Il presente contributo si propone di esaminare la diversità di genere a livello di informativa societaria e di indagare il suo eventuale impatto sulla performance economico-finanziaria delle aziende. È indispensabile puntualizzare che tale tipologia di informativa può essere ricondotta alla disclosure sulle non financial information che, di recente, ha suscitato un crescente interesse da parte di regulators e operatori del mondo professionale. In particolare, se consideriamo il contesto europeo, appare opportuno segnalare le recenti modifiche normative originate dall’approvazione della Direttiva 2014/95/UE (22 Ottobre 2014) che modifica la precedente 2013/34/UE per quanto riguarda la divulgazione di informazioni a carattere non finanziario da parte di grandi imprese e gruppi societari. La nuova regolamentazione ha influenzato anche la questione della diversità di genere nella prospettiva di un arricchimento e di un conseguente miglioramento dell’informazione, con un focus sulla tematica della corporate governance nella prospettiva della creazione di valore. Un consistente numero di grandi aziende (il documento elaborato dalla Fondazione Dottori Commercialisti IRDCEC suggerisce un numero pari a circa 18.000 aziende), operanti negli Stati membri, dovranno quindi uniformarsi in tempi piuttosto brevi: il recepimento della direttiva è previsto per il 2016 e si suppone che entro l’esercizio 2017 le aziende dovranno rispettare i nuovi obblighi di disclosure secondo l’approccio comply or explain, idoneo a offrire un certo grado di flessibilità nella scelta delle tematiche di Corporate Social Responsibility (CSR) da inserire nei report aziendali.
L’informativa sulla diversità di genere: cosa cambia con l’Integrated Reporting? Il caso del Sudafrica / Paoloni, Paola; Doni, Federica; Fortuna, Fabio. - STAMPA. - (2016), pp. 291-308. - STUDI E RICERCHE.
L’informativa sulla diversità di genere: cosa cambia con l’Integrated Reporting? Il caso del Sudafrica
Paoloni, Paola;
2016
Abstract
Il presente contributo si propone di esaminare la diversità di genere a livello di informativa societaria e di indagare il suo eventuale impatto sulla performance economico-finanziaria delle aziende. È indispensabile puntualizzare che tale tipologia di informativa può essere ricondotta alla disclosure sulle non financial information che, di recente, ha suscitato un crescente interesse da parte di regulators e operatori del mondo professionale. In particolare, se consideriamo il contesto europeo, appare opportuno segnalare le recenti modifiche normative originate dall’approvazione della Direttiva 2014/95/UE (22 Ottobre 2014) che modifica la precedente 2013/34/UE per quanto riguarda la divulgazione di informazioni a carattere non finanziario da parte di grandi imprese e gruppi societari. La nuova regolamentazione ha influenzato anche la questione della diversità di genere nella prospettiva di un arricchimento e di un conseguente miglioramento dell’informazione, con un focus sulla tematica della corporate governance nella prospettiva della creazione di valore. Un consistente numero di grandi aziende (il documento elaborato dalla Fondazione Dottori Commercialisti IRDCEC suggerisce un numero pari a circa 18.000 aziende), operanti negli Stati membri, dovranno quindi uniformarsi in tempi piuttosto brevi: il recepimento della direttiva è previsto per il 2016 e si suppone che entro l’esercizio 2017 le aziende dovranno rispettare i nuovi obblighi di disclosure secondo l’approccio comply or explain, idoneo a offrire un certo grado di flessibilità nella scelta delle tematiche di Corporate Social Responsibility (CSR) da inserire nei report aziendali.File | Dimensione | Formato | |
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