Il lavoro ha come oggetto lo studio dei c.d. rimedi amministrativi giustiziali, ossia dei ricorsi promossi davanti all’autorità amministrativa, sia essa identica o differente rispetto a quella che ha adottato l’atto impugnato. Questi procedimenti di secondo grado, attraverso i quali l’amministrazione dovrebbe rendere giustizia al privato che da essa stessa si assume leso, hanno vissuto un progressivo declino, accentuatosi specialmente in coincidenza con due eventi normativi: la legge istitutiva dei Tar e quella sul procedimento amministrativo. Alla scarsa fiducia riposta dal cittadino nei confronti dell’amministrazione circa la possibilità di ottenere da essa vera e tempestiva giustizia, si sono aggiunti, infatti, l’immediata esperibilità del rimedio giurisdizionale e la preventiva utilizzabilità degli istituti di partecipazione. Tenuto conto, però, che negli ultimi anni l’intenzione del legislatore e della giurisprudenza sembra diretta alla “rivitalizzazione” di un rimedio plurisecolare qual è il ricorso straordinario al Capo dello Stato, è apparso utile evidenziare, con il presente elaborato, le non irrilevanti potenzialità insite in generale nei ricorsi amministrativi. Pur non entrando in questa premessa nel merito della natura giuridica del ricorso straordinario, non si può non notare come da una parte ne sia stata valorizzata la funzione di tutela del ricorrente, a fronte del frequente uso dell’istituto come mero “salvagente” in presenza di termini scaduti per l’impugnazione in sede giurisdizionale, e dall’altra siano stati previsti nuovi oneri a carico del privato, quasi a bilanciare le maggiori garanzie e utilità che gli sono offerte. Simili interventi potrebbero essere effettuati anche nei confronti degli altri ricorsi amministrativi, che attualmente appaiono in una situazione di quiescenza, salvo che per alcuni isolati profili. Così tali rimedi rivelerebbero appieno la loro utilità nel consentire, entro brevi termini, con semplicità di forme ed economia di spese, il riesame esteso al merito del provvedimento impugnato. Essi inoltre potrebbero, sempre se ne fosse adeguatamente rivista la disciplina, contribuire in modo determinante a quella deflazione del contenzioso giurisdizionale tanto perseguita dal legislatore, poiché offrirebbero al privato, quando gli strumenti di partecipazione procedimentale non sono più azionabili, un’utile soluzione alternativa all’adizione del giudice.

I rimedi giustiziali amministrativi / Conti, Luigi. - (2018), pp. 7-70.

I rimedi giustiziali amministrativi

Luigi Conti
Primo
Membro del Collaboration Group
2018

Abstract

Il lavoro ha come oggetto lo studio dei c.d. rimedi amministrativi giustiziali, ossia dei ricorsi promossi davanti all’autorità amministrativa, sia essa identica o differente rispetto a quella che ha adottato l’atto impugnato. Questi procedimenti di secondo grado, attraverso i quali l’amministrazione dovrebbe rendere giustizia al privato che da essa stessa si assume leso, hanno vissuto un progressivo declino, accentuatosi specialmente in coincidenza con due eventi normativi: la legge istitutiva dei Tar e quella sul procedimento amministrativo. Alla scarsa fiducia riposta dal cittadino nei confronti dell’amministrazione circa la possibilità di ottenere da essa vera e tempestiva giustizia, si sono aggiunti, infatti, l’immediata esperibilità del rimedio giurisdizionale e la preventiva utilizzabilità degli istituti di partecipazione. Tenuto conto, però, che negli ultimi anni l’intenzione del legislatore e della giurisprudenza sembra diretta alla “rivitalizzazione” di un rimedio plurisecolare qual è il ricorso straordinario al Capo dello Stato, è apparso utile evidenziare, con il presente elaborato, le non irrilevanti potenzialità insite in generale nei ricorsi amministrativi. Pur non entrando in questa premessa nel merito della natura giuridica del ricorso straordinario, non si può non notare come da una parte ne sia stata valorizzata la funzione di tutela del ricorrente, a fronte del frequente uso dell’istituto come mero “salvagente” in presenza di termini scaduti per l’impugnazione in sede giurisdizionale, e dall’altra siano stati previsti nuovi oneri a carico del privato, quasi a bilanciare le maggiori garanzie e utilità che gli sono offerte. Simili interventi potrebbero essere effettuati anche nei confronti degli altri ricorsi amministrativi, che attualmente appaiono in una situazione di quiescenza, salvo che per alcuni isolati profili. Così tali rimedi rivelerebbero appieno la loro utilità nel consentire, entro brevi termini, con semplicità di forme ed economia di spese, il riesame esteso al merito del provvedimento impugnato. Essi inoltre potrebbero, sempre se ne fosse adeguatamente rivista la disciplina, contribuire in modo determinante a quella deflazione del contenzioso giurisdizionale tanto perseguita dal legislatore, poiché offrirebbero al privato, quando gli strumenti di partecipazione procedimentale non sono più azionabili, un’utile soluzione alternativa all’adizione del giudice.
2018
I rimedi giustiziali amministrativi
9788825511673
Ricorsi amministrativi; rimedi giustiziali; ricorso gerarchico
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
I rimedi giustiziali amministrativi / Conti, Luigi. - (2018), pp. 7-70.
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