa di trovare un contatto con esso: la cerchia di Wystan Hugh Auden, Stephan Spender e Christopher Isherwood, che parte non marginale ebbero nella formazione del compositore inglese.
2015
Musical theatre; contemporary music; english culture
Heather, Wiebe; Christopher, Chowrimootoo; Daolmi, Davide; Cecchi, Alessandro; Caputo, Simone; Federica, Marsico; Maras, Alessandro; Eugenio, Refini; ...espandi
06 Curatela::06a Curatela
Who can turn the skies back and begin again? Nove studi su Benjamin Britten / Heather, Wiebe; Christopher, Chowrimootoo; Daolmi, Davide; Cecchi, Alessandro; Caputo, Simone; Federica, Marsico; Maras, Alessandro; Eugenio, Refini; Danieli, Giuliano; Hatzikiriakos, Alexandros M.. - (2015).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1283780
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