Francesco Maria II della Rovere cominciò a preparare il suo ritiro dagli affari politici già alla fine del Cinquecento, quanto sembravano perdute le speranze di una successione al trono ducale. Assumendo come modello l’imperatore Carlo V, fece prima costruire delle stanze presso il convento dei Minori Osservanti di Casteldurante. Qui progettò di trasferire la sua biblioteca, predisponendo un giardino con la riproduzione del Santo Sepolcro, una sorta di Tebaide dove trascorrere momenti di solitaria riflessione, senza rinunciare alla compagnia della moglie Livia e del principe Federico Ubaldo. Nel 1607 decise di ampliare il Palazzo ducale di Casteldurante, edificando ad ovest un nuovo edificio raggiungibile attraverso un passetto a strapiombo sul Metauro. Probabilmente grazie a questo allargamento fu possibile ricavare un grande giardino con una fontana e aiuole coltivate. Per questa associazione di Giardino e biblioteca già in antico il Palazzo viene ricordato come un ideale Liceo in cui il Principe filosofo amava studiare e disputare con i più dotti della corte e con gli amati padri Caracciolini grazie ai quali poteva ancora esercitarsi nella lingua spagnola. È nel loro convento, edificato per sua volontà sulla strada che conduce al Barco, che il duca amava svolgere le sue pratiche devoto, avendo l’agio di spazi a lui riservati e potendo anche in quel caso godere di un orto descritto ancora da un inventario del 1738. Nella Villa di Monteberticchio, edificata su una collina prospiciente la via del Barco, Francesco Maria II volle una casa tutta decorata all’interno con rami e tronchi di quercia, circondata da un giardino di agrifogli e altre piante sempreverdi, un buon auspicio per la memoria della casata roveresca ormai al tramonto, celebrata nelle migliori forme commissionando opere d’arte e importanti lavori storici (le biografie di Federico da Montefeltro e Francesco Maria I) che andarono ad arricchire la sua famosa Libraria.

Una tebaide, un giardino filosofico e un ritiro dinastico a Casteldurante per Francesco Maria II Della Rovere, in I giardini del duca. Luoghi di delizia dai Montefeltro ai Della Rovere / Moretti, Massimo. - STAMPA. - (2018), pp. 167-183.

Una tebaide, un giardino filosofico e un ritiro dinastico a Casteldurante per Francesco Maria II Della Rovere, in I giardini del duca. Luoghi di delizia dai Montefeltro ai Della Rovere

Massimo Moretti
2018

Abstract

Francesco Maria II della Rovere cominciò a preparare il suo ritiro dagli affari politici già alla fine del Cinquecento, quanto sembravano perdute le speranze di una successione al trono ducale. Assumendo come modello l’imperatore Carlo V, fece prima costruire delle stanze presso il convento dei Minori Osservanti di Casteldurante. Qui progettò di trasferire la sua biblioteca, predisponendo un giardino con la riproduzione del Santo Sepolcro, una sorta di Tebaide dove trascorrere momenti di solitaria riflessione, senza rinunciare alla compagnia della moglie Livia e del principe Federico Ubaldo. Nel 1607 decise di ampliare il Palazzo ducale di Casteldurante, edificando ad ovest un nuovo edificio raggiungibile attraverso un passetto a strapiombo sul Metauro. Probabilmente grazie a questo allargamento fu possibile ricavare un grande giardino con una fontana e aiuole coltivate. Per questa associazione di Giardino e biblioteca già in antico il Palazzo viene ricordato come un ideale Liceo in cui il Principe filosofo amava studiare e disputare con i più dotti della corte e con gli amati padri Caracciolini grazie ai quali poteva ancora esercitarsi nella lingua spagnola. È nel loro convento, edificato per sua volontà sulla strada che conduce al Barco, che il duca amava svolgere le sue pratiche devoto, avendo l’agio di spazi a lui riservati e potendo anche in quel caso godere di un orto descritto ancora da un inventario del 1738. Nella Villa di Monteberticchio, edificata su una collina prospiciente la via del Barco, Francesco Maria II volle una casa tutta decorata all’interno con rami e tronchi di quercia, circondata da un giardino di agrifogli e altre piante sempreverdi, un buon auspicio per la memoria della casata roveresca ormai al tramonto, celebrata nelle migliori forme commissionando opere d’arte e importanti lavori storici (le biografie di Federico da Montefeltro e Francesco Maria I) che andarono ad arricchire la sua famosa Libraria.
2018
I giardini del duca. Luoghi di delizia dai Montefeltro ai Della Rovere
9788836639564
Francesco Maria II della Rovere; giardino; CaracciolinI; biblioteca; Antonio Bruni
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Una tebaide, un giardino filosofico e un ritiro dinastico a Casteldurante per Francesco Maria II Della Rovere, in I giardini del duca. Luoghi di delizia dai Montefeltro ai Della Rovere / Moretti, Massimo. - STAMPA. - (2018), pp. 167-183.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1122303
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