Claudia Mattogno e Cristina Renzoni VITTORIA CALZOLARI E IL PROGETTO DI PAESAGGIO IN ITALIA. STUDIOSA E DOCENTE, ASSESSORA E URBANISTA MILITANTE. Vittoria Calzolari (1924 - 2017), paesaggista, architetto e urbanista romana, è stata progettista di parchi e piani del verde, professore di Urbanistica alla Sapienza di Roma dal 1975, assessore al centro storico a Roma, prima nella giunta di Giulio Carlo Argan (1976-1979) poi nella prima giunta di Luigi Petroselli (1979-1981). È stata una professionista e intellettuale poliedrica che ha affrontato con attenzione e sensibilità il progetto delle trasformazioni del territorio a scala vasta, attraverso un continuo impegno civile esercitato entro i canali dell’associazionismo culturale e politico italiano. Ha partecipato attivamente a Italia Nostra di cui ha condiviso e promosso, in prima persona, battaglie e progetti, come il piano per il Parco dell’Appia Antica, di certo il suo lavoro più noto. Si tratta di una delle figure centrali nel consolidamento dell’architettura del paesaggio in Italia e nella definizione di una via italiana all’urban design, coltivati con continuità tra anni Cinquanta e Ottanta, sia attraverso la pratica professionale che attraverso la ricerca teorica e l’insegnamento universitario. Il testo si sofferma in particolare su due momenti della formazione e della produzione intellettuale e professionale di Vittoria Calzolari: - quella a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta con la pubblicazione del volume Verde per la città, insieme al marito e collega Mario Ghio (Ghio, Calzolari, 1961); - quella romana, legata all’impegno civile nei confronti della città – della proposta di Parco dell’Appia Antica e dell’impegno politico come assessore al centro storico alla fine degli anni Settanta nel comune di Roma. Comparare questi due momenti consente di osservare le radici culturali della dimensione “paesistica” del lavoro della Calzolari, che ha sempre rivolto un’attenzione continuativa nei confronti degli spazi aperti e degli spazi collettivi nella città contemporanea. Townscape, Urban Design: sovrapposizioni. Il percorso di Vittoria Calzolari consente di seguire l’emergere nel dibattito italiano dei temi del townscape e del disegno urbano nel corso degli anni Cinquanta, con un bagaglio di riferimenti e approcci che costituiscono una traduzione interessante di dibattiti praticati per lo più in ambiente anglosassone e nord-americano. Grazie a una borsa Fulbright, Calzolari nei primi anni Cinquanta, è tra i visiting fellow della Harvard University, nel pieno della costruzione del nascente corso di studi in Urban Design (Mumford 2009). Ha così modo di inserirsi in un contesto culturale di grande interesse e fermento, con figure di primo piano come Walter Gropius, Josep Lluís Sert e molti altri (Calzolari 2012, 37-39). A distanza di pochi anni, anche Mario Ghio, suo marito, riceve una borsa Fulbright e frequenta per un semestre i corsi presso MIT, prendendo parte alle prime mosse del programma di ricerca dedicato alla morfologia urbana e alla “Perception of the city Form” coordinato da Kevin Lynch e Gyorgy Kepes. Un portato esperienziale che segna molto i temi e gli approcci su cui la coppia sarà al lavoro negli anni successivi al rientro in Italia. Verde per la città / La sprovincializzazione di un dibattito. Il libro Verde per la città, il cui sottotitolo recita Funzioni, dimensionamento, costo, attuazione di parchi urbani, aree sportive, campi da gioco, biblioteche e altri servizi per il tempo libero (Ghio, Calzolari, 1961), è un volume attentamente curato nella grafica e riccamente illustrato, con rassegne critiche e disegni, mappature comparative e diagrammi interpretativi, esito di una ricerca commissionata dal CONI nel 1959, in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960. Verde per la città è una sorta di manuale su spazi aperti e attrezzature sportive e ha costituito un punto di riferimento imprescindibile per un’intera generazione di professionisti, tecnici e funzionari pubblici. Il volume offre una comparazione internazionale di contesti urbani e buone pratiche, progetti e dimensionamenti di luoghi per lo sport, scuole, biblioteche e spazi aperti pubblici. Di fatto, il volume rappresenta un’accurata critica alla città del boom economico e una generosa proposta per il suo futuro, anticipando di alcuni anni la quantificazione di un livello minimo di dotazione di servizi e attrezzature pubbliche per le città italiane, che varrà sancito nel 1968 con il decreto sugli standard urbanistici. In quegli stessi anni Vittoria Calzolari è tra le architette e urbaniste interpellate dall’Udi (Unione donne italiane) nel dibattito su servizi e attrezzature nei primi anni ’60 e che contribuirà alla precisazione delle domande dell’associazione femminile in termini di spazi aperti e attrezzature scolastiche (Renzoni, 2014). Urbanista militante a Roma. Nonostante una parte dell’infanzia trascorsa a Mogadiscio, il soggiorno di studi a Boston, l’inizio della carriera universitaria a Napoli, la città di Roma resta per Vittoria Calzolari il luogo della formazione e del radicamento affettivo. Il suo interesse di lavoro e di studio si coniuga nel tempo con una profonda conoscenza del sito geografico e storico e delle sue progressive stratificazioni. È a Roma, infatti, che Vittoria intraprende le prime battaglie per la realizzazione del parco dell’Appia Antica, dietro l’impulso di Antonio Cederna, all’interno della sezione romana di Italia Nostra. L’Associazione è fortemente impegnata a favore di una ricomposizione e tutela del grande sistema delle aree archeologiche, paesaggistiche e agricole lungo l’antico tracciato della via Appia. L’intera area è sottoposta a forti speculazioni immobiliari e è devastata dall’abusivismo fin dall’immediato secondo dopoguerra. L’assessorato al centro storico del comune di Roma. Il volume Paesistica/Paisaje (2012) raccoglie parte della lunga esperienza di lavoro e di riflessione attiva sul paesaggio di Vittoria Calzolari. La metà degli anni Settanta rappresentaun periodo nel quale assistiamo a profondi cambiamenti nella società italiana, e Roma non rimane estranea a questo clima variegato. Le lotte degli studenti e quelle del movimento femminista, ma anche attentati e atti di terrorismo, attraversano le strade della città dove, finalmente nell’agosto 1976, si assiste a quella che è stata chiamata la “svolta rossa” con Giulio Carlo Argan investito della carica di sindaco. Le proposte e l’operato di Vittoria, chiamata a far parte della giunta come “tecnico esterno”, rientrano in un clima di grande fervore culturale che apre rinnovate speranze di vita civile e di dialogo tra le parti. Entusiasmo, dedizione, impegno etico costituiranno la base di numerose iniziative come la creazione dell’Ufficio speciale per il centro storico e l’avvio concreto di una ricucitura con le zone periferiche della citta, il sostegno alla residenza sociale e la gestione di complesse operazioni di recupero edilizio. Percorsi di genere nel paesaggio italiano. Attraverso la figura di Vittoria Calzolari è possibile rintracciare il ruolo che rivestono le donne nella pratica professionale di architettura e urbanistica nell’Italia del secondo dopoguerra, anche alla luce di recenti studi internazionali che provano a ricollocare geografie e nodi tematici (Dümpelmann, Beardsley, 2015; Frey, Perotti 2015). Una pratica professionale femminile che, in parte poggiandosi ad una tradizione consolidata, si costruisce su reti per lo più famigliari, che tracciano un legame inscindibile tra professionismo e militanza politica (difficilmente scindibili l’uno dall’altro – in particolare in occasione di consulenze urbanistiche) e che si strutturano su un professionismo “di coppia” che costituisce una marca importante del ceto medio professionale femminile emergente. In questo, il sodalizio con Mario Ghio contraddistingue con una certa forza i lavori di Vittoria Calzolari e tutte le riflessioni della coppia sui temi dell’urban design e sul tema dei servizi tra anni cinquanta e sessanta, contribuendo a prefigurare i percorsi individuali successivi. Una fase precedente quindi ai ruoli per cui Vittoria Calzolari è più conosciuta, più prettamente legati ai temi della valorizzazione del patrimonio storico e ambientale, di cui emergono evidenti richiami nel lavoro di ricerca e di progetto degli anni precedenti. Un percorso che in parate evidenzia alcune delle traiettorie (anche di genere) della declinazione italiana dell’urban design, in chiave paesaggistica e patrimonialista.

Vittoria Calzolari und das Project "Landschaft" in Italien. Eine vielseitige Urbanistin und Intellektuelle / Mattogno, Claudia; Renzoni, Cristina. - (2019), pp. 231-273.

Vittoria Calzolari und das Project "Landschaft" in Italien. Eine vielseitige Urbanistin und Intellektuelle

Claudia Mattogno;
2019

Abstract

Claudia Mattogno e Cristina Renzoni VITTORIA CALZOLARI E IL PROGETTO DI PAESAGGIO IN ITALIA. STUDIOSA E DOCENTE, ASSESSORA E URBANISTA MILITANTE. Vittoria Calzolari (1924 - 2017), paesaggista, architetto e urbanista romana, è stata progettista di parchi e piani del verde, professore di Urbanistica alla Sapienza di Roma dal 1975, assessore al centro storico a Roma, prima nella giunta di Giulio Carlo Argan (1976-1979) poi nella prima giunta di Luigi Petroselli (1979-1981). È stata una professionista e intellettuale poliedrica che ha affrontato con attenzione e sensibilità il progetto delle trasformazioni del territorio a scala vasta, attraverso un continuo impegno civile esercitato entro i canali dell’associazionismo culturale e politico italiano. Ha partecipato attivamente a Italia Nostra di cui ha condiviso e promosso, in prima persona, battaglie e progetti, come il piano per il Parco dell’Appia Antica, di certo il suo lavoro più noto. Si tratta di una delle figure centrali nel consolidamento dell’architettura del paesaggio in Italia e nella definizione di una via italiana all’urban design, coltivati con continuità tra anni Cinquanta e Ottanta, sia attraverso la pratica professionale che attraverso la ricerca teorica e l’insegnamento universitario. Il testo si sofferma in particolare su due momenti della formazione e della produzione intellettuale e professionale di Vittoria Calzolari: - quella a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta con la pubblicazione del volume Verde per la città, insieme al marito e collega Mario Ghio (Ghio, Calzolari, 1961); - quella romana, legata all’impegno civile nei confronti della città – della proposta di Parco dell’Appia Antica e dell’impegno politico come assessore al centro storico alla fine degli anni Settanta nel comune di Roma. Comparare questi due momenti consente di osservare le radici culturali della dimensione “paesistica” del lavoro della Calzolari, che ha sempre rivolto un’attenzione continuativa nei confronti degli spazi aperti e degli spazi collettivi nella città contemporanea. Townscape, Urban Design: sovrapposizioni. Il percorso di Vittoria Calzolari consente di seguire l’emergere nel dibattito italiano dei temi del townscape e del disegno urbano nel corso degli anni Cinquanta, con un bagaglio di riferimenti e approcci che costituiscono una traduzione interessante di dibattiti praticati per lo più in ambiente anglosassone e nord-americano. Grazie a una borsa Fulbright, Calzolari nei primi anni Cinquanta, è tra i visiting fellow della Harvard University, nel pieno della costruzione del nascente corso di studi in Urban Design (Mumford 2009). Ha così modo di inserirsi in un contesto culturale di grande interesse e fermento, con figure di primo piano come Walter Gropius, Josep Lluís Sert e molti altri (Calzolari 2012, 37-39). A distanza di pochi anni, anche Mario Ghio, suo marito, riceve una borsa Fulbright e frequenta per un semestre i corsi presso MIT, prendendo parte alle prime mosse del programma di ricerca dedicato alla morfologia urbana e alla “Perception of the city Form” coordinato da Kevin Lynch e Gyorgy Kepes. Un portato esperienziale che segna molto i temi e gli approcci su cui la coppia sarà al lavoro negli anni successivi al rientro in Italia. Verde per la città / La sprovincializzazione di un dibattito. Il libro Verde per la città, il cui sottotitolo recita Funzioni, dimensionamento, costo, attuazione di parchi urbani, aree sportive, campi da gioco, biblioteche e altri servizi per il tempo libero (Ghio, Calzolari, 1961), è un volume attentamente curato nella grafica e riccamente illustrato, con rassegne critiche e disegni, mappature comparative e diagrammi interpretativi, esito di una ricerca commissionata dal CONI nel 1959, in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960. Verde per la città è una sorta di manuale su spazi aperti e attrezzature sportive e ha costituito un punto di riferimento imprescindibile per un’intera generazione di professionisti, tecnici e funzionari pubblici. Il volume offre una comparazione internazionale di contesti urbani e buone pratiche, progetti e dimensionamenti di luoghi per lo sport, scuole, biblioteche e spazi aperti pubblici. Di fatto, il volume rappresenta un’accurata critica alla città del boom economico e una generosa proposta per il suo futuro, anticipando di alcuni anni la quantificazione di un livello minimo di dotazione di servizi e attrezzature pubbliche per le città italiane, che varrà sancito nel 1968 con il decreto sugli standard urbanistici. In quegli stessi anni Vittoria Calzolari è tra le architette e urbaniste interpellate dall’Udi (Unione donne italiane) nel dibattito su servizi e attrezzature nei primi anni ’60 e che contribuirà alla precisazione delle domande dell’associazione femminile in termini di spazi aperti e attrezzature scolastiche (Renzoni, 2014). Urbanista militante a Roma. Nonostante una parte dell’infanzia trascorsa a Mogadiscio, il soggiorno di studi a Boston, l’inizio della carriera universitaria a Napoli, la città di Roma resta per Vittoria Calzolari il luogo della formazione e del radicamento affettivo. Il suo interesse di lavoro e di studio si coniuga nel tempo con una profonda conoscenza del sito geografico e storico e delle sue progressive stratificazioni. È a Roma, infatti, che Vittoria intraprende le prime battaglie per la realizzazione del parco dell’Appia Antica, dietro l’impulso di Antonio Cederna, all’interno della sezione romana di Italia Nostra. L’Associazione è fortemente impegnata a favore di una ricomposizione e tutela del grande sistema delle aree archeologiche, paesaggistiche e agricole lungo l’antico tracciato della via Appia. L’intera area è sottoposta a forti speculazioni immobiliari e è devastata dall’abusivismo fin dall’immediato secondo dopoguerra. L’assessorato al centro storico del comune di Roma. Il volume Paesistica/Paisaje (2012) raccoglie parte della lunga esperienza di lavoro e di riflessione attiva sul paesaggio di Vittoria Calzolari. La metà degli anni Settanta rappresentaun periodo nel quale assistiamo a profondi cambiamenti nella società italiana, e Roma non rimane estranea a questo clima variegato. Le lotte degli studenti e quelle del movimento femminista, ma anche attentati e atti di terrorismo, attraversano le strade della città dove, finalmente nell’agosto 1976, si assiste a quella che è stata chiamata la “svolta rossa” con Giulio Carlo Argan investito della carica di sindaco. Le proposte e l’operato di Vittoria, chiamata a far parte della giunta come “tecnico esterno”, rientrano in un clima di grande fervore culturale che apre rinnovate speranze di vita civile e di dialogo tra le parti. Entusiasmo, dedizione, impegno etico costituiranno la base di numerose iniziative come la creazione dell’Ufficio speciale per il centro storico e l’avvio concreto di una ricucitura con le zone periferiche della citta, il sostegno alla residenza sociale e la gestione di complesse operazioni di recupero edilizio. Percorsi di genere nel paesaggio italiano. Attraverso la figura di Vittoria Calzolari è possibile rintracciare il ruolo che rivestono le donne nella pratica professionale di architettura e urbanistica nell’Italia del secondo dopoguerra, anche alla luce di recenti studi internazionali che provano a ricollocare geografie e nodi tematici (Dümpelmann, Beardsley, 2015; Frey, Perotti 2015). Una pratica professionale femminile che, in parte poggiandosi ad una tradizione consolidata, si costruisce su reti per lo più famigliari, che tracciano un legame inscindibile tra professionismo e militanza politica (difficilmente scindibili l’uno dall’altro – in particolare in occasione di consulenze urbanistiche) e che si strutturano su un professionismo “di coppia” che costituisce una marca importante del ceto medio professionale femminile emergente. In questo, il sodalizio con Mario Ghio contraddistingue con una certa forza i lavori di Vittoria Calzolari e tutte le riflessioni della coppia sui temi dell’urban design e sul tema dei servizi tra anni cinquanta e sessanta, contribuendo a prefigurare i percorsi individuali successivi. Una fase precedente quindi ai ruoli per cui Vittoria Calzolari è più conosciuta, più prettamente legati ai temi della valorizzazione del patrimonio storico e ambientale, di cui emergono evidenti richiami nel lavoro di ricerca e di progetto degli anni precedenti. Un percorso che in parate evidenzia alcune delle traiettorie (anche di genere) della declinazione italiana dell’urban design, in chiave paesaggistica e patrimonialista.
2019
Frauen blicken auf die Stadt
9783496015673
Teorie urbanistiche; urbanistica; centri storici; verde urbano
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Vittoria Calzolari und das Project "Landschaft" in Italien. Eine vielseitige Urbanistin und Intellektuelle / Mattogno, Claudia; Renzoni, Cristina. - (2019), pp. 231-273.
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