Il romanzo umoristico negli anni del fascismo. Affermazione e crisi di un genere letterario

Il volume riunisce una ricerca di dottorato votata alla ricostruzione di un passaggio spesso trascurato del rapporto tra il comico, l'umorismo, la parodia, ecc. e la forma romanzo nel Novecento letterario italiano. Passaggio che si snoda in un territorio ambiguo, quello del genere del romanzo umoristico, che visse il suo exploit commerciale e artistico durante il Ventennio fascista, durante il quale si pose spesso – talvolta coscientemente e per ragioni di prudenza – a metà strada tra sperimentalismo metanarrativo/metalinguistico e intrattenimento puro, comunque mantenendo le distanze dal modello che a quell'altezza cronologica si potrebbe supporre imprescindibile, e cioè Pirandello. Tramite la parabola di autori come Achille Campanile, Cesare Zavattini, Giovannino Guareschi e altri, nonché attraverso l'analisi del contesto culturale e pubblicistico entro cui essi raggiunsero ampissimo successo, si vuole ricostruire una tappa – del tutto episodica e particolare – dell'evoluzione delle forme del comico nello sviluppo della narrativa italiana del Novecento.