L’articolo ha l’obiettivo di descrivere e problematizzare il modo in cui le pratiche psichiatriche si declinano nell’area nzema della Western Region (Distretto di Jomoro), in particolare alla luce della recente approvazione di una importante riforma nazionale in materia di salute mentale: il Mental Health Act 846/2012. Il Mental Health Act, accompagnato da un ampio dibattito pubblico, ha affrontato il grave problema dell’inadeguatezza delle istituzioni psichiatriche ghanesi (Roberts et al. 2013) promuovendo una riforma soprattutto sul piano del decentramento, del rispetto dei diritti umani, della lotta allo stigma e della collaborazione con i terapeuti “non ortodossi” (spirituali e tradizionali). Al fine di esplorare il senso che questi discorsi nazionali assumono in area nzema, l’articolo sarà incentrato sul ruolo di una specifica istituzione locale, il reparto psichiatrico dell’ospedale di Half Assini, e sulle pratiche dei diversi attori che la attraversano. Il reparto si configura come un’istituzione porosa e le pratiche degli infermieri che vi lavorano risultano essere interessanti soprattutto se osservate nel loro rapporto con l’esterno. Particolare attenzione verrà dunque riservata al modo in cui gli infermieri si relazionano con altri terapeuti attivi - e molto richiesti nell’area - nel campo della salute mentale: i guaritori spirituali (asɔfoɔ) che operano nei prayer camp. Approfondendo la natura di queste relazioni, si potrà rilevare che quell’incompatibilità tra risorse terapeutiche religiose e biomedicina che sembra trasparire - nonostante gli inviti alla cooperazione - dai discorsi nazionali è molto meno netta in area nzema. Dalla collaborazione di fatto tra guaritori e personale dell’ospedale emerge la possibilità di un dialogo tra le due dimensioni, un dialogo che non sembra però sufficiente a migliorare le condizioni di profonda difficoltà e sofferenza e di frequente abbandono che molti dei percorsi terapeutici delle persone incontrate nel corso della ricerca evidenziano. Un ruolo centrale in questo quadro è giocato dalle condizioni materiali e dalla bassa accessibilità dei servizi psichiatrici sul territorio: sono pochi coloro che possono permettersi il costo di recarsi assiduamente all’ospedale e di pagare le medicine necessarie. Teoricamente gratuiti, i farmaci psicotropi non vengono forniti in modo costante dal Ministero della Salute e dunque, per tentare di porre rimedio all’inadeguatezza strutturale dei propri servizi, gli infermieri si fanno “imprenditori” e si occupano attivamente della compravendita dei medicinali, privatizzando di fatto il sistema senza renderlo effettivamente più accessibile. I confini tra cura e mercato appaiono quindi ambigui e sfumati e la questione dell’accessibilità dei servizi psichiatrici si configura come un problema di primo piano, in un complesso gioco di interazioni con le diverse concezioni, eziologie, interpretazioni e terapie legate alla sofferenza mentale. Un contributo al dibattito pubblico sulla salute mentale in Ghana - si tenterà di sostenere nella conclusione dell’articolo- non può che partire, dunque, dal riconoscimento dell'ambiguità delle relazioni che si inscrivono nei corpi di chi soffre e di chi cura e, allo stesso tempo, dalla convinzione che le esperienze di dolore e di abbandono, oltre a meritare attenzione e rispetto, abbiano più di altre - parafrasando J. Biehl (2007, p. 81) - il potere di rivelare il modo in cui stanno cambiando nell’Africa contemporanea le relazioni familiari, la biomedicina e lo Stato.

Tra cura e mercato. La psichiatria nell’arena della salute mentale in area nzema / Draicchio, Cecilia. - (2019).

Tra cura e mercato. La psichiatria nell’arena della salute mentale in area nzema

Cecilia Draicchio
2019

Abstract

L’articolo ha l’obiettivo di descrivere e problematizzare il modo in cui le pratiche psichiatriche si declinano nell’area nzema della Western Region (Distretto di Jomoro), in particolare alla luce della recente approvazione di una importante riforma nazionale in materia di salute mentale: il Mental Health Act 846/2012. Il Mental Health Act, accompagnato da un ampio dibattito pubblico, ha affrontato il grave problema dell’inadeguatezza delle istituzioni psichiatriche ghanesi (Roberts et al. 2013) promuovendo una riforma soprattutto sul piano del decentramento, del rispetto dei diritti umani, della lotta allo stigma e della collaborazione con i terapeuti “non ortodossi” (spirituali e tradizionali). Al fine di esplorare il senso che questi discorsi nazionali assumono in area nzema, l’articolo sarà incentrato sul ruolo di una specifica istituzione locale, il reparto psichiatrico dell’ospedale di Half Assini, e sulle pratiche dei diversi attori che la attraversano. Il reparto si configura come un’istituzione porosa e le pratiche degli infermieri che vi lavorano risultano essere interessanti soprattutto se osservate nel loro rapporto con l’esterno. Particolare attenzione verrà dunque riservata al modo in cui gli infermieri si relazionano con altri terapeuti attivi - e molto richiesti nell’area - nel campo della salute mentale: i guaritori spirituali (asɔfoɔ) che operano nei prayer camp. Approfondendo la natura di queste relazioni, si potrà rilevare che quell’incompatibilità tra risorse terapeutiche religiose e biomedicina che sembra trasparire - nonostante gli inviti alla cooperazione - dai discorsi nazionali è molto meno netta in area nzema. Dalla collaborazione di fatto tra guaritori e personale dell’ospedale emerge la possibilità di un dialogo tra le due dimensioni, un dialogo che non sembra però sufficiente a migliorare le condizioni di profonda difficoltà e sofferenza e di frequente abbandono che molti dei percorsi terapeutici delle persone incontrate nel corso della ricerca evidenziano. Un ruolo centrale in questo quadro è giocato dalle condizioni materiali e dalla bassa accessibilità dei servizi psichiatrici sul territorio: sono pochi coloro che possono permettersi il costo di recarsi assiduamente all’ospedale e di pagare le medicine necessarie. Teoricamente gratuiti, i farmaci psicotropi non vengono forniti in modo costante dal Ministero della Salute e dunque, per tentare di porre rimedio all’inadeguatezza strutturale dei propri servizi, gli infermieri si fanno “imprenditori” e si occupano attivamente della compravendita dei medicinali, privatizzando di fatto il sistema senza renderlo effettivamente più accessibile. I confini tra cura e mercato appaiono quindi ambigui e sfumati e la questione dell’accessibilità dei servizi psichiatrici si configura come un problema di primo piano, in un complesso gioco di interazioni con le diverse concezioni, eziologie, interpretazioni e terapie legate alla sofferenza mentale. Un contributo al dibattito pubblico sulla salute mentale in Ghana - si tenterà di sostenere nella conclusione dell’articolo- non può che partire, dunque, dal riconoscimento dell'ambiguità delle relazioni che si inscrivono nei corpi di chi soffre e di chi cura e, allo stesso tempo, dalla convinzione che le esperienze di dolore e di abbandono, oltre a meritare attenzione e rispetto, abbiano più di altre - parafrasando J. Biehl (2007, p. 81) - il potere di rivelare il modo in cui stanno cambiando nell’Africa contemporanea le relazioni familiari, la biomedicina e lo Stato.
2019
In Ghana. Etnografie dallo Nzema
Ghana; Nzema; psichiatria; antropologia medica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Tra cura e mercato. La psichiatria nell’arena della salute mentale in area nzema / Draicchio, Cecilia. - (2019).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1275262
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