Negli ultimi anni, il tema dell’amministrazione, gestione e valutazione del capitale delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata ha assunto sempre maggiore rilevanza, anche in virtù dei numerosi processi di sequestro e confisca dei beni aziendali intervenuti nello scenario nazionale, con particolare riferimento a specifiche aree geografiche e settori dell’economia italiana. In questa direzione, attraverso il Decreto Legislativo 6 settembre 2011 n. 159, il legislatore italiano ha definito, tra gli altri aspetti, quale sia la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, prevedendo la possibilità di ricorrere, da parte dello Stato e, precisamente, dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC), all’affitto o comodato, alla vendita e alla liquidazione del complesso e/o dei beni aziendali. A ben vedere, la scelta di optare per una delle suddette soluzioni non presenta i caratteri dell’automatismo, ma costituisce l’esito di un lungo processo valutativo attivato fin dalla fase di sequestro e, successivamente, proseguito nelle fasi di confisca di primo grado e definitiva del patrimonio proveniente dalla criminalità organizzata. Una volta terminato il suddetto iter, si potrà decidere la destinazione dei beni oggetto di confisca, rendendo, in ogni caso, necessaria la stima del capitale d’impresa, che assumerà una configurazione differente a seconda della soluzione che si intenderà adottare. È evidente, infatti, che la scelta della soluzione avrà inevitabili riflessi sulla configurazione di capitale che dovrà essere valutata, la quale, a sua volta, influirà sui criteri e le metodologie di stima da applicare. In questo scenario, appare necessario analizzare in senso problematico il concetto di valore aziendale riferito alle aziende confiscate alla criminalità organizzata, in funzione delle caratteristiche di ciascun complesso aziendale, non tralasciando i fattori che possono incidere sulla determinazione del valore dell’azienda stessa. Alla luce di ciò, il principale obiettivo del presente contributo è di investigare il concetto di valore del capitale aziendale nelle imprese sottoposte a procedura di confisca ai sensi del D. Lgs. n. 159/2011, effettuando, in via preliminare, una disamina delle diverse possibili configurazioni di valore riferibili alle aziende sottoposte a confisca e proseguendo con l’interpretazione sistematica delle ipotesi di destinazione previste dall’art. 48, comma 8, del D. Lgs. n. 159/2011. In altri termini, si investigano altresì i seguenti aspetti: - il momento in cui si manifesta l’esigenza della valutazione; - l’oggetto della valutazione, ovvero la configurazione di capitale d’impresa da stimare connessa alla sorte del complesso aziendale in ipotesi di: · affitto o comodato d’azienda; · cessione d’azienda; · liquidazione d’azienda.
La valutazione del capitale nelle differenti finalità e ipotesi di destinazione: profili tassonomici / Trequattrini, Raffaele; Lombardi, Rosa. - (2018), pp. 35-48. - STUDI DI VALUTAZIONE D'AZIENDA.
La valutazione del capitale nelle differenti finalità e ipotesi di destinazione: profili tassonomici
Lombardi, Rosa
2018
Abstract
Negli ultimi anni, il tema dell’amministrazione, gestione e valutazione del capitale delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata ha assunto sempre maggiore rilevanza, anche in virtù dei numerosi processi di sequestro e confisca dei beni aziendali intervenuti nello scenario nazionale, con particolare riferimento a specifiche aree geografiche e settori dell’economia italiana. In questa direzione, attraverso il Decreto Legislativo 6 settembre 2011 n. 159, il legislatore italiano ha definito, tra gli altri aspetti, quale sia la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, prevedendo la possibilità di ricorrere, da parte dello Stato e, precisamente, dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC), all’affitto o comodato, alla vendita e alla liquidazione del complesso e/o dei beni aziendali. A ben vedere, la scelta di optare per una delle suddette soluzioni non presenta i caratteri dell’automatismo, ma costituisce l’esito di un lungo processo valutativo attivato fin dalla fase di sequestro e, successivamente, proseguito nelle fasi di confisca di primo grado e definitiva del patrimonio proveniente dalla criminalità organizzata. Una volta terminato il suddetto iter, si potrà decidere la destinazione dei beni oggetto di confisca, rendendo, in ogni caso, necessaria la stima del capitale d’impresa, che assumerà una configurazione differente a seconda della soluzione che si intenderà adottare. È evidente, infatti, che la scelta della soluzione avrà inevitabili riflessi sulla configurazione di capitale che dovrà essere valutata, la quale, a sua volta, influirà sui criteri e le metodologie di stima da applicare. In questo scenario, appare necessario analizzare in senso problematico il concetto di valore aziendale riferito alle aziende confiscate alla criminalità organizzata, in funzione delle caratteristiche di ciascun complesso aziendale, non tralasciando i fattori che possono incidere sulla determinazione del valore dell’azienda stessa. Alla luce di ciò, il principale obiettivo del presente contributo è di investigare il concetto di valore del capitale aziendale nelle imprese sottoposte a procedura di confisca ai sensi del D. Lgs. n. 159/2011, effettuando, in via preliminare, una disamina delle diverse possibili configurazioni di valore riferibili alle aziende sottoposte a confisca e proseguendo con l’interpretazione sistematica delle ipotesi di destinazione previste dall’art. 48, comma 8, del D. Lgs. n. 159/2011. In altri termini, si investigano altresì i seguenti aspetti: - il momento in cui si manifesta l’esigenza della valutazione; - l’oggetto della valutazione, ovvero la configurazione di capitale d’impresa da stimare connessa alla sorte del complesso aziendale in ipotesi di: · affitto o comodato d’azienda; · cessione d’azienda; · liquidazione d’azienda.File | Dimensione | Formato | |
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