Entroterra delle città di mare, gli hinterland sono stati a lungo considerati, a partire dagli studi sulla città preindustriale e delle sue relazioni con la campagna, come una proiezione territoriale urbana, un margine facente parte del suo raggio fondiario ed economico. Due dimensioni in particolare sono state esaminate. La prima è la natura e l’estensione dei diritti e delle giurisdizioni e il loro ruolo nella formazione di un territorio che, nel passato, era legato alla città da diverse forme di subordinazione (di ordine amministrativo, giuridico e fiscale), talvolta contestate. D’altro lato, si è insistito soprattutto sull'interdipendenza economica degli entroterra e delle città, attraverso un’analisi spaziale dei prelievi e delle distribuzioni, e della proprietà dei cittadini nei dintorni della città. L’insieme dei contributi che compongono questo volume è un invito a moltiplicare gli interessi multidisciplinari sulle dinamiche e i processi storici dei territori del Mediterraneo, prendendo in considerazione il processo di densificazione, variabile secondo la conformazione della costa, il ruolo del mare, che ha fornito flussi di uomini e risorse su scale geografiche molteplici, e la mobilità degli abitanti che, de facto, produce e plasma le relazioni socio-economiche delle aree metropolitane. L’approccio interdisciplinare, compresa l’analisi storica di lunga durata, è necessario per comprendere la formazione delle aree metropolitane attuali, perché consente di ricostruire i processi di definizione (e riconfigurazioni successive) dei limiti territoriali e le diverse forme di sedimentazione nell'occupazione e nell'habitat dei territori, nonché il ruolo giocato dalle infrastrutture a livello locale. Un’analisi spaziale dei fenomeni economici, dei gradi locali della divisione del lavoro, delle circolazioni e dei modi di abitare, favorisce a nostro avviso la possibilità di cogliere le continuità città-entroterra – una continuità legata alla mobilità degli individui che vivono e lavorano tra la città è i territori circostanti. Il caso di Napoli Est affrontato da Luca Salmieri tocca le trasformazioni territoriali alla luce dei processi di deindustrializzazione. L’eterogeneità è qui elevata a caos: «centri commerciali dal vago aspetto modernista, sale giochi, autolavaggi e mercatini improvvisati all'aperto, carcasse di furgoni lasciate per strada; bar, trattorie, panifici a conduzione familiare e palazzine scalcinate, pompe di benzina abbandonate, ampie aree di parcheggio di ex-fabbriche ricoperte di sterpaglia». Attraverso un’inchiesta sul campo, Salmieri mette in luce cosa significhi abitare «l’hinterland della dismissione», e come gli abitanti, con le loro pratiche – tra cui il riuso –, contribuiscano a plasmare un territorio che, come un mosaico, riflette le trasformazioni economiche dell’ultimo secolo.

Deindustrializzazione, hinterland portuale ed entroterra: il caso di Napoli Est / Salmieri, Luca. - STAMPA. - (2018), pp. 141-157.

Deindustrializzazione, hinterland portuale ed entroterra: il caso di Napoli Est

Luca Salmieri
Primo
2018

Abstract

Entroterra delle città di mare, gli hinterland sono stati a lungo considerati, a partire dagli studi sulla città preindustriale e delle sue relazioni con la campagna, come una proiezione territoriale urbana, un margine facente parte del suo raggio fondiario ed economico. Due dimensioni in particolare sono state esaminate. La prima è la natura e l’estensione dei diritti e delle giurisdizioni e il loro ruolo nella formazione di un territorio che, nel passato, era legato alla città da diverse forme di subordinazione (di ordine amministrativo, giuridico e fiscale), talvolta contestate. D’altro lato, si è insistito soprattutto sull'interdipendenza economica degli entroterra e delle città, attraverso un’analisi spaziale dei prelievi e delle distribuzioni, e della proprietà dei cittadini nei dintorni della città. L’insieme dei contributi che compongono questo volume è un invito a moltiplicare gli interessi multidisciplinari sulle dinamiche e i processi storici dei territori del Mediterraneo, prendendo in considerazione il processo di densificazione, variabile secondo la conformazione della costa, il ruolo del mare, che ha fornito flussi di uomini e risorse su scale geografiche molteplici, e la mobilità degli abitanti che, de facto, produce e plasma le relazioni socio-economiche delle aree metropolitane. L’approccio interdisciplinare, compresa l’analisi storica di lunga durata, è necessario per comprendere la formazione delle aree metropolitane attuali, perché consente di ricostruire i processi di definizione (e riconfigurazioni successive) dei limiti territoriali e le diverse forme di sedimentazione nell'occupazione e nell'habitat dei territori, nonché il ruolo giocato dalle infrastrutture a livello locale. Un’analisi spaziale dei fenomeni economici, dei gradi locali della divisione del lavoro, delle circolazioni e dei modi di abitare, favorisce a nostro avviso la possibilità di cogliere le continuità città-entroterra – una continuità legata alla mobilità degli individui che vivono e lavorano tra la città è i territori circostanti. Il caso di Napoli Est affrontato da Luca Salmieri tocca le trasformazioni territoriali alla luce dei processi di deindustrializzazione. L’eterogeneità è qui elevata a caos: «centri commerciali dal vago aspetto modernista, sale giochi, autolavaggi e mercatini improvvisati all'aperto, carcasse di furgoni lasciate per strada; bar, trattorie, panifici a conduzione familiare e palazzine scalcinate, pompe di benzina abbandonate, ampie aree di parcheggio di ex-fabbriche ricoperte di sterpaglia». Attraverso un’inchiesta sul campo, Salmieri mette in luce cosa significhi abitare «l’hinterland della dismissione», e come gli abitanti, con le loro pratiche – tra cui il riuso –, contribuiscano a plasmare un territorio che, come un mosaico, riflette le trasformazioni economiche dell’ultimo secolo.
2018
Gli entroterra delle città di mare. Abitanti, territori, mobilità (XVII-XXI secolo). Les arriere-pays des villes de mer. Habitants, territoires, mobilité (XVIIe-XXIe siècle)
978-88-7892-351-5
978-2-336-31234-7
Organisé dans le cadre du project LIA MEDITERRAPOLIS, le volume vise à promouvoir une réflexion interdisciplinaire (sociologie, urbanisme, histoire, géographie et économie) sur les hinterlands - les territoires qui entourent les villes portuaires - dans le contexte des grandes agglomérations en Méditerranée. Au cours des siècles, les hinterlands se sont profondément transformés, dans leurs paysages, leurs habitats et leurs morphologies, avec des ceintures, des fragmentations et des conurbations changeantes, jusqu’à la formation des aires métropolitaines. L’objectif de ce colloque est d’étudier ces évolutions de longue durée, et de développer une réflexion sur les rapports multiples qui lient les villes et leurs hinterlands, observés notamment au prisme des mobilités qui façonnent les territoires métropolitains. La notion d’hinterland - l’“arrière-pays” - désigne à l’origine une aire continentale située à l’arrière de la côte ou d’un fleuve, en opposition au littoral. Au cours du XXe siècle, le terme a été utilisé principalement dans le secteur des transports, notamment maritimes : ainsi, l’hinterland a été conçu comme le territoire continental de la ville portuaire, d’où les marchandises sont acheminées pour leur distribution par voie de mer. Le développement de la géographie économique et de la planification urbaine et des transports a porté, dans un deuxième temps, à penser l’hinterland en fonction de l’extension, de la densité et de la qualité des voies de communication qui convergent de et vers un port. De leur côté, dans le cadre des études sur la ville moderne, les historiens se sont interrogés, en relation avec les recherches sur les relations villes-campagnes, sur la projection territoriale des villes depuis les réflexions sur les marges urbaines jusqu’à l’importance du rayon foncier et économique des villes définissant un arrière-pays. Deux dimensions ont été essentiellement prises en considération. La première est la nature et l’étendue des droits et des juridictions, et leur rôle dans la formation d’un territoire qui, dans le passé, était lié à la cité selon différentes formes de subordination (d’ordre administratif, juridique et fiscal), parfois contestées. L’autre dimension insiste davantage sur l’interdépendance économique des hinterlands et des villes, par une analyse territorialisée des prélèvements et des distributions, ou encore de la propriété des citadins dans les alentours de la cité. La notion d’hinterland est particulièrement appropriée pour saisir les évolutions métropolitaines des villes de mer: en effet, ce ne sont plus les seuls ports industriels et commerciaux qui ont un ou plusieurs arrière-pays, mais, selon l’évolution sémantique du terme liée à la globalisation, hinterland définit également les grandes aires métropolitaines côtières. Par rapport à la notion de périphérie, une distinction s’avère nécessaire: celle-ci fait en effet référence à la relation de la ville à ses marges; une relation marquée par la distance et l’exclusion. Le sprawl, la ville diffuse ou infinie, c’est-à-dire l’extension territoriale du bâti, non seulement résidentiel, mais aussi lié aux lieux de travail, de commerce et de loisir, rend difficile, voire impossible, une définition et une classification univoque des périphéries. De ce fait, la ville diffuse invite les sciences sociales à repenser l’histoire et le présent des villes de mer et de leurs arrière-pays, et à élaborer de nouveaux modèles interprétatifs, capable de remplacer celui de la structure concentrique, et de la nette démarcation entre urbain et non urbain, entre bâti et rural. Le volume invite ainsi à mener une réflexion autour des hinterlands méditerranéens, au prisme de la double relation à la ville que ceux-ci ont développé : d’un côté, un processus de densification, selon une intensité variable et dépendant du tracé de la côte ; de l’autre, le rôle de la mer, vecteur de flux d’individus et de ressources, qui fonctionne comme un élément de connexion à différentes échelles. Aujourd’hui, les espaces des hinterlands sont à la fois des fournisseurs de ressources et des lieux qui dépendent des villes auxquelles ils sont liés par les services et la mobilité des habitants, selon un mouvement qui, de facto, produit et façonne le territoire des aires métropolitaines. L’approche interdisciplinaire, y compris l’analyse historique de longue durée, semble indispensable pour comprendre la formation des aires métropolitaines actuelles, en s’attachant à la fois à reconstruire le processus de définition (et reconfigurations successives) des limites territoriales et les différentes formes de sédimentation dans l’occupation et l’habitat des territoires, ainsi que le rôle joué par les infrastructures à l’échelle locale. Une analyse spatialisée des phénomènes économiques, des degrés locaux de la division du travail, des circulations et des modes d’habiter, permettra de saisir le continuum ville-hinterland – un continuum lié à la mobilité des individus qui vivent et travaillent entre la cité et ses territoires alentours.
urban history; hinterland; sociology and culture; suburban studies; sprawl; Mediterranean cities
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Deindustrializzazione, hinterland portuale ed entroterra: il caso di Napoli Est / Salmieri, Luca. - STAMPA. - (2018), pp. 141-157.
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