A fronte di radicali mutazioni del contesto economico globale, caratterizzate dall’utilizzo di strumenti tecnologici e gestionali sempre più evoluti, il sistema imprenditoriale mondiale è divenuto più competitivo, ponendo l’economia industriale italiana, costituita, oggi più che mai, da piccole e medie imprese, in posizione di crescente marginalità, mettendone in dubbio le capacità di tenuta e soprattutto evidenziandone le numerose criticità. A ciò si aggiunge la presenza di confini geo-economici sempre più inconsistenti, di una concorrenza spietata da parte di vecchi e nuovi avversari commerciali, e di importanti trasformazioni di filiere produttive esplose su scala globale che hanno distribuito fasi del processo produttivo su territori talmente vasti da mettere in crisi i tradizionali modelli di riferimento. Il risultato può essere riassunto nel cosiddetto passaggio all’ Era Digitale (o comunque all’uso diffuso del digitale in tutti i settori dell’economia), che estremizzando tutti i limiti del sistema economico italiano ha posto la Nazione in una posizione di rincalzo, anche rispetto ai soli Paesi U.E. Se questo è vero, per essere competitivi all’interno di un sistema economico globale occorre investire in innovazione, conoscenza ed organizzazione, andando ben oltre i limiti di bilancio imposti dalla dimensione aziendale tipica dell’Italia, costituita principalmente da PMI. Con l’obiettivo di superare questo limite strutturale, nel 2009, con apposita legge, è stato introdotto il contratto di Rete, uno strumento orientato ad incoraggiare e potenziare progetti d’investimento condivisi tra più imprenditori, finalizzati ad accrescere la capacità innovativa e, di conseguenza, la competitività dei soggetti contraenti.

Il contratto di rete. Un nuovo strumento di sviluppo locale / Brogna, Marco. - (2018), pp. 699-706.

Il contratto di rete. Un nuovo strumento di sviluppo locale

Marco Brogna
2018

Abstract

A fronte di radicali mutazioni del contesto economico globale, caratterizzate dall’utilizzo di strumenti tecnologici e gestionali sempre più evoluti, il sistema imprenditoriale mondiale è divenuto più competitivo, ponendo l’economia industriale italiana, costituita, oggi più che mai, da piccole e medie imprese, in posizione di crescente marginalità, mettendone in dubbio le capacità di tenuta e soprattutto evidenziandone le numerose criticità. A ciò si aggiunge la presenza di confini geo-economici sempre più inconsistenti, di una concorrenza spietata da parte di vecchi e nuovi avversari commerciali, e di importanti trasformazioni di filiere produttive esplose su scala globale che hanno distribuito fasi del processo produttivo su territori talmente vasti da mettere in crisi i tradizionali modelli di riferimento. Il risultato può essere riassunto nel cosiddetto passaggio all’ Era Digitale (o comunque all’uso diffuso del digitale in tutti i settori dell’economia), che estremizzando tutti i limiti del sistema economico italiano ha posto la Nazione in una posizione di rincalzo, anche rispetto ai soli Paesi U.E. Se questo è vero, per essere competitivi all’interno di un sistema economico globale occorre investire in innovazione, conoscenza ed organizzazione, andando ben oltre i limiti di bilancio imposti dalla dimensione aziendale tipica dell’Italia, costituita principalmente da PMI. Con l’obiettivo di superare questo limite strutturale, nel 2009, con apposita legge, è stato introdotto il contratto di Rete, uno strumento orientato ad incoraggiare e potenziare progetti d’investimento condivisi tra più imprenditori, finalizzati ad accrescere la capacità innovativa e, di conseguenza, la competitività dei soggetti contraenti.
2018
Memorie Geografiche , Nuova Serie, n° 16
978-88-908926-4-6
Sviluppo locale; PMI; Regioni Sistemiche; Contratto di Rete
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il contratto di rete. Un nuovo strumento di sviluppo locale / Brogna, Marco. - (2018), pp. 699-706.
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