Relazioni che costruiscono spazi. Spazi che costruiscono relazioni. Echi dal Mercato Centrale di Firenze Cercherò di dare un ampio respiro al dibattito su spazio e agency (investigando sia “agentività” individuali che collettive) partendo da due ricerche (2013 – 2014) aventi entrambe come scenografia il Mercato Centrale di Firenze. Attraverso gli strumenti dell'antropologia e della geografia sociale intendo mostrare come spazio e azione e spazio e re-azione siano intimamente connessi nella ridefinizione e costruzione costante dello spazio pubblico. Il Mercato centrale, situato nel quartiere San Lorenzo, è insieme emblema dei recenti processi di spettacolarizzazione che hanno investito Firenze e presidio di un modello economico parzialmente superato dall'avvento dei supermercati e della grande distribuzione; rappresenta un punto d'osservazione privilegiato per cogliere le dinamiche sociali che caratterizzano il più ampio contesto urbano. Nello specifico, con la prima ricerca dimostrerò come l'organizzazione e conformazione fisica di alcuni banchi favorisca lo stringersi di una relazione di fiducia e reciprocità fra operatori del Mercato e clienti; mostrerò come tale relazione abbia una ricaduta positiva sugli stessi prodotti in vendita. Come controesempi proporrò i supermercati (dove il cliente è lasciato solo con il proprio bagaglio culturale) e altre tipologie di banchi ancora presenti nel Mercato ma strutturate diversamente. Con la seconda ricerca mostrerò come cambino nel tempo la prospettiva e lo stesso accesso al Mercato, da parte di un gruppo di studenti americani – identificabili come turisti stanziali –, come parziale conseguenza della loro mancata integrazione. Gli studenti infatti non riuscivano ad inserirsi totalmente nel tessuto cittadino poiché la loro rappresentazione ed autorappresentazione di “turisti” - che rifiutavano - li portava a sentirsi cittadini di serie B. Perciò, alcuni luoghi del centro storico, fra cui anche il Mercato, venivano percepiti come “ostili” poiché troppo compromessi dal turismo. Il Mercato, in quanto meta eminentemente turistica, veniva percepito come più caro e “non autenticamente fiorentino”. Concluderò mostrando i limiti e le contraddizioni dei processi di “museificazione” delle città e le potenziali ricadute negative del turismo di massa.
Spazi che costruiscono relazioni. Relazioni che costruiscono spazi. Echi dal Mercato Centrale di Firenze / Mazzanti, Chiara. - (2015), pp. 339-348.
Spazi che costruiscono relazioni. Relazioni che costruiscono spazi. Echi dal Mercato Centrale di Firenze
MAZZANTI, Chiara
2015
Abstract
Relazioni che costruiscono spazi. Spazi che costruiscono relazioni. Echi dal Mercato Centrale di Firenze Cercherò di dare un ampio respiro al dibattito su spazio e agency (investigando sia “agentività” individuali che collettive) partendo da due ricerche (2013 – 2014) aventi entrambe come scenografia il Mercato Centrale di Firenze. Attraverso gli strumenti dell'antropologia e della geografia sociale intendo mostrare come spazio e azione e spazio e re-azione siano intimamente connessi nella ridefinizione e costruzione costante dello spazio pubblico. Il Mercato centrale, situato nel quartiere San Lorenzo, è insieme emblema dei recenti processi di spettacolarizzazione che hanno investito Firenze e presidio di un modello economico parzialmente superato dall'avvento dei supermercati e della grande distribuzione; rappresenta un punto d'osservazione privilegiato per cogliere le dinamiche sociali che caratterizzano il più ampio contesto urbano. Nello specifico, con la prima ricerca dimostrerò come l'organizzazione e conformazione fisica di alcuni banchi favorisca lo stringersi di una relazione di fiducia e reciprocità fra operatori del Mercato e clienti; mostrerò come tale relazione abbia una ricaduta positiva sugli stessi prodotti in vendita. Come controesempi proporrò i supermercati (dove il cliente è lasciato solo con il proprio bagaglio culturale) e altre tipologie di banchi ancora presenti nel Mercato ma strutturate diversamente. Con la seconda ricerca mostrerò come cambino nel tempo la prospettiva e lo stesso accesso al Mercato, da parte di un gruppo di studenti americani – identificabili come turisti stanziali –, come parziale conseguenza della loro mancata integrazione. Gli studenti infatti non riuscivano ad inserirsi totalmente nel tessuto cittadino poiché la loro rappresentazione ed autorappresentazione di “turisti” - che rifiutavano - li portava a sentirsi cittadini di serie B. Perciò, alcuni luoghi del centro storico, fra cui anche il Mercato, venivano percepiti come “ostili” poiché troppo compromessi dal turismo. Il Mercato, in quanto meta eminentemente turistica, veniva percepito come più caro e “non autenticamente fiorentino”. Concluderò mostrando i limiti e le contraddizioni dei processi di “museificazione” delle città e le potenziali ricadute negative del turismo di massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.