In Italia il rock’n’roll approda nel 1954, con l’arrivo dei marinai americani alla base Nato di Napoli appena installata nella baia di Bagnoli dove in poco tempo sorgono a ogni angolo bar e locali notturni. Qui i ritmi viscerali e frenetici di una musica dalla matrice afroamericana affascinano borghesi e scugnizzi partenopei. Nella città partenopea il binomio musica americana-presenza militare non era una novità; risaliva al 15 ottobre 1943 quando i V-disc, i padelloni in vinile contenenti i temi di swing e di jazz suonati dalle orchestre statunitensi e trasmessi dalle stazioni di Radio Napoli, si erano imposti sul ritmo monocorde di marce e inni fascisti per annunciare l’imminente vittoria ed evocare l’avvento della libertà e della democrazia. La presenza dei militari americani non si era esaurita con la fine della seconda guerra mondiale, né tanto meno si era arrestata la corrente dei nuovi suoni provenienti da oltreoceano. Anzi, subito dopo la liberazione Napoli era stata ufficialmente riconosciuta la ovvia sede per il quartier generale dell’ Allied Forces Southern Europe, organismo creato il 19 giugno 1951 come il principale comando subordinato, responsabile per la difesa del fianco destro della NATO mentre faceva fronte alla Cortina di ferro. Con lo scoppio della guerra fredda, vera e propria guerra psicologica tra le due superpotenze la cui vittoria passava anche per la “conquista degli spiriti” delle popolazioni europee, la musica diventava una vera arma strategica della propaganda americana. Ne era consapevole il Dipartimento di Stato americano che si impegnava a sostenere l’industria discografica a scopo militare, individuando nella musica jazz l’arma sonora del governo degli Stati Uniti d’America. There’s music in the air at the Bagnoli Post era insomma il messaggio che la Sixth fleet band, la Cincsouth’s band o la Naples U.S. Navy band diffondevano attraverso le centinaia di esibizioni in tutto il litorale campano in occasione di anniversari degli organismi della Nato, cerimonie ufficiali, parate per il 4 di Luglio ecc. D’altronde, la musica era uno degli strumenti privilegiati per promuovere il People to people program: il processo di integrazione dei militari con le popolazioni indigene per sponsorizzare il programma di amicizia degli americani nei paesi d’oltreoceano.

"The Sixth Fleet Band". Suoni e ritmi del modello americano tra Europa e Mediterraneo / Merolla, M.. - STAMPA. - (2018), pp. 31-50. - STORIA INTERNAZIONALE DELL'ETÀ CONTEMPORANEA.

"The Sixth Fleet Band". Suoni e ritmi del modello americano tra Europa e Mediterraneo

M. Merolla
2018

Abstract

In Italia il rock’n’roll approda nel 1954, con l’arrivo dei marinai americani alla base Nato di Napoli appena installata nella baia di Bagnoli dove in poco tempo sorgono a ogni angolo bar e locali notturni. Qui i ritmi viscerali e frenetici di una musica dalla matrice afroamericana affascinano borghesi e scugnizzi partenopei. Nella città partenopea il binomio musica americana-presenza militare non era una novità; risaliva al 15 ottobre 1943 quando i V-disc, i padelloni in vinile contenenti i temi di swing e di jazz suonati dalle orchestre statunitensi e trasmessi dalle stazioni di Radio Napoli, si erano imposti sul ritmo monocorde di marce e inni fascisti per annunciare l’imminente vittoria ed evocare l’avvento della libertà e della democrazia. La presenza dei militari americani non si era esaurita con la fine della seconda guerra mondiale, né tanto meno si era arrestata la corrente dei nuovi suoni provenienti da oltreoceano. Anzi, subito dopo la liberazione Napoli era stata ufficialmente riconosciuta la ovvia sede per il quartier generale dell’ Allied Forces Southern Europe, organismo creato il 19 giugno 1951 come il principale comando subordinato, responsabile per la difesa del fianco destro della NATO mentre faceva fronte alla Cortina di ferro. Con lo scoppio della guerra fredda, vera e propria guerra psicologica tra le due superpotenze la cui vittoria passava anche per la “conquista degli spiriti” delle popolazioni europee, la musica diventava una vera arma strategica della propaganda americana. Ne era consapevole il Dipartimento di Stato americano che si impegnava a sostenere l’industria discografica a scopo militare, individuando nella musica jazz l’arma sonora del governo degli Stati Uniti d’America. There’s music in the air at the Bagnoli Post era insomma il messaggio che la Sixth fleet band, la Cincsouth’s band o la Naples U.S. Navy band diffondevano attraverso le centinaia di esibizioni in tutto il litorale campano in occasione di anniversari degli organismi della Nato, cerimonie ufficiali, parate per il 4 di Luglio ecc. D’altronde, la musica era uno degli strumenti privilegiati per promuovere il People to people program: il processo di integrazione dei militari con le popolazioni indigene per sponsorizzare il programma di amicizia degli americani nei paesi d’oltreoceano.
2018
L'Unione Europea e il Mediterraneo. Interdipendenza politica e rappresentazioni mediatiche (1947 - 2017)
978-88-917-6901-5
guerra fredda culturale, musica, propaganda amerimcana
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
"The Sixth Fleet Band". Suoni e ritmi del modello americano tra Europa e Mediterraneo / Merolla, M.. - STAMPA. - (2018), pp. 31-50. - STORIA INTERNAZIONALE DELL'ETÀ CONTEMPORANEA.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1117803
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