L’importanza assunta dai beni immateriali d’impresa (Comuzzi et al., 2009; Roos et al., 1997; Sveiby, 1997), con l’avvento dell’economia della conoscenza (Foray, 2006; Quagli, 1995; Trequattrini, 2008; Zanda, 2012), ha modificato i paradigmi di gestione del sistema aziendale, favorendo la nascita di modelli di business fondati sullo sfruttamento della conoscenza, nella prospettiva della creazione di valore sostenibile nel lungo periodo (Guatri, 1991). In questa direzione, tra i beni intangibili d’impresa, il brevetto o patent rappresenta un asset strategico in grado di supportare il management nella gestione aziendale, favorendo, principalmente, l’efficienza dei sistemi produttivi interni, l’aumento delle conoscenze e della produttività delle risorse umane, la generazione di benefici economici futuri. Alcuni studi (Bresnahan et al., 2000; Brynjolfsson et al., 2002) sostengono che quando l’azienda aumenta gli investimenti in capitale intellettuale (Stewart, 1999), tra cui è incluso il brevetto, è possibile generare un effetto leva nella produttività dell’impresa, nonché nella creazione del vantaggio competitivo. Nella prospettiva dei diritti della proprietà intellettuale dell’impresa (Gollin 2008), il brevetto è un istituto giuridico volto a tutelare un’invenzione con determinate caratteristiche e di cui il proprietario è in grado di gestire la creazione, l’uso, la vendita (Ghidini, 2009), l’utilizzo e lo sfruttamento: il diritto esclusivo di sfruttamento del “trovato”, per venti anni dal deposito della domanda, è inesistente, infatti, se manca l’invenzione. In tale scenario, la valutazione economica di un brevetto interviene a sostegno delle operazioni aziendali di merger & acquisition, ovvero in quelle di cessione dell’intangible a titolo provvisorio o definitivo, in cui è necessario esprimere un valore monetario per il suo trasferimento. Nella prospettiva interna all’azienda, la valutazione economica di un brevetto si effettua mediante la due diligence della proprietà intellettuale, identificando, in chiave strategica, la parte del portafoglio brevetti da utilizzare all'interno dell'azienda e da cedere all'esterno a titolo provvisorio, ovvero a titolo definitivo. La due diligence della proprietà intellettuale è il presupposto per applicare politiche di open innovation all’interno delle imprese (Chersbrough, 2006). A partire dalla valenza che il brevetto possiede a livello aziendale, il presente capitolo si propone di analizzare le metodologie di stima del valore economico del brevetto proposte dalla dottrina e dalla prassi valutativa aziendale.
Le metodologie di stima del valore economico del brevetto / Trequattrini, Raffaele; Lombardi, Rosa. - (2018), pp. 347-365. - STUDI DI VALUTAZIONE D'AZIENDA.
Le metodologie di stima del valore economico del brevetto
Lombardi, Rosa
2018
Abstract
L’importanza assunta dai beni immateriali d’impresa (Comuzzi et al., 2009; Roos et al., 1997; Sveiby, 1997), con l’avvento dell’economia della conoscenza (Foray, 2006; Quagli, 1995; Trequattrini, 2008; Zanda, 2012), ha modificato i paradigmi di gestione del sistema aziendale, favorendo la nascita di modelli di business fondati sullo sfruttamento della conoscenza, nella prospettiva della creazione di valore sostenibile nel lungo periodo (Guatri, 1991). In questa direzione, tra i beni intangibili d’impresa, il brevetto o patent rappresenta un asset strategico in grado di supportare il management nella gestione aziendale, favorendo, principalmente, l’efficienza dei sistemi produttivi interni, l’aumento delle conoscenze e della produttività delle risorse umane, la generazione di benefici economici futuri. Alcuni studi (Bresnahan et al., 2000; Brynjolfsson et al., 2002) sostengono che quando l’azienda aumenta gli investimenti in capitale intellettuale (Stewart, 1999), tra cui è incluso il brevetto, è possibile generare un effetto leva nella produttività dell’impresa, nonché nella creazione del vantaggio competitivo. Nella prospettiva dei diritti della proprietà intellettuale dell’impresa (Gollin 2008), il brevetto è un istituto giuridico volto a tutelare un’invenzione con determinate caratteristiche e di cui il proprietario è in grado di gestire la creazione, l’uso, la vendita (Ghidini, 2009), l’utilizzo e lo sfruttamento: il diritto esclusivo di sfruttamento del “trovato”, per venti anni dal deposito della domanda, è inesistente, infatti, se manca l’invenzione. In tale scenario, la valutazione economica di un brevetto interviene a sostegno delle operazioni aziendali di merger & acquisition, ovvero in quelle di cessione dell’intangible a titolo provvisorio o definitivo, in cui è necessario esprimere un valore monetario per il suo trasferimento. Nella prospettiva interna all’azienda, la valutazione economica di un brevetto si effettua mediante la due diligence della proprietà intellettuale, identificando, in chiave strategica, la parte del portafoglio brevetti da utilizzare all'interno dell'azienda e da cedere all'esterno a titolo provvisorio, ovvero a titolo definitivo. La due diligence della proprietà intellettuale è il presupposto per applicare politiche di open innovation all’interno delle imprese (Chersbrough, 2006). A partire dalla valenza che il brevetto possiede a livello aziendale, il presente capitolo si propone di analizzare le metodologie di stima del valore economico del brevetto proposte dalla dottrina e dalla prassi valutativa aziendale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Trequattrini-Lombardi_Metodologie_2018.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1.8 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.8 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.