Per comprendere la formazione del sistema della ricerca scientifica nell’Italia postunitaria bisogna cercare di capire in che modo, nelle politiche del nuovo Stato, il ruolo della scienza sia stato affermato emesso in condizione di realizzarsi, non solo per quanto riguarda le istituzioni di alta formazione, ma anche per quanto riguarda le strutture che avrebbero dovuto accompagnare la crescita del Paese, problema avvertito almeno da una parte della classe dirigente risorgimentale. Storicamente, la componente accademica è la più antica nel sistema della ricerca italiano, e ne costituisce ancora oggi una struttura portante. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo i servizi tecnici della pubblica amministrazione hanno svolto, e in parte tuttora svolgono, attività di ricerca, sia per il raggiungimento di determinati fini istituzionali, sia come strumento di formazione e aggiornamento permanente per il proprio personale tecnico e scientifico. Negli anni successivi all’unificazione, la nascita dei primi servizi tecnici dell’amministrazione si dovette alla percezione, da parte della classe dirigente liberale, degli squilibri del Regno appena sorto e della conseguente necessità di promuovere lo sviluppo economico e sociale, e di garantire alla popolazione condizioni di vita più civili. La figura chiave del rapporto fra scienza, politica e amministrazione nel primo ventennio del Novecento fu Francesco Saverio Nitti (1868-1953). La vicenda che dal 1915 al 1923 portò dapprima a una nuova organizzazione dei rapporti tra ricerca scientifica e forze armate, e poi all’accidentato cammino verso l’istituzione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), vide in primo piano la figura di Volterra. A partire dalla Prima guerra mondiale, l’innovazione tecnologica fu percepita come elemento basilare della superiorità militare-industriale. Ministro dell’Istruzione pubblica all’esordio del governo Mussolini dopo la marcia su Roma fu nominato Giovanni Gentile (1875-1944). Protagonista della politica culturale del regime, il filosofo mantenne la carica dall’ottobre 1922 a tutto il giugno 1924.Gentile portò a compimento una serie di riforme dell’istruzione di ogni ordine e grado che avrebbero ridisegnato la scuola e l’università in Italia. È sullo sfondo del corporativismo che va inquadrata anche la riforma del CNR nel 1927, e i suoi successivi sviluppi. Al CNR Mussolini attribuiva il compito di guidare ricerca, servizi tecnici, industria e forze armate verso la formazione, anche in Italia, di ciò che nel secondo Novecento chiameremmo un complesso scientifico-militare-industriale. Gli anni dal 1937 al 1944 furono terribili per la comunità scientifica italiana: indebolita dai conflitti interni e dalla morte improvvisa e prematura di alcuni dei suoi rappresentanti più autorevoli, falcidiata dalle leggi razziali, umiliata dalla soppressione dell’Accademia dei Lincei, essa entrò nella guerra cercando di limitarne i danni e senza più alcuna fiducia nel fascismo, cui pure aveva guardato con più di un’illusione.
Ricerca e istituzioni. Dall’Unità alla Liberazione / Paoloni, Giovanni. - STAMPA. - (2013), pp. 540-547.
Ricerca e istituzioni. Dall’Unità alla Liberazione
Giovanni Paoloni
2013
Abstract
Per comprendere la formazione del sistema della ricerca scientifica nell’Italia postunitaria bisogna cercare di capire in che modo, nelle politiche del nuovo Stato, il ruolo della scienza sia stato affermato emesso in condizione di realizzarsi, non solo per quanto riguarda le istituzioni di alta formazione, ma anche per quanto riguarda le strutture che avrebbero dovuto accompagnare la crescita del Paese, problema avvertito almeno da una parte della classe dirigente risorgimentale. Storicamente, la componente accademica è la più antica nel sistema della ricerca italiano, e ne costituisce ancora oggi una struttura portante. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo i servizi tecnici della pubblica amministrazione hanno svolto, e in parte tuttora svolgono, attività di ricerca, sia per il raggiungimento di determinati fini istituzionali, sia come strumento di formazione e aggiornamento permanente per il proprio personale tecnico e scientifico. Negli anni successivi all’unificazione, la nascita dei primi servizi tecnici dell’amministrazione si dovette alla percezione, da parte della classe dirigente liberale, degli squilibri del Regno appena sorto e della conseguente necessità di promuovere lo sviluppo economico e sociale, e di garantire alla popolazione condizioni di vita più civili. La figura chiave del rapporto fra scienza, politica e amministrazione nel primo ventennio del Novecento fu Francesco Saverio Nitti (1868-1953). La vicenda che dal 1915 al 1923 portò dapprima a una nuova organizzazione dei rapporti tra ricerca scientifica e forze armate, e poi all’accidentato cammino verso l’istituzione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), vide in primo piano la figura di Volterra. A partire dalla Prima guerra mondiale, l’innovazione tecnologica fu percepita come elemento basilare della superiorità militare-industriale. Ministro dell’Istruzione pubblica all’esordio del governo Mussolini dopo la marcia su Roma fu nominato Giovanni Gentile (1875-1944). Protagonista della politica culturale del regime, il filosofo mantenne la carica dall’ottobre 1922 a tutto il giugno 1924.Gentile portò a compimento una serie di riforme dell’istruzione di ogni ordine e grado che avrebbero ridisegnato la scuola e l’università in Italia. È sullo sfondo del corporativismo che va inquadrata anche la riforma del CNR nel 1927, e i suoi successivi sviluppi. Al CNR Mussolini attribuiva il compito di guidare ricerca, servizi tecnici, industria e forze armate verso la formazione, anche in Italia, di ciò che nel secondo Novecento chiameremmo un complesso scientifico-militare-industriale. Gli anni dal 1937 al 1944 furono terribili per la comunità scientifica italiana: indebolita dai conflitti interni e dalla morte improvvisa e prematura di alcuni dei suoi rappresentanti più autorevoli, falcidiata dalle leggi razziali, umiliata dalla soppressione dell’Accademia dei Lincei, essa entrò nella guerra cercando di limitarne i danni e senza più alcuna fiducia nel fascismo, cui pure aveva guardato con più di un’illusione.File | Dimensione | Formato | |
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