Per patrimonio esistente intendiamo la città, costituita da edifici e spazio pubblico. Non soltanto gli edifici monumentali o di valore storico architettonico – per i quali gli interventi di puro restauro sono oggi del tutto insufficienti – bensì l’edilizia nella sua totalità. Storica, moderna e perfino contemporanea. Residenziale e non, infrastrutturale e di servizio, industriale e post-industriale. Centrali e periferiche, comprese le aree di pertinenza e lo spazio pubblico, talvolta di risulta, per lo più degradato. L’obiettivo è la riqualificazione architettonica e urbana, tecnologica e ambientale. Lo strumento è una nuova prospettiva tesa al bene comune e alla sostenibilità, intesa come posizione culturale sull’architettura e l’urbanistica. La tendenza all’intervento sull’esistente non è una novità, al contrario a fronte della crisi dell’edilizia rappresenta l’unico comparto in crescita. Vi sono già tutti i presupposti per potenziarlo in modo significativo. Indichiamo quindi come moltiplicatore di sviluppo economico strettamente interrelato con i valori ambientali, alcune politiche concrete che possiamo definire “fattore R”, dove R significa recupero, riqualificazione, riuso e riciclo ma anche radicale fattore di progresso. Questi i temi trattati: Conoscenza del patrimonio: non burocratica e statica bensì attiva e dinamica, dal già obsoleto “Libretto del fabbricato” alle tecnologie ICT; Capacità d’intervento: unificazione normativa a livello nazionale, semplificazione delle procedure, nulla osta a frazionamento e accorpamento; Incentivazione tramite benefici fiscali: non solo energetica ma ambientale, non episodica bensì pianificata per consentire la programmazione degli investimenti industriali; Piano pluriennale per la ricerca e la sperimentazione progettuale: applicazione specifica (non per trasferimento) dell’innovazione tecnologica a livello di produzione industriale, interventi pilota di riqualificazione condotti tramite processi partecipativi; Autorecupero e recupero leggero: formalizzazione di normative tecniche e di processo, linee guida, supporto operativo e procedure di controllo; Ecocantiere: riciclo dei materiali di demolizione/sostituzione (legno, metalli, laterizi, vetro, ecc), riciclo dei materiali di cantiere (imballaggi, residui, ecc).
Regenerazione / Riqualificazione - Regeneration / Requalification / Cupelloni, Luciano. - STAMPA. - (2017), pp. 220-226.
Regenerazione / Riqualificazione - Regeneration / Requalification
Cupelloni Luciano
Primo
2017
Abstract
Per patrimonio esistente intendiamo la città, costituita da edifici e spazio pubblico. Non soltanto gli edifici monumentali o di valore storico architettonico – per i quali gli interventi di puro restauro sono oggi del tutto insufficienti – bensì l’edilizia nella sua totalità. Storica, moderna e perfino contemporanea. Residenziale e non, infrastrutturale e di servizio, industriale e post-industriale. Centrali e periferiche, comprese le aree di pertinenza e lo spazio pubblico, talvolta di risulta, per lo più degradato. L’obiettivo è la riqualificazione architettonica e urbana, tecnologica e ambientale. Lo strumento è una nuova prospettiva tesa al bene comune e alla sostenibilità, intesa come posizione culturale sull’architettura e l’urbanistica. La tendenza all’intervento sull’esistente non è una novità, al contrario a fronte della crisi dell’edilizia rappresenta l’unico comparto in crescita. Vi sono già tutti i presupposti per potenziarlo in modo significativo. Indichiamo quindi come moltiplicatore di sviluppo economico strettamente interrelato con i valori ambientali, alcune politiche concrete che possiamo definire “fattore R”, dove R significa recupero, riqualificazione, riuso e riciclo ma anche radicale fattore di progresso. Questi i temi trattati: Conoscenza del patrimonio: non burocratica e statica bensì attiva e dinamica, dal già obsoleto “Libretto del fabbricato” alle tecnologie ICT; Capacità d’intervento: unificazione normativa a livello nazionale, semplificazione delle procedure, nulla osta a frazionamento e accorpamento; Incentivazione tramite benefici fiscali: non solo energetica ma ambientale, non episodica bensì pianificata per consentire la programmazione degli investimenti industriali; Piano pluriennale per la ricerca e la sperimentazione progettuale: applicazione specifica (non per trasferimento) dell’innovazione tecnologica a livello di produzione industriale, interventi pilota di riqualificazione condotti tramite processi partecipativi; Autorecupero e recupero leggero: formalizzazione di normative tecniche e di processo, linee guida, supporto operativo e procedure di controllo; Ecocantiere: riciclo dei materiali di demolizione/sostituzione (legno, metalli, laterizi, vetro, ecc), riciclo dei materiali di cantiere (imballaggi, residui, ecc).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


