Nell’ambito degli studi urbani risulta oggi impossibile non soffermarsi su alcuni fenomeni che, manifestandosi con forza a partire dagli ultimi decenni, sembrano ormai determinare l’immagine e l’essenza della città contemporanea e forse futura. Se nel contesto europeo ed occidentale in genere, una lunga storia ed attitudine culturale funge da linea guida per una gestione della questione urbana che, pur nelle palesi difficoltà di carattere economico, ambientale e politico, riesce comunque a tener vivo un legame rispettoso con il passato e soprattutto un sentore di ottimismo, seppur vago, per il futuro, basta guardare oltre questa dimensione per verificare l’esistenza di situazioni decisamente critiche in termini di governo, sostenibilità ed accessibilità della città. Fenomeni come sovraffollamento, crescita demografica e densità residenziale incontrollata, disoccupazione, abusivismo e auto-costruzione, mancanza di infrastrutturazione primaria, criminalità e corruzione nella gestione della sfera pubblica, sembrano le parole chiave per descrivere, in maniera abbastanza esaustiva, numerose realtà urbane dell’epoca contemporanea. Oggi gran parte della popolazione mondiale ha abbandonato la campagna e vive in città, a partire dal 2006 infatti, per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione urbana ha superato in quantità quella rurale. Alcune città, oltrepassando la propria soglia critica in termini di dimensione o di popolazione, si sono trasformate in megalopoli. Oggi gran parte delle megalopoli si concentra in aree povere del pianeta. Oggi gran parte della popolazione mondiale è povera. Se ne deduce che parlare di città oggi, significa necessariamente parlare di povertà. Il tema proposto per la dissertazione è in primo luogo quello di un viaggio, virtuale, nel mondo delle megalopoli contemporanee, alla ricerca delle conseguenze che fenomeni come il colonialismo ed il neocolonialismo, la rapida crescita demografica, il sovraffollamento, il gigantismo urbano, l’assenza di impiego, di risorse e di infrastrutture, determinano nella vita urbana. Un’analisi di come criticità di carattere sociale, politico e ambientale si manifestano nella sfera del costruito e di quali potrebbero essere le eventuali potenzialità o possibilità per condizioni urbane attualmente al limite della sostenibilità sotto ogni punto di vista. Si propone però, oltre a questo viaggio virtuale e planetario, anche un viaggio reale, in una specifica condizioni urbana limite, per tentare di constatarne direttamente le fattezze e restituirne una visione, una testimonianza diretta e, ottimisticamente, alcune proposte di utilizzo. Il caso studio prescelto è Lagos, Nigeria. La più popolosa città d’Africa, con la seconda area metropolitana per estensione del continente dopo il Cairo e tra le più densamente abitate del pianeta con circa 20 000 ab/kmq. La sua impressionante impennata demografica (dai 3 milioni di abitanti nel 1975 ai 22 milioni nel 2011) la colloca al settimo posto tra le città a più rapida crescita al mondo; il quartiere di Ajegunle, ad est della ormai decaduta city di Lagos Island, unico contesto vagamente identificabile come centro città, è uno dei più grandi slum al mondo, per l’esattezza il quarto, con una popolazione di 1,5 milioni di individui. I problemi di corruzione, criminalità, inquinamento, congestione, carenza di infrastrutture, percentuale di popolazione oltre la soglia di povertà, basso tasso di alfabetizzazione e cattive condizioni sanitarie, la collocano al quarto posto tra le città meno vivibili del pianeta nel 2013 secondo uno studio dell’Economist Intelligence Unit. La sua storia complessiva interamente racchiudibile in un arco temporale di tre secoli ne fa un luogo relativamente senza memoria. La sua geografia di città lagunare sull’oceano, poggiata su strati di sola sabbia, la rende instabile e labile, non solo figurativamente ma anche fisicamente, fino addirittura nella materia stessa su cui si fonda. I frequenti ed importanti fenomeni di corruzione, autoregolamentazione, autocostruzione ed il brulicare di attività spontanee di ogni tipo, ne hanno fatto il bersaglio di numerose recenti indagini da parte di studiosi nei più svariati ambiti disciplinari. Tutto questo e molto altro fa di Lagos, ad opinione di chi scrive, sicuramente una condizione limite emblematica ed esemplare di organismo urbano contemporaneo. Possono esistere, in sintesi, risorse e risposte per una realtà che appare priva di ogni potenzialità? Come costruire ed incrementare qui, quel “capitale spaziale”che, cosi come definito da Bernardo Secchi, sancisce la condizione di ricchezza o di povertà di un individuo al di là della sua disponibilità economica? La garanzia di una buona qualità della vita per tutti è compatibile con l’attuale sistema neo-liberale?

Tesi dottorato di Ricerca Meg(a)polis Lagos / Bochicchio, Leila. - STAMPA. - (2015).

Tesi dottorato di Ricerca Meg(a)polis Lagos

Bochicchio, Leila
2015

Abstract

Nell’ambito degli studi urbani risulta oggi impossibile non soffermarsi su alcuni fenomeni che, manifestandosi con forza a partire dagli ultimi decenni, sembrano ormai determinare l’immagine e l’essenza della città contemporanea e forse futura. Se nel contesto europeo ed occidentale in genere, una lunga storia ed attitudine culturale funge da linea guida per una gestione della questione urbana che, pur nelle palesi difficoltà di carattere economico, ambientale e politico, riesce comunque a tener vivo un legame rispettoso con il passato e soprattutto un sentore di ottimismo, seppur vago, per il futuro, basta guardare oltre questa dimensione per verificare l’esistenza di situazioni decisamente critiche in termini di governo, sostenibilità ed accessibilità della città. Fenomeni come sovraffollamento, crescita demografica e densità residenziale incontrollata, disoccupazione, abusivismo e auto-costruzione, mancanza di infrastrutturazione primaria, criminalità e corruzione nella gestione della sfera pubblica, sembrano le parole chiave per descrivere, in maniera abbastanza esaustiva, numerose realtà urbane dell’epoca contemporanea. Oggi gran parte della popolazione mondiale ha abbandonato la campagna e vive in città, a partire dal 2006 infatti, per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione urbana ha superato in quantità quella rurale. Alcune città, oltrepassando la propria soglia critica in termini di dimensione o di popolazione, si sono trasformate in megalopoli. Oggi gran parte delle megalopoli si concentra in aree povere del pianeta. Oggi gran parte della popolazione mondiale è povera. Se ne deduce che parlare di città oggi, significa necessariamente parlare di povertà. Il tema proposto per la dissertazione è in primo luogo quello di un viaggio, virtuale, nel mondo delle megalopoli contemporanee, alla ricerca delle conseguenze che fenomeni come il colonialismo ed il neocolonialismo, la rapida crescita demografica, il sovraffollamento, il gigantismo urbano, l’assenza di impiego, di risorse e di infrastrutture, determinano nella vita urbana. Un’analisi di come criticità di carattere sociale, politico e ambientale si manifestano nella sfera del costruito e di quali potrebbero essere le eventuali potenzialità o possibilità per condizioni urbane attualmente al limite della sostenibilità sotto ogni punto di vista. Si propone però, oltre a questo viaggio virtuale e planetario, anche un viaggio reale, in una specifica condizioni urbana limite, per tentare di constatarne direttamente le fattezze e restituirne una visione, una testimonianza diretta e, ottimisticamente, alcune proposte di utilizzo. Il caso studio prescelto è Lagos, Nigeria. La più popolosa città d’Africa, con la seconda area metropolitana per estensione del continente dopo il Cairo e tra le più densamente abitate del pianeta con circa 20 000 ab/kmq. La sua impressionante impennata demografica (dai 3 milioni di abitanti nel 1975 ai 22 milioni nel 2011) la colloca al settimo posto tra le città a più rapida crescita al mondo; il quartiere di Ajegunle, ad est della ormai decaduta city di Lagos Island, unico contesto vagamente identificabile come centro città, è uno dei più grandi slum al mondo, per l’esattezza il quarto, con una popolazione di 1,5 milioni di individui. I problemi di corruzione, criminalità, inquinamento, congestione, carenza di infrastrutture, percentuale di popolazione oltre la soglia di povertà, basso tasso di alfabetizzazione e cattive condizioni sanitarie, la collocano al quarto posto tra le città meno vivibili del pianeta nel 2013 secondo uno studio dell’Economist Intelligence Unit. La sua storia complessiva interamente racchiudibile in un arco temporale di tre secoli ne fa un luogo relativamente senza memoria. La sua geografia di città lagunare sull’oceano, poggiata su strati di sola sabbia, la rende instabile e labile, non solo figurativamente ma anche fisicamente, fino addirittura nella materia stessa su cui si fonda. I frequenti ed importanti fenomeni di corruzione, autoregolamentazione, autocostruzione ed il brulicare di attività spontanee di ogni tipo, ne hanno fatto il bersaglio di numerose recenti indagini da parte di studiosi nei più svariati ambiti disciplinari. Tutto questo e molto altro fa di Lagos, ad opinione di chi scrive, sicuramente una condizione limite emblematica ed esemplare di organismo urbano contemporaneo. Possono esistere, in sintesi, risorse e risposte per una realtà che appare priva di ogni potenzialità? Come costruire ed incrementare qui, quel “capitale spaziale”che, cosi come definito da Bernardo Secchi, sancisce la condizione di ricchezza o di povertà di un individuo al di là della sua disponibilità economica? La garanzia di una buona qualità della vita per tutti è compatibile con l’attuale sistema neo-liberale?
2015
megalopoli Lagos città
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Tesi dottorato di Ricerca Meg(a)polis Lagos / Bochicchio, Leila. - STAMPA. - (2015).
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