L'attività di Riccardo Morandi si svolge in arco temporale particolarmente vasto, dagli ultimi anni Venti, quando giovane ingegnere inizia la sua professione in Calabria realizzando strutture in cemento armato, alla fine degli anni ottanta. Rientrato a Roma nel 1931 apre il proprio studio professionale ed inizia una lunga collaborazione con l’impresa Magrini progettando prevalentemente strutture intelaiate in cemento armato semplice e dal 1936 intraprende la sua ricerca relativa alla precompressione. L'analisi della sua produzione evidenzia come egli si sia costantemente confrontato con una pluralità di tematiche progettuali proprie dei vari campi dell'ingegneria civile, dall'urbanistica all'edilizia abitativa, dalle chiese alle infrastrutture aeroportuali, dagli impianti industriali alle grandi sale per lo spettacolo, dai ponti ai viadotti, affrontando in maniera sintetica le ragioni strutturali e quelle relative all'espressione architettonica. La capacità di risolvere le non poche contrapposizioni che hanno da sempre caratterizzato l'ambito culturale relativo alla costruzione, prima fra tutte quella tra tecnica e arte, è indubbiamente uno degli aspetti che accomuna le sue innumerevoli opere; in molti casi appare evidente come nelle costruzioni di Morandi l'architettura si manifesti come conseguenza della impostazione e della soluzione delle problematiche strutturali. A partire dall'ampliamento della centrale di San Paolo a Roma nel 1948, l'ingegnere romano progetta otto centrali per la produzione di energia. Erano quelli gli anni in cui l'uso degli impianti termoelettrici si stava affermando in Italia e pertanto gli edifici erano ancora concepiti come elementi accessori che si rendevano necessari per proteggere dagli agenti atmosferici gli impianti che per funzionamento, controllo e manutenzione ne avevano bisogno. Le esigenze tecniche e funzionali sembravano dover imporre ai diversi elementi la forma e la disposizione, senza lasciare spazio ad alcuna visione architettonica dell'insieme. In questi manufatti, come in quelli destinati all'industria, la realizzazione di grandi luci poneva al progettista una sfida risolta attraverso l'uso di strutture in calcestruzzo armato, semplice e precompresso, e di sistemi di prefabbricazione che nell'arco di alcuni decenni contribuirono a determinare l'immagine degli edifici produttivi. Negli anni '50 e '60 del secolo scorso furono realizzate, su progetto di Morandi, le centrali di Fiumaretta e quella di Torre Valdaliga a Civitavecchia, la S.R.E. a Fiumicino, la Santa Barbara a San Giovanni Valdarno, la Selt Valdarno a Livorno, quella di Bastardo a Foligno e quella termonucleare sul Garigliano presso Minturno. Il presente contributo è relativo alla progettazione ed alla realizzazione di alcune tra queste opere, in cui Morandi mirabilmente interpreta le complesse soluzioni strutturali in chiave formale utilizzandole con lo scopo di definire una specifica soluzione architettonica.

Le centrali termoelettriche nell’opera di Riccardo Morandi / Paolini, Cesira; Pugnaletto, Marina. - (2018), pp. 1274-1287.

Le centrali termoelettriche nell’opera di Riccardo Morandi

Paolini Cesira;Pugnaletto Marina
2018

Abstract

L'attività di Riccardo Morandi si svolge in arco temporale particolarmente vasto, dagli ultimi anni Venti, quando giovane ingegnere inizia la sua professione in Calabria realizzando strutture in cemento armato, alla fine degli anni ottanta. Rientrato a Roma nel 1931 apre il proprio studio professionale ed inizia una lunga collaborazione con l’impresa Magrini progettando prevalentemente strutture intelaiate in cemento armato semplice e dal 1936 intraprende la sua ricerca relativa alla precompressione. L'analisi della sua produzione evidenzia come egli si sia costantemente confrontato con una pluralità di tematiche progettuali proprie dei vari campi dell'ingegneria civile, dall'urbanistica all'edilizia abitativa, dalle chiese alle infrastrutture aeroportuali, dagli impianti industriali alle grandi sale per lo spettacolo, dai ponti ai viadotti, affrontando in maniera sintetica le ragioni strutturali e quelle relative all'espressione architettonica. La capacità di risolvere le non poche contrapposizioni che hanno da sempre caratterizzato l'ambito culturale relativo alla costruzione, prima fra tutte quella tra tecnica e arte, è indubbiamente uno degli aspetti che accomuna le sue innumerevoli opere; in molti casi appare evidente come nelle costruzioni di Morandi l'architettura si manifesti come conseguenza della impostazione e della soluzione delle problematiche strutturali. A partire dall'ampliamento della centrale di San Paolo a Roma nel 1948, l'ingegnere romano progetta otto centrali per la produzione di energia. Erano quelli gli anni in cui l'uso degli impianti termoelettrici si stava affermando in Italia e pertanto gli edifici erano ancora concepiti come elementi accessori che si rendevano necessari per proteggere dagli agenti atmosferici gli impianti che per funzionamento, controllo e manutenzione ne avevano bisogno. Le esigenze tecniche e funzionali sembravano dover imporre ai diversi elementi la forma e la disposizione, senza lasciare spazio ad alcuna visione architettonica dell'insieme. In questi manufatti, come in quelli destinati all'industria, la realizzazione di grandi luci poneva al progettista una sfida risolta attraverso l'uso di strutture in calcestruzzo armato, semplice e precompresso, e di sistemi di prefabbricazione che nell'arco di alcuni decenni contribuirono a determinare l'immagine degli edifici produttivi. Negli anni '50 e '60 del secolo scorso furono realizzate, su progetto di Morandi, le centrali di Fiumaretta e quella di Torre Valdaliga a Civitavecchia, la S.R.E. a Fiumicino, la Santa Barbara a San Giovanni Valdarno, la Selt Valdarno a Livorno, quella di Bastardo a Foligno e quella termonucleare sul Garigliano presso Minturno. Il presente contributo è relativo alla progettazione ed alla realizzazione di alcune tra queste opere, in cui Morandi mirabilmente interpreta le complesse soluzioni strutturali in chiave formale utilizzandole con lo scopo di definire una specifica soluzione architettonica.
2018
XIV Congresso internazionale diI riabilitazione del patrimonio. La conservazione del patrimonio artistico, architettonico, archeologico e paesaggistico
978-88-6026-245-5
strutture in cemento armato e cemento armato precompresso; storia della costruzione; centrali elettriche; Riccardo Morandi
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le centrali termoelettriche nell’opera di Riccardo Morandi / Paolini, Cesira; Pugnaletto, Marina. - (2018), pp. 1274-1287.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1173140
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