The idea of Modernity coincides with the affirmation of the machine, the velocity, the science and the technology. The relationship is direct and substantial, especially in the construction of workplaces. At the beginning of the 20th Century, the factories of the second industrial revolution took on characters of total rationality, distinguished by the intelligent use of construction techniques and by the experimentation of increasingly flexible typologies. The masters of the Modern Movement are fascinated by the manifestations of the industry. It is a profound fascination, not only formal or aesthetic but intimately connected with the radical utopia of the new world. Gropius, Mendelsohn and above all Le Corbusier look to North America and in particular to the work of Albert Kahn: a singular self-taught man who realises 2,000 buildings between 1895 and 1945, mainly with Henry Ford, in the United States and in the Soviet Union. The reflection on the qualities of the space conceived for the industry constitutes a valid lesson, not only for architectural redevelopment and urban regeneration, but also for the very conception of contemporary architecture. The industrial space, its techniques, the underlying logic can guide us in experimental research, far beyond the objective of flexibility, up to the notion of "functional Indifference", understood not as shapeless neutrality, but as the maximum functionality of spatial quality.

L’idea della modernità coincide con l’affermazione della macchina, della velocità, della scienza e della tecnica. La relazione è diretta e sostanziale soprattutto nella costruzione dei luoghi del lavoro. All’inizio del XX secolo, le fabbriche della seconda rivoluzione industriale assumono infatti caratteri di totale razionalità, si distinguono per l’impiego intelligente delle tecniche costruttive e per la sperimentazione di tipologie sempre più flessibili. I maestri del Movimento Moderno sono affascinati dalle manifestazioni dell’industria. E’ una fascinazione profonda, non soltanto formale o estetica ma intimamente connessa con l’utopia radicale del mondo nuovo. Gropius, Mendelsohn e soprattutto Le Corbusier guardano al Nord America e in particolare all’opera di Albert Kahn: un singolare autodidatta che tra il 1895 e il 1945 realizza 2.000 edifici, prevalentemente con Henry Ford, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. La riflessione sulle qualità dello spazio pensato per l’industria costituisce una valida lezione, non soltanto per la riqualificazione architettonica e la rigenerazione urbana, ma anche per la concezione della architettura contemporanea. Lo spazio industriale, le sue tecniche, le logiche che lo sottendono possono guidarci nella ricerca sperimentale, ben oltre l’obiettivo della flessibilità, fino alla nozione di “indifferenza funzionale”, intesa non come neutralità informe, bensì come massima funzionalità della qualità spaziale. L’idea della modernità coincide con l’affermazione della macchina, della velocità, della scienza e della tecnica. La relazione è diretta e sostanziale soprattutto nella costruzione dei luoghi del lavoro. All’inizio del XX secolo, le fabbriche della seconda rivoluzione industriale assumono infatti caratteri di totale razionalità, si distinguono per l’impiego intelligente delle tecniche costruttive e per la sperimentazione di tipologie sempre più flessibili. I maestri del Movimento Moderno sono affascinati dalle manifestazioni dell’industria. E’ una fascinazione profonda, non soltanto formale o estetica ma intimamente connessa con l’utopia radicale del mondo nuovo. Gropius, Mendelsohn e soprattutto Le Corbusier guardano al Nord America e in particolare all’opera di Albert Kahn: un singolare autodidatta che tra il 1895 e il 1945 realizza 2.000 edifici, prevalentemente con Henry Ford, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. La riflessione sulle qualità dello spazio pensato per l’industria costituisce una valida lezione, non soltanto per la riqualificazione architettonica e la rigenerazione urbana, ma anche per la concezione della architettura contemporanea. Lo spazio industriale, le sue tecniche, le logiche che lo sottendono possono guidarci nella ricerca sperimentale, ben oltre l’obiettivo della flessibilità, fino alla nozione di “indifferenza funzionale”, intesa non come neutralità informe, bensì come massima funzionalità della qualità spaziale.

Freespace alias indifferenza funzionale alias massima funzionalità. Lo spazio della fabbrica moderna per lo spazio della contemporaneità / Cupelloni, Luciano. - (2018), pp. 238-249.

Freespace alias indifferenza funzionale alias massima funzionalità. Lo spazio della fabbrica moderna per lo spazio della contemporaneità

luciano cupelloni
2018

Abstract

The idea of Modernity coincides with the affirmation of the machine, the velocity, the science and the technology. The relationship is direct and substantial, especially in the construction of workplaces. At the beginning of the 20th Century, the factories of the second industrial revolution took on characters of total rationality, distinguished by the intelligent use of construction techniques and by the experimentation of increasingly flexible typologies. The masters of the Modern Movement are fascinated by the manifestations of the industry. It is a profound fascination, not only formal or aesthetic but intimately connected with the radical utopia of the new world. Gropius, Mendelsohn and above all Le Corbusier look to North America and in particular to the work of Albert Kahn: a singular self-taught man who realises 2,000 buildings between 1895 and 1945, mainly with Henry Ford, in the United States and in the Soviet Union. The reflection on the qualities of the space conceived for the industry constitutes a valid lesson, not only for architectural redevelopment and urban regeneration, but also for the very conception of contemporary architecture. The industrial space, its techniques, the underlying logic can guide us in experimental research, far beyond the objective of flexibility, up to the notion of "functional Indifference", understood not as shapeless neutrality, but as the maximum functionality of spatial quality.
2018
Roomsrome
9788896467350
L’idea della modernità coincide con l’affermazione della macchina, della velocità, della scienza e della tecnica. La relazione è diretta e sostanziale soprattutto nella costruzione dei luoghi del lavoro. All’inizio del XX secolo, le fabbriche della seconda rivoluzione industriale assumono infatti caratteri di totale razionalità, si distinguono per l’impiego intelligente delle tecniche costruttive e per la sperimentazione di tipologie sempre più flessibili. I maestri del Movimento Moderno sono affascinati dalle manifestazioni dell’industria. E’ una fascinazione profonda, non soltanto formale o estetica ma intimamente connessa con l’utopia radicale del mondo nuovo. Gropius, Mendelsohn e soprattutto Le Corbusier guardano al Nord America e in particolare all’opera di Albert Kahn: un singolare autodidatta che tra il 1895 e il 1945 realizza 2.000 edifici, prevalentemente con Henry Ford, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. La riflessione sulle qualità dello spazio pensato per l’industria costituisce una valida lezione, non soltanto per la riqualificazione architettonica e la rigenerazione urbana, ma anche per la concezione della architettura contemporanea. Lo spazio industriale, le sue tecniche, le logiche che lo sottendono possono guidarci nella ricerca sperimentale, ben oltre l’obiettivo della flessibilità, fino alla nozione di “indifferenza funzionale”, intesa non come neutralità informe, bensì come massima funzionalità della qualità spaziale. L’idea della modernità coincide con l’affermazione della macchina, della velocità, della scienza e della tecnica. La relazione è diretta e sostanziale soprattutto nella costruzione dei luoghi del lavoro. All’inizio del XX secolo, le fabbriche della seconda rivoluzione industriale assumono infatti caratteri di totale razionalità, si distinguono per l’impiego intelligente delle tecniche costruttive e per la sperimentazione di tipologie sempre più flessibili. I maestri del Movimento Moderno sono affascinati dalle manifestazioni dell’industria. E’ una fascinazione profonda, non soltanto formale o estetica ma intimamente connessa con l’utopia radicale del mondo nuovo. Gropius, Mendelsohn e soprattutto Le Corbusier guardano al Nord America e in particolare all’opera di Albert Kahn: un singolare autodidatta che tra il 1895 e il 1945 realizza 2.000 edifici, prevalentemente con Henry Ford, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. La riflessione sulle qualità dello spazio pensato per l’industria costituisce una valida lezione, non soltanto per la riqualificazione architettonica e la rigenerazione urbana, ma anche per la concezione della architettura contemporanea. Lo spazio industriale, le sue tecniche, le logiche che lo sottendono possono guidarci nella ricerca sperimentale, ben oltre l’obiettivo della flessibilità, fino alla nozione di “indifferenza funzionale”, intesa non come neutralità informe, bensì come massima funzionalità della qualità spaziale.
edificio: fabbrica; patrimonio industriale; spazio contemporaneo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Freespace alias indifferenza funzionale alias massima funzionalità. Lo spazio della fabbrica moderna per lo spazio della contemporaneità / Cupelloni, Luciano. - (2018), pp. 238-249.
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