In un periodo caratterizzato da una perdurante congiuntura di crisi economica e sociale e da un’evidente necessità di politiche sul lavoro, il rilancio sociale ed economico necessita di guardare al capitale umano come vero motore di sviluppo sostenibile ed intelligente. In questa direzione le “questioni di genere” assumono un ruolo centrale: utilizzare le competenze e le attitudini femminili disponibili può davvero fare la differenza per alimentare il vantaggio competitivo delle nostre imprese e più in generale la crescita del nostro paese. L’indagine sulle strategie di genere adottate e sperimentate dalle imprese e la valutazione dell’impatto per una successiva diffusione risulta un obiettivo fondamentale di “Ipazia”, Osservatorio scientifico per gli studi di genere (www.questionidigenere.it), che nasce con lo scopo di delineare un quadro completo e costantemente aggiornato delle ricerche, dei servizi, dei progetti e di tutte le iniziative relative alle donne e alle relazioni di genere a livello locale, nazionale ed internazionale. Al fine di raggiungere tale obiettivo l’Osservatorio si propone di implementare la letteratura sugli studi di genere, di organizzare e promuovere iniziative di rilievo scientifico (workshop, seminari, convegni, studi, laboratori scientifici) su tali tematiche a livello interdisciplinare nazionale ed internazionale. Negli ultimi anni, le donne sono state protagoniste di un fenomeno economico e sociale che ha notevolmente cambiato il contesto lavorativo: l’assunzione in prima persona del ruolo di imprenditore. Una tendenza, questa, che ha coinvolto sia i Paesi occidentali, sia quelli in via di sviluppo, acquisendo una rilevanza sempre maggiore. A tale evoluzione, tuttavia, non è corrisposto un equivalente sviluppo in letteratura. Fino agli inizi degli anni Ottanta, infatti, gli studiosi non hanno mostrato un particolare interesse in riferimento al possibile ruolo di imprenditore da parte delle donne e ai percorsi professionali da cui deriva la presenza femminile nel management delle imprese. I primi segni di interesse per le donne nel contesto del gender, management and organisation (GMO) hanno avuto inizio alla fine degli anni Settanta, con le ricerche condotte principalmente da studiosi di origine anglo-americana (Schrier, 1975). In tempi antecedenti tali studi erano esclusivamente rivolti ad una visione “maschile” degli imprenditori e la figura della donna in tale contesto era completamente trascurata o al limite considerata come elemento marginale e di eccezionalità (De Carlo and Lyons, 1979). Quando, infatti, si descriveva la figura dell’imprenditore e le sue caratteristiche personali, pur non specificandone il sesso, venivano fornite tipiche peculiarità maschili (Welsh and Young, 1982). Siamo, quindi, in presenza di studi caratterizzati da una chiara tendenza androcentrica intorno alla figura neutra di imprenditore che, seppur considerata indistinta, possedeva intrinsecamente, o le venivano attribuite, caratteristiche e peculiarità tipicamente maschili (Schwartz, 1976; Schwandt, 1994). Da quanto detto, chiara è la considerazione tardiva della presenza femminile in tali studi, come chiara è la sua natura derivata, cioè scaturita da un precedente modello di indagine incentrato sulla figura maschile. Questa doppia limitazione fa sì che fin dal suo emergere, l’interesse negli studi di gender, management and organisation (GMO), si mostri incompiuto e parziale. Agli inizi degli anni Ottanta l’interesse sull’imprenditorialità femminile fiorisce e insieme ad esso si sviluppa lo studio di strumenti metodologici tipici del fare impresa delle donne. Nasce, quindi, il riconoscimento della diversità nel fare impresa, identificando modalità e strumenti tipici delle donne, diversi da quelli tipicamente utilizzati degli uomini. Lo sviluppo di tali tematiche, inoltre, attecchisce e mette radici in diversi campi scientifico disciplinari. Gli studi sulle donne, cioè, vengono affrontati ed esplorati da diverse discipline e settori scientifici (sociologia, psicologia, management, economia, organizzazione, ecc.) anche in un’ottica interdisciplinare. “Ipazia”, nato con un cuore Economico-aziendale, riconosce subito l’idea che il cammino delle donne nelle imprese e nel lavoro si svela solo se chiare emergono le trasformazioni storiche e sociali delle stesse, i percorsi effettuati, le motivazioni di circostanze ed accadimenti. Le disuguaglianze di genere nella sfera pubblica e privata si sono ad oggi sicuramente ridotte, come diminuita è la numerosità delle famiglie, ampliate e diversificate sono l’istruzione femminile e la presenza delle donne nella scena politica italiana, europea e mondiale. Tuttavia è necessario sottolineare l’importanza dei percorsi effettuati e la ricchezza degli eventi utilizzando il passato come chiave di lettura del presente e del futuro. Nel perseguire quanto sopra detto l’obiettivo di piena comprensione e trasversalità tematica, è necessario uno studio interdisciplinare che sappia sviluppare, percorsi di ricerca ed accrescere indagini complementari sull’intero universo femminile valorizzando l’operato del gender, management and organization (GMO). Per tale motivo è quanto mai necessario, per chi si avvicina allo studio delle questioni di genere, prendere in considerazione tale vivacità cercando di definire i più recenti temi di ricerca e al contempo di analizzarne la dinamica evolutiva. In questo senso il volume è inteso a monitorare l’avanzamento degli studi e le potenzialità di un’indagine interdisciplinare.

I mondi delle donne. Percorsi interdisciplinari / Paoloni, Paola. - STAMPA. - (2016), pp. 1-384.

I mondi delle donne. Percorsi interdisciplinari

Paoloni, Paola
2016

Abstract

In un periodo caratterizzato da una perdurante congiuntura di crisi economica e sociale e da un’evidente necessità di politiche sul lavoro, il rilancio sociale ed economico necessita di guardare al capitale umano come vero motore di sviluppo sostenibile ed intelligente. In questa direzione le “questioni di genere” assumono un ruolo centrale: utilizzare le competenze e le attitudini femminili disponibili può davvero fare la differenza per alimentare il vantaggio competitivo delle nostre imprese e più in generale la crescita del nostro paese. L’indagine sulle strategie di genere adottate e sperimentate dalle imprese e la valutazione dell’impatto per una successiva diffusione risulta un obiettivo fondamentale di “Ipazia”, Osservatorio scientifico per gli studi di genere (www.questionidigenere.it), che nasce con lo scopo di delineare un quadro completo e costantemente aggiornato delle ricerche, dei servizi, dei progetti e di tutte le iniziative relative alle donne e alle relazioni di genere a livello locale, nazionale ed internazionale. Al fine di raggiungere tale obiettivo l’Osservatorio si propone di implementare la letteratura sugli studi di genere, di organizzare e promuovere iniziative di rilievo scientifico (workshop, seminari, convegni, studi, laboratori scientifici) su tali tematiche a livello interdisciplinare nazionale ed internazionale. Negli ultimi anni, le donne sono state protagoniste di un fenomeno economico e sociale che ha notevolmente cambiato il contesto lavorativo: l’assunzione in prima persona del ruolo di imprenditore. Una tendenza, questa, che ha coinvolto sia i Paesi occidentali, sia quelli in via di sviluppo, acquisendo una rilevanza sempre maggiore. A tale evoluzione, tuttavia, non è corrisposto un equivalente sviluppo in letteratura. Fino agli inizi degli anni Ottanta, infatti, gli studiosi non hanno mostrato un particolare interesse in riferimento al possibile ruolo di imprenditore da parte delle donne e ai percorsi professionali da cui deriva la presenza femminile nel management delle imprese. I primi segni di interesse per le donne nel contesto del gender, management and organisation (GMO) hanno avuto inizio alla fine degli anni Settanta, con le ricerche condotte principalmente da studiosi di origine anglo-americana (Schrier, 1975). In tempi antecedenti tali studi erano esclusivamente rivolti ad una visione “maschile” degli imprenditori e la figura della donna in tale contesto era completamente trascurata o al limite considerata come elemento marginale e di eccezionalità (De Carlo and Lyons, 1979). Quando, infatti, si descriveva la figura dell’imprenditore e le sue caratteristiche personali, pur non specificandone il sesso, venivano fornite tipiche peculiarità maschili (Welsh and Young, 1982). Siamo, quindi, in presenza di studi caratterizzati da una chiara tendenza androcentrica intorno alla figura neutra di imprenditore che, seppur considerata indistinta, possedeva intrinsecamente, o le venivano attribuite, caratteristiche e peculiarità tipicamente maschili (Schwartz, 1976; Schwandt, 1994). Da quanto detto, chiara è la considerazione tardiva della presenza femminile in tali studi, come chiara è la sua natura derivata, cioè scaturita da un precedente modello di indagine incentrato sulla figura maschile. Questa doppia limitazione fa sì che fin dal suo emergere, l’interesse negli studi di gender, management and organisation (GMO), si mostri incompiuto e parziale. Agli inizi degli anni Ottanta l’interesse sull’imprenditorialità femminile fiorisce e insieme ad esso si sviluppa lo studio di strumenti metodologici tipici del fare impresa delle donne. Nasce, quindi, il riconoscimento della diversità nel fare impresa, identificando modalità e strumenti tipici delle donne, diversi da quelli tipicamente utilizzati degli uomini. Lo sviluppo di tali tematiche, inoltre, attecchisce e mette radici in diversi campi scientifico disciplinari. Gli studi sulle donne, cioè, vengono affrontati ed esplorati da diverse discipline e settori scientifici (sociologia, psicologia, management, economia, organizzazione, ecc.) anche in un’ottica interdisciplinare. “Ipazia”, nato con un cuore Economico-aziendale, riconosce subito l’idea che il cammino delle donne nelle imprese e nel lavoro si svela solo se chiare emergono le trasformazioni storiche e sociali delle stesse, i percorsi effettuati, le motivazioni di circostanze ed accadimenti. Le disuguaglianze di genere nella sfera pubblica e privata si sono ad oggi sicuramente ridotte, come diminuita è la numerosità delle famiglie, ampliate e diversificate sono l’istruzione femminile e la presenza delle donne nella scena politica italiana, europea e mondiale. Tuttavia è necessario sottolineare l’importanza dei percorsi effettuati e la ricchezza degli eventi utilizzando il passato come chiave di lettura del presente e del futuro. Nel perseguire quanto sopra detto l’obiettivo di piena comprensione e trasversalità tematica, è necessario uno studio interdisciplinare che sappia sviluppare, percorsi di ricerca ed accrescere indagini complementari sull’intero universo femminile valorizzando l’operato del gender, management and organization (GMO). Per tale motivo è quanto mai necessario, per chi si avvicina allo studio delle questioni di genere, prendere in considerazione tale vivacità cercando di definire i più recenti temi di ricerca e al contempo di analizzarne la dinamica evolutiva. In questo senso il volume è inteso a monitorare l’avanzamento degli studi e le potenzialità di un’indagine interdisciplinare.
2016
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Paoloni, Paola
06 Curatela::06a Curatela
I mondi delle donne. Percorsi interdisciplinari / Paoloni, Paola. - STAMPA. - (2016), pp. 1-384.
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