L’impulso a un maggiore coordinamento nelle politiche urbane è un aspetto di grande novità, che rappresenta una occasione per il si-stema di azioni per la promozione di uno sviluppo urbano che riesca a coniugare crescita economica e inclusione sociale. Nell’ultimo quin-quennio all’interno di più programmi e documenti tecnici (i piani per le smart cities and communities, i Piani Operativi Nazionali METRO, le strategie per la connessione infrastrutturale, ecc.) sono infatti promos-se attività che prevedono il coordinamento tra più attori e agenzie pubbliche per l’implementazione di politiche di crescita inclusiva. Questa complementarietà istituzionale da un lato può favorire il dialogo e l’ispessimento delle relazioni e delle attività tra attori pubbli-ci; dall’altro permettere di poter contare su più finanziatori per le azioni programmate. Poiché tali flussi monetari provengono da diver-se casse (Ministeri, Regioni, Comuni, fondi europei) viene in parte con-trastata la diminuzione dei trasferimenti e investimenti pubblici regi-strata nell’ultimo quindicennio. Tra le novità, esito di questi impulsi di scala nazionale e sovrana-zionale che hanno coinvolto molte città capitalistiche su scala globale, si trovano le esperienze dei coworking e fablab. Si tratta di casi virtuosi di attivazione locale posti al crocevia tra promozione di imprenditoria-lità, apprendimento collaborativo e sviluppo inclusivo. Spazi di con-divisione del lavoro i primi e laboratori digitali i secondi, dove i lavo-ratori sono freelance che si organizzano autonomamente, ma all’interno di un contesto e di un’atmosfera fortemente collaborativa. Sono importanti esempi di micro-imprenditorialità e attivazione loca-le, ciascuno con le proprie peculiarità, portatori di innovazione di va-rio tipo: organizzativa, nei contenuti, nelle professioni, nelle reti, nelle logiche. Queste esperienze sono utili per innervare un tessuto di competen-ze e rilanciare occupazione e imprenditorialità. Rappresentano una occasione, in un contesto economico in depauperamento della sua ba-se produttiva, per promuovere innovazione e community building. Ciò appare ancora più strategico se si considera la storica debolezza del contesto produttivo romano e i recenti esodi di grandi imprese verso altre città, come si darà conto nei paragrafi seguenti. Infine, per com-prendere maggiormente le implicazioni e gli esiti di queste esperienze innovative, verranno riportati sinteticamente due casi di successo di coworking e fablabs recentemente aperti nel territorio romano.
Innovazione in città: coworking e fablabs a Roma / Lucciarini, Silvia. - STAMPA. - (2018).
Innovazione in città: coworking e fablabs a Roma
Lucciarini Silvia
2018
Abstract
L’impulso a un maggiore coordinamento nelle politiche urbane è un aspetto di grande novità, che rappresenta una occasione per il si-stema di azioni per la promozione di uno sviluppo urbano che riesca a coniugare crescita economica e inclusione sociale. Nell’ultimo quin-quennio all’interno di più programmi e documenti tecnici (i piani per le smart cities and communities, i Piani Operativi Nazionali METRO, le strategie per la connessione infrastrutturale, ecc.) sono infatti promos-se attività che prevedono il coordinamento tra più attori e agenzie pubbliche per l’implementazione di politiche di crescita inclusiva. Questa complementarietà istituzionale da un lato può favorire il dialogo e l’ispessimento delle relazioni e delle attività tra attori pubbli-ci; dall’altro permettere di poter contare su più finanziatori per le azioni programmate. Poiché tali flussi monetari provengono da diver-se casse (Ministeri, Regioni, Comuni, fondi europei) viene in parte con-trastata la diminuzione dei trasferimenti e investimenti pubblici regi-strata nell’ultimo quindicennio. Tra le novità, esito di questi impulsi di scala nazionale e sovrana-zionale che hanno coinvolto molte città capitalistiche su scala globale, si trovano le esperienze dei coworking e fablab. Si tratta di casi virtuosi di attivazione locale posti al crocevia tra promozione di imprenditoria-lità, apprendimento collaborativo e sviluppo inclusivo. Spazi di con-divisione del lavoro i primi e laboratori digitali i secondi, dove i lavo-ratori sono freelance che si organizzano autonomamente, ma all’interno di un contesto e di un’atmosfera fortemente collaborativa. Sono importanti esempi di micro-imprenditorialità e attivazione loca-le, ciascuno con le proprie peculiarità, portatori di innovazione di va-rio tipo: organizzativa, nei contenuti, nelle professioni, nelle reti, nelle logiche. Queste esperienze sono utili per innervare un tessuto di competen-ze e rilanciare occupazione e imprenditorialità. Rappresentano una occasione, in un contesto economico in depauperamento della sua ba-se produttiva, per promuovere innovazione e community building. Ciò appare ancora più strategico se si considera la storica debolezza del contesto produttivo romano e i recenti esodi di grandi imprese verso altre città, come si darà conto nei paragrafi seguenti. Infine, per com-prendere maggiormente le implicazioni e gli esiti di queste esperienze innovative, verranno riportati sinteticamente due casi di successo di coworking e fablabs recentemente aperti nel territorio romano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.