La Scuola di Valentino descrive la complessa intersezione tra una dominante opzio- ne teologica cristiana e l’accoglimento, pur parziale e recessivo, delle altre fonti di rivelazione che la creazione è stata resa capace di produrre e manifestare. Tra que- ste, il presente volume intende sottolineare la rilevanza di quella tradizione testuale che gemma dal racconto del perverso innamoramento degli angeli per le figlie degli uomini, germinalmente narrato nel Libro dei Vigilanti. Attraverso un’indagine dalla vocazione diacronica – muovendo dalla lettura storico-critica degli ipsissima verba di Valentino per spingersi sino ai testi copti rinvenuti presso Nag Hammadi – il contributo analizza la pervasività della tradizione enochica negli scritti valentiniani. Emergerà come, a partire da un complesso processo di rilettura e riscrittura di tale nucleo mitico-concettuale, la scuola di Valentino realizzi la piena ibridazione della urgente storicità proto-cristiana con le coeve categorie ontologiche di derivazione platonica: la salvezza comincia a essere pensata in termini di natura, e comincia a delinearsi una teoria della libertà e del libero arbitrio. Nondimeno, tale operazione assume l’aspetto di una dislocazione – non di una rimozione – della riserva cari- smatica del pensiero cristiano delle origini, la quale viene promossa a governare la struttura ontologica medioplatonica, in un processo di dominanza della rivelazione sull’Essere, della gnosi sulla filosofia e sulla fede, della libertà divina sulla libertà umana; processo che, governato da un lettura cristologica e sfrenatamente alle- gorica del mito dei Vigilanti, segnerà il carattere eminentemente cristiano dello gnosticismo tutto. L’interrogazione sulla necessità della fine stessa della creazione trova, infine, nella gnosi valentiniana una risposta inedita, che conduce a rivedere la domanda mede- sima: la creazione è destinata a un termine – storicamente preannunciato dall’in- carnazione di Cristo, ma eternamente realizzato nella logica sacrificale che governa la struttura del Pleroma gnostico – non a causa di una sua mancanza etica o onto- logica, storicamente o pre-storicamente sopraggiunta, ma a motivo di una effettiva scissione della volontà di Dio stesso, il quale è chiamato al compito di disdirsi, di articolare due catastasi, di determinare con la propria conversione la storia salvifica del mondo. E se Dio si converte, ogni struttura di comprensione del percorso che conduce ai tempi ultimi, qualora non sia illuminata dalla nuova volontà divina, perde eo ipso la propria capacità di significazione.
Il libro aperto. Indagine sulla ricezione valentiniana della "tradizione letteraria enochica" / Berno, Francesco. - (2018).
Il libro aperto. Indagine sulla ricezione valentiniana della "tradizione letteraria enochica"
francesco berno
2018
Abstract
La Scuola di Valentino descrive la complessa intersezione tra una dominante opzio- ne teologica cristiana e l’accoglimento, pur parziale e recessivo, delle altre fonti di rivelazione che la creazione è stata resa capace di produrre e manifestare. Tra que- ste, il presente volume intende sottolineare la rilevanza di quella tradizione testuale che gemma dal racconto del perverso innamoramento degli angeli per le figlie degli uomini, germinalmente narrato nel Libro dei Vigilanti. Attraverso un’indagine dalla vocazione diacronica – muovendo dalla lettura storico-critica degli ipsissima verba di Valentino per spingersi sino ai testi copti rinvenuti presso Nag Hammadi – il contributo analizza la pervasività della tradizione enochica negli scritti valentiniani. Emergerà come, a partire da un complesso processo di rilettura e riscrittura di tale nucleo mitico-concettuale, la scuola di Valentino realizzi la piena ibridazione della urgente storicità proto-cristiana con le coeve categorie ontologiche di derivazione platonica: la salvezza comincia a essere pensata in termini di natura, e comincia a delinearsi una teoria della libertà e del libero arbitrio. Nondimeno, tale operazione assume l’aspetto di una dislocazione – non di una rimozione – della riserva cari- smatica del pensiero cristiano delle origini, la quale viene promossa a governare la struttura ontologica medioplatonica, in un processo di dominanza della rivelazione sull’Essere, della gnosi sulla filosofia e sulla fede, della libertà divina sulla libertà umana; processo che, governato da un lettura cristologica e sfrenatamente alle- gorica del mito dei Vigilanti, segnerà il carattere eminentemente cristiano dello gnosticismo tutto. L’interrogazione sulla necessità della fine stessa della creazione trova, infine, nella gnosi valentiniana una risposta inedita, che conduce a rivedere la domanda mede- sima: la creazione è destinata a un termine – storicamente preannunciato dall’in- carnazione di Cristo, ma eternamente realizzato nella logica sacrificale che governa la struttura del Pleroma gnostico – non a causa di una sua mancanza etica o onto- logica, storicamente o pre-storicamente sopraggiunta, ma a motivo di una effettiva scissione della volontà di Dio stesso, il quale è chiamato al compito di disdirsi, di articolare due catastasi, di determinare con la propria conversione la storia salvifica del mondo. E se Dio si converte, ogni struttura di comprensione del percorso che conduce ai tempi ultimi, qualora non sia illuminata dalla nuova volontà divina, perde eo ipso la propria capacità di significazione.File | Dimensione | Formato | |
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