In attesa di mettere alla prova le ambiziose ipotesi del volume, presentiamo in que sta sede i quindici contributi che rielaborano gli interventi del convegno ro- mano. L’arco temporale che essi coprono è quanto mai ampio, partendo dalle più antiche forme di traduzione storicamente attestate (nella Mesopotamia e nella Siria, tra III e II millennio a.C.) per giungere fino alle poesie danesi del giovane Yahya Hassan, pubblicate nel 2013. I saggi si articolano in due sezioni. Nella prima, I segni di Babele, ci si concentra su diversi tipi di ‘transito’: dal dato archeologico al significante storico, dal codice al testo, dalla Storia alle storie. E ancora, sulla traduzione della pittura in racconto, del racconto letteario in immagine cinematografica, della parola scritta in parola agita su un palcoscenico (e viceversa). Nella seconda sezione, Le lingue di Babele, il passaggio osservato è più classicamente quello interlinguistico. L’angolo visuale, tuttavia, anche qui si allarga a prendere in considerazione, accanto al dato strettamente testuale, un al di là del testo che, pure, ne è parte inalienabile: un apparato iconografico, uno specifico contesto storico, una dialettica tra lingue maggiori e lingue minori, tra culture, o tra esprimibile o inesprimibile.
Introduzione / Celani, Simone; Fava, Francesco; Ramazzotti, Marco. - STAMPA. - 54(2016), pp. 5-6. - I TESTI DI TESTO A FRONTE.
Introduzione
Celani, Simone
Writing – Review & Editing
;Ramazzotti, Marco
Writing – Review & Editing
2016
Abstract
In attesa di mettere alla prova le ambiziose ipotesi del volume, presentiamo in que sta sede i quindici contributi che rielaborano gli interventi del convegno ro- mano. L’arco temporale che essi coprono è quanto mai ampio, partendo dalle più antiche forme di traduzione storicamente attestate (nella Mesopotamia e nella Siria, tra III e II millennio a.C.) per giungere fino alle poesie danesi del giovane Yahya Hassan, pubblicate nel 2013. I saggi si articolano in due sezioni. Nella prima, I segni di Babele, ci si concentra su diversi tipi di ‘transito’: dal dato archeologico al significante storico, dal codice al testo, dalla Storia alle storie. E ancora, sulla traduzione della pittura in racconto, del racconto letteario in immagine cinematografica, della parola scritta in parola agita su un palcoscenico (e viceversa). Nella seconda sezione, Le lingue di Babele, il passaggio osservato è più classicamente quello interlinguistico. L’angolo visuale, tuttavia, anche qui si allarga a prendere in considerazione, accanto al dato strettamente testuale, un al di là del testo che, pure, ne è parte inalienabile: un apparato iconografico, uno specifico contesto storico, una dialettica tra lingue maggiori e lingue minori, tra culture, o tra esprimibile o inesprimibile.File | Dimensione | Formato | |
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