Since the second half of the Seventeenth Century, the ever increasing political weakness of the Papacy on the international stage imposed a rationalization of investments and public spending to safeguard the stability of public accounts: a spending review that quickly moved the government interest from Rome to the peripheral centers, in order to build an efficient charging system for tax handling and payments. During this period several communities undertook generalized modernizations of their infrastructures, taking advantage of Pope’s support. Adriatic cities, in particular, started new works ad usum publicum, that were helpful for the relaunch of trades. In this regards, the development of Fano’s harbor during the Eighteenth Century represents an emblematic case study. In fact, through a gradual action – founded on close consultations between papal and provincial institutions – the administration succeeded in defining a new trading spot. Famous engineers and architects such as Cornelio Meyer (1629-1701), Eustachio Manfredi (1674-1739), Pietro Paolo Gabus, Romualdo Valeriani (†1730), Antonio Felice Facci (fl. 1716-1773), Gian Francesco Buonamici (1692-1758), Carlo Marchionni (1702-86), Carlo Murena (1713-64), Virginio Bracci (1738-1815), Sante Vichi and many other specialists played a key role in the management and based their projects on functional criteria, pursuing the image of modernity.

A partire dalla seconda metà del Seicento, il costante indebolimento del Papato sul piano internazionale impose una razionalizzazione degli investimenti e della spesa statale al fine di salvaguardare il bilancio pubblico: una “spending review” che rapidamente spostò gli interessi del Governo papale da Roma alle province, così da costruire un efficiente sistema di movimentazione delle merci ed estrazione delle tasse. Di conseguenza, durante questo periodo diverse realtà intrapresero generalizzate modernizzazioni delle loro infrastrutture col supporto diretto del sovrano. E, fra queste, soprattutto le comunità adriatiche avviarono numerose opere “ad usum publicum”, utili al rilancio dei commerci. In tal senso, la rifondazione del porto di Fano a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo sembra rappresentare un interessante caso di studio. Infatti, attraverso una costante azione di rinnovamento – basata su un serrato confronto fra le istituzioni romane e locali – l’amministrazione fanese riuscì nel corso del Settecento a trasformare gradualmente lo scalo marchigiano in un centro nodale per gli scambi e strategico per le comunicazioni, sebbene il suo compimento avvenne in un momento tardo e prossimo a importanti mutamenti. Famosi ingegneri e architetti come Cornelio Meyer (1629-1701), Eustachio Manfredi (1674-1739), Pietro Paolo Gabus, Romualdo Valeriani († 1730), Antonio Felice Facci (doc. 1716-1773), Gian Francesco Buonamici (1692-1758), Carlo Marchionni (1702-86), Carlo Murena (1713-64), Virginio Bracci (1738-1815), Sante Vichi e molti altri specialisti svolsero un ruolo centrale nella direzione del cantiere modulando i loro progetti sulla base di criteri funzionali, immagine della modernità.

Trasformazioni del porto di Fano nel XVIII secolo. Dalla «speranza della felicità» alla «consueta disgrazia di tutte quasi l’opere publiche» / Benincampi, Iacopo. - (2018), pp. 1-252.

Trasformazioni del porto di Fano nel XVIII secolo. Dalla «speranza della felicità» alla «consueta disgrazia di tutte quasi l’opere publiche»

Iacopo Benincampi
2018

Abstract

Since the second half of the Seventeenth Century, the ever increasing political weakness of the Papacy on the international stage imposed a rationalization of investments and public spending to safeguard the stability of public accounts: a spending review that quickly moved the government interest from Rome to the peripheral centers, in order to build an efficient charging system for tax handling and payments. During this period several communities undertook generalized modernizations of their infrastructures, taking advantage of Pope’s support. Adriatic cities, in particular, started new works ad usum publicum, that were helpful for the relaunch of trades. In this regards, the development of Fano’s harbor during the Eighteenth Century represents an emblematic case study. In fact, through a gradual action – founded on close consultations between papal and provincial institutions – the administration succeeded in defining a new trading spot. Famous engineers and architects such as Cornelio Meyer (1629-1701), Eustachio Manfredi (1674-1739), Pietro Paolo Gabus, Romualdo Valeriani (†1730), Antonio Felice Facci (fl. 1716-1773), Gian Francesco Buonamici (1692-1758), Carlo Marchionni (1702-86), Carlo Murena (1713-64), Virginio Bracci (1738-1815), Sante Vichi and many other specialists played a key role in the management and based their projects on functional criteria, pursuing the image of modernity.
2018
9788899618810
A partire dalla seconda metà del Seicento, il costante indebolimento del Papato sul piano internazionale impose una razionalizzazione degli investimenti e della spesa statale al fine di salvaguardare il bilancio pubblico: una “spending review” che rapidamente spostò gli interessi del Governo papale da Roma alle province, così da costruire un efficiente sistema di movimentazione delle merci ed estrazione delle tasse. Di conseguenza, durante questo periodo diverse realtà intrapresero generalizzate modernizzazioni delle loro infrastrutture col supporto diretto del sovrano. E, fra queste, soprattutto le comunità adriatiche avviarono numerose opere “ad usum publicum”, utili al rilancio dei commerci. In tal senso, la rifondazione del porto di Fano a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo sembra rappresentare un interessante caso di studio. Infatti, attraverso una costante azione di rinnovamento – basata su un serrato confronto fra le istituzioni romane e locali – l’amministrazione fanese riuscì nel corso del Settecento a trasformare gradualmente lo scalo marchigiano in un centro nodale per gli scambi e strategico per le comunicazioni, sebbene il suo compimento avvenne in un momento tardo e prossimo a importanti mutamenti. Famosi ingegneri e architetti come Cornelio Meyer (1629-1701), Eustachio Manfredi (1674-1739), Pietro Paolo Gabus, Romualdo Valeriani († 1730), Antonio Felice Facci (doc. 1716-1773), Gian Francesco Buonamici (1692-1758), Carlo Marchionni (1702-86), Carlo Murena (1713-64), Virginio Bracci (1738-1815), Sante Vichi e molti altri specialisti svolsero un ruolo centrale nella direzione del cantiere modulando i loro progetti sulla base di criteri funzionali, immagine della modernità.
Fano nel settecento; Pietro Paolo Gabus; Eustachio Manfredi; Cornelio Meyer; Antonio Felice Facci; Romualdo Valeriani; Gian Francesco Buonamici; Carlo Marchionni; Carlo Murena; Virginio Bracci; Sante Vichi; porto
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Trasformazioni del porto di Fano nel XVIII secolo. Dalla «speranza della felicità» alla «consueta disgrazia di tutte quasi l’opere publiche» / Benincampi, Iacopo. - (2018), pp. 1-252.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Benincampi_Trasformazioni del porto di Fano_2018

solo gestori archivio

Tipologia: Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 3.85 MB
Formato Adobe PDF
3.85 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1202386
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact