Le catastrofi hanno spesso un'incubazione molto lunga e più di un responsabile. Per queste ragioni non è possibile cogliere la complessità della vicenda giudiziaria conseguente al terremoto dell'Aquila se non si mettono da parte gli eccessi di semplificazione, i pregiudizi e la frettolosa ricerca di colpevoli. Questo volume si rivolge a chiunque abbia a cuore i problemi connessi alla gestione dei rischi naturali e le conoscenze necessarie per evitare che in futuro questi possano convertirsi in disastri. La condanna in primo grado dei sette esperti che parteciparono alla riunione della "Grandi Rischi" e l'assoluzione in appello per sei di loro evidenziano un problema che non riguarda solo la solidità dell'impianto accusatorio, ma anche il delicato rapporto tra scienza e giurisprudenza, tra attese dei cittadini esposti ai rischi e istituzioni chiamate a gestirli, tra percezione del rischio e azioni per ridurlo, tra operatori dei media e comunicazione istituzionale. La possibilità di interpretazioni divergenti delle norme e dei doveri degli attori coinvolti nella valutazione, gestione e comunicazione dei rischi mostra un insieme di conseguenze di sistema, potenzialmente negative per la sicurezza dei cittadini, che non hanno tardato a manifestarsi. Le analisi qui presentate evidenziano l'impossibilità che singole discipline si facciano carico da sole della complessità dei temi trattati, sottolineando la necessità di un approccio integrato e multidisciplinare. I contributi di sismologi, ingegneri, sociologi, giuristi, psicologi e giornalisti scientifici delineano accuratamente le criticità emergenti nei due processi, tratteggiando una prospettiva critica rispetto alle sentenze e propositiva rispetto al futuro.
Terremoti, comunicazione, diritto. Riflessioni sul processo alla "Commissione Grandi Rischi" / Amato, Alessandro; Cerase, Andrea; Galadini, Fabrizio. - (2015), pp. 1-376.
Terremoti, comunicazione, diritto. Riflessioni sul processo alla "Commissione Grandi Rischi"
Andrea Cerase
;
2015
Abstract
Le catastrofi hanno spesso un'incubazione molto lunga e più di un responsabile. Per queste ragioni non è possibile cogliere la complessità della vicenda giudiziaria conseguente al terremoto dell'Aquila se non si mettono da parte gli eccessi di semplificazione, i pregiudizi e la frettolosa ricerca di colpevoli. Questo volume si rivolge a chiunque abbia a cuore i problemi connessi alla gestione dei rischi naturali e le conoscenze necessarie per evitare che in futuro questi possano convertirsi in disastri. La condanna in primo grado dei sette esperti che parteciparono alla riunione della "Grandi Rischi" e l'assoluzione in appello per sei di loro evidenziano un problema che non riguarda solo la solidità dell'impianto accusatorio, ma anche il delicato rapporto tra scienza e giurisprudenza, tra attese dei cittadini esposti ai rischi e istituzioni chiamate a gestirli, tra percezione del rischio e azioni per ridurlo, tra operatori dei media e comunicazione istituzionale. La possibilità di interpretazioni divergenti delle norme e dei doveri degli attori coinvolti nella valutazione, gestione e comunicazione dei rischi mostra un insieme di conseguenze di sistema, potenzialmente negative per la sicurezza dei cittadini, che non hanno tardato a manifestarsi. Le analisi qui presentate evidenziano l'impossibilità che singole discipline si facciano carico da sole della complessità dei temi trattati, sottolineando la necessità di un approccio integrato e multidisciplinare. I contributi di sismologi, ingegneri, sociologi, giuristi, psicologi e giornalisti scientifici delineano accuratamente le criticità emergenti nei due processi, tratteggiando una prospettiva critica rispetto alle sentenze e propositiva rispetto al futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.