Il mito degli italiani ferventi sostenitori dell’Europa è ormai tramontato. Molti segnali hanno mostrato come il sentimento di vicinanza che ha per lungo tempo legato l’opinione pubblica italiana al processo di integrazione europea si sia sensibilmente affievolito. Com’è potuto accadere un tale capovolgimento di prospettiva in un paese nel quale, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso ma anche prima, tutte le principali formazioni politiche erano fermamente europeiste e solo alcune minoranze apparivano euroscettiche? La risposta immediata e prevalente tra i commentatori imputa alla Grande Recessione degli anni 2008-12 e alla crisi economica da essa innescata (che ha coinvolto specialmente i paesi dell’Europa meridionale) il fattore scatenante. L’incerta reazione delle istituzioni europee e il prevalere di risposte macroeconomiche di austerità avrebbero, secondo questa lettura, provocato una reazione di rigetto dell’ideale europeo alimentando reazioni populiste da parte di formazioni politiche euroscettiche e incrinando le certezze degli euroentusiasti. I risultati delle elezioni per il Parlamento europeo nel 2014 segnalano tale disagio, analogamente al successo di partiti populisti in numerosi paesi europei (prevalentemente di destra ma anche di sinistra, come in Grecia e Spagna, nelle elezioni legislative nazionali post-crisi) che proprio sul rifiuto dell’austerità economica (a sinistra) e della politica d’immigrazione (a destra) avevano incentrato la loro proposta elettorale. Questo contributo si confronta direttamente con l’interpretazione prevalente ed esplora quanto di vero sia riscontrabile nell’equazione crisi economica = euroscetticismo, focalizzandosi sulle determinanti dell’euroscetticismo dell’opinione pubblica italiana prima e dopo l’esplodere della crisi economica. Con l’obiettivo di comprendere le cause del crescente euroscetticismo degli italiani, nei paragrafi successivi analizzeremo quindi la distribuzione dell’europeismo secondo alcune caratteristiche socio-politiche dell’opinione pubblica per esaminare quindi i fattori che determinano gli orientamenti pro-anti Europa, confrontando due anni cruciali: il 2007, alla vigilia dell’esplosione della crisi e il 2014, anno delle prime elezioni europee post-Lisbona ma soprattutto anno dei primi, timidi, segnali di fuoriuscita dalla recessione.
EUROPEISMO, EUROSCETTICISMO E CRISI ECONOMICA / Serricchio, Fabio. - STAMPA. - (2016), pp. 215-232.
EUROPEISMO, EUROSCETTICISMO E CRISI ECONOMICA
Fabio Serricchio
2016
Abstract
Il mito degli italiani ferventi sostenitori dell’Europa è ormai tramontato. Molti segnali hanno mostrato come il sentimento di vicinanza che ha per lungo tempo legato l’opinione pubblica italiana al processo di integrazione europea si sia sensibilmente affievolito. Com’è potuto accadere un tale capovolgimento di prospettiva in un paese nel quale, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso ma anche prima, tutte le principali formazioni politiche erano fermamente europeiste e solo alcune minoranze apparivano euroscettiche? La risposta immediata e prevalente tra i commentatori imputa alla Grande Recessione degli anni 2008-12 e alla crisi economica da essa innescata (che ha coinvolto specialmente i paesi dell’Europa meridionale) il fattore scatenante. L’incerta reazione delle istituzioni europee e il prevalere di risposte macroeconomiche di austerità avrebbero, secondo questa lettura, provocato una reazione di rigetto dell’ideale europeo alimentando reazioni populiste da parte di formazioni politiche euroscettiche e incrinando le certezze degli euroentusiasti. I risultati delle elezioni per il Parlamento europeo nel 2014 segnalano tale disagio, analogamente al successo di partiti populisti in numerosi paesi europei (prevalentemente di destra ma anche di sinistra, come in Grecia e Spagna, nelle elezioni legislative nazionali post-crisi) che proprio sul rifiuto dell’austerità economica (a sinistra) e della politica d’immigrazione (a destra) avevano incentrato la loro proposta elettorale. Questo contributo si confronta direttamente con l’interpretazione prevalente ed esplora quanto di vero sia riscontrabile nell’equazione crisi economica = euroscetticismo, focalizzandosi sulle determinanti dell’euroscetticismo dell’opinione pubblica italiana prima e dopo l’esplodere della crisi economica. Con l’obiettivo di comprendere le cause del crescente euroscetticismo degli italiani, nei paragrafi successivi analizzeremo quindi la distribuzione dell’europeismo secondo alcune caratteristiche socio-politiche dell’opinione pubblica per esaminare quindi i fattori che determinano gli orientamenti pro-anti Europa, confrontando due anni cruciali: il 2007, alla vigilia dell’esplosione della crisi e il 2014, anno delle prime elezioni europee post-Lisbona ma soprattutto anno dei primi, timidi, segnali di fuoriuscita dalla recessione.File | Dimensione | Formato | |
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