La politica internazionale italiana e l’ordine nel Mediterraneo ripercorre le principali tappe che hanno contraddistinto i rapporti internazionali della Libia dall’indipendenza fino alla guerra civile dei giorni nostri. L’autore mette in luce le dinamiche dell’attuale contrapposizione tra il sistema di potere creato dal colonnello Gheddafi e gli uomini all’ordine del Comitato nazionale di transizione insediatosi a Bengasi e sostenuto da una coalizione di Stati occidentali. In venti pagine sono individuate e condensate ragioni, timori e aspirazioni che muovono i principali attori attivi nel teatro bellico: Libia, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e, ovviamente, Italia. Ampio spazio è lasciato all’analisi delle posizioni, talvolta contraddittorie, assunte da Roma di fronte alle evoluzioni di una crisi che, volente o nolente, le ha imposto un ruolo da protagonista. Il quadro conclusivo che emerge è quello di un Paese che sembra non aver ancora definito le proprie priorità strategiche in uno scenario di guerra mutevole e dagli esiti pericoli ed incerti. Tuttavia «la complessità della situazione [… ] non è tale da inficiare la capacità di azione di un Paese che sappia dimostrarsi unito e, finalmente, in grado di declinare senza complessi la sua idea di “interesse nazionale".
La crisi della sovranità in Libia. Tra mutamento politico e fattori internazionali / Natalizia, G. - (2015), pp. 59-73.
La crisi della sovranità in Libia. Tra mutamento politico e fattori internazionali
Natalizia G
2015
Abstract
La politica internazionale italiana e l’ordine nel Mediterraneo ripercorre le principali tappe che hanno contraddistinto i rapporti internazionali della Libia dall’indipendenza fino alla guerra civile dei giorni nostri. L’autore mette in luce le dinamiche dell’attuale contrapposizione tra il sistema di potere creato dal colonnello Gheddafi e gli uomini all’ordine del Comitato nazionale di transizione insediatosi a Bengasi e sostenuto da una coalizione di Stati occidentali. In venti pagine sono individuate e condensate ragioni, timori e aspirazioni che muovono i principali attori attivi nel teatro bellico: Libia, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e, ovviamente, Italia. Ampio spazio è lasciato all’analisi delle posizioni, talvolta contraddittorie, assunte da Roma di fronte alle evoluzioni di una crisi che, volente o nolente, le ha imposto un ruolo da protagonista. Il quadro conclusivo che emerge è quello di un Paese che sembra non aver ancora definito le proprie priorità strategiche in uno scenario di guerra mutevole e dagli esiti pericoli ed incerti. Tuttavia «la complessità della situazione [… ] non è tale da inficiare la capacità di azione di un Paese che sappia dimostrarsi unito e, finalmente, in grado di declinare senza complessi la sua idea di “interesse nazionale".File | Dimensione | Formato | |
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