Il saggio analizza e discute il confronto fra tradizione e innovazione in atto nella cultura poetica italiana moderna (sette/primo-ottocentesca). Dopo una premessa nella quale si ipotizza (servendosi della testimonianza di Foscolo) una specificità italiana, si prende come esempio il topos della sepoltura, che ha avuto un ruolo cruciale nella storia della poesia italiana ed europea del Sette-Ottocento, e sembra oltretutto quasi incarnare il rapporto con la tradizione. Si isolano innanzitutto i tratti di un ‘complesso topico’ sepolcrale, che, a partire da Petrarca, rimane sostanzialmente coerente fino Tasso e Marino, con consistenti propaggini settecentesche. Se ne studiano poi le trasformazioni in un tragitto che, tenendo conto dell’impatto della poesia cimiteriale inglese (e degli effetti contaminanti della prosa), attraversa importanti traduzioni (Cesarotti, Monti), e poi ancora l’Alfieri lirico, Pindemonte e il Foscolo dei sonetti e dei Sepolcri. Si analizzano in ultimo alcuni esempi testuali in Leopardi e in Belli, mostrando come questi poeti riescano a trasformare il topos in modi diversi e originalissimi, l’uno rinnovando radicalmente dall’interno la tradizione, l’altro rovesciandola e sovvertendola.
Sittranzi grolia munni. La topica sepolcrale nella poesia italiana tra Sette e Ottocento (da Cesarotti a Belli) / D'Intino, Franco. - (2018), pp. 65-95.
Sittranzi grolia munni. La topica sepolcrale nella poesia italiana tra Sette e Ottocento (da Cesarotti a Belli)
Franco D'Intino
2018
Abstract
Il saggio analizza e discute il confronto fra tradizione e innovazione in atto nella cultura poetica italiana moderna (sette/primo-ottocentesca). Dopo una premessa nella quale si ipotizza (servendosi della testimonianza di Foscolo) una specificità italiana, si prende come esempio il topos della sepoltura, che ha avuto un ruolo cruciale nella storia della poesia italiana ed europea del Sette-Ottocento, e sembra oltretutto quasi incarnare il rapporto con la tradizione. Si isolano innanzitutto i tratti di un ‘complesso topico’ sepolcrale, che, a partire da Petrarca, rimane sostanzialmente coerente fino Tasso e Marino, con consistenti propaggini settecentesche. Se ne studiano poi le trasformazioni in un tragitto che, tenendo conto dell’impatto della poesia cimiteriale inglese (e degli effetti contaminanti della prosa), attraversa importanti traduzioni (Cesarotti, Monti), e poi ancora l’Alfieri lirico, Pindemonte e il Foscolo dei sonetti e dei Sepolcri. Si analizzano in ultimo alcuni esempi testuali in Leopardi e in Belli, mostrando come questi poeti riescano a trasformare il topos in modi diversi e originalissimi, l’uno rinnovando radicalmente dall’interno la tradizione, l’altro rovesciandola e sovvertendola.File | Dimensione | Formato | |
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