Contestatori, programmatori e dirottatori: "Cosmopolis" di Don DeLillo e "Bleeding Edge" di Thomas Pynchon

La ridefinizione semantica attualmente in corso nella cultura – e specialmente nella letteratura – americana passa attraverso la rivisitazione di alcuni lemmi particolarmente significativi del linguaggio della nazione, soprattutto quei termini di cui il linguaggio politico e mediatico ‘ufficiale’ si è spesso appropriato, facendone un utilizzo fazioso. Il presente saggio prende in considerazione due tra gli scrittori più rappresentativi della letteratura americana contemporanea – Thomas Pynchon e Don DeLillo –, allo scopo di rileggere due loro romanzi pubblicati all’inizio del nuovo millennio, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro – Cosmopolis (2003) e Bleeding Edge (2013) – nel tentativo di mettere a fuoco le modalità attraverso cui la figura dell’attivista politico viene sistematicamente complicata e decostruita, per poi essere criticamente rielaborata.