L’ordinamento italiano si è progressivamente arricchito di nuovi strumenti di articolazione del patrimonio. La recente introduzione nel corpo del codice civile dell’art. 2645-ter consente la realizzazione di destinazioni qualificate del patrimonio con la creazione di un vincolo che è reso opponibile ai terzi attraverso la trascrizione. Già da tempo, da quando l’Italia ha ratificato la Convenzione dell’Aja sul riconoscimento dei trust, aleggia il dubbio in ordine all’ammissibilità del trust interno, strumento tutto italiano che si aggiungerebbe a quelli già esistenti e che secondo alcuni sarebbe trascrivibile ai sensi dell’art. 2645-ter. E’ naufragato il recente tentativo di introdurre nel codice civile il contratto tipico di fiducia. Sono stati introdotti dalla riforma del diritto societario i patrimoni destinati ad uno specifico affare (art. 2447-bis e ss. c.c.). E ulteriori figure di separazione patrimoniale sono state inserite da leggi speciali in materia di operazioni finanziarie. Il sistema normativo si complica con le disposizioni fiscali e le altre normative, come la recente disciplina antiriciclaggio, rivelando così all’interprete e all’operatore professionale un complesso di regole non nitido e contraddistinto da troppe ombre, ombre che aumentano. Si pone pertanto con forza l’esigenza di cercare di individuare le linee di distinzione tra l’uno e altro istituto, ma al contempo di far emergere le potenzialità applicative di ciascun strumento, superando pregiudizi e timori che spesso non producono altro risultato che la paralizzazione del sistema.
Introduzione / Capaldo, Giuseppina. - (2010).
Introduzione
Giuseppina Capaldo
2010
Abstract
L’ordinamento italiano si è progressivamente arricchito di nuovi strumenti di articolazione del patrimonio. La recente introduzione nel corpo del codice civile dell’art. 2645-ter consente la realizzazione di destinazioni qualificate del patrimonio con la creazione di un vincolo che è reso opponibile ai terzi attraverso la trascrizione. Già da tempo, da quando l’Italia ha ratificato la Convenzione dell’Aja sul riconoscimento dei trust, aleggia il dubbio in ordine all’ammissibilità del trust interno, strumento tutto italiano che si aggiungerebbe a quelli già esistenti e che secondo alcuni sarebbe trascrivibile ai sensi dell’art. 2645-ter. E’ naufragato il recente tentativo di introdurre nel codice civile il contratto tipico di fiducia. Sono stati introdotti dalla riforma del diritto societario i patrimoni destinati ad uno specifico affare (art. 2447-bis e ss. c.c.). E ulteriori figure di separazione patrimoniale sono state inserite da leggi speciali in materia di operazioni finanziarie. Il sistema normativo si complica con le disposizioni fiscali e le altre normative, come la recente disciplina antiriciclaggio, rivelando così all’interprete e all’operatore professionale un complesso di regole non nitido e contraddistinto da troppe ombre, ombre che aumentano. Si pone pertanto con forza l’esigenza di cercare di individuare le linee di distinzione tra l’uno e altro istituto, ma al contempo di far emergere le potenzialità applicative di ciascun strumento, superando pregiudizi e timori che spesso non producono altro risultato che la paralizzazione del sistema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.