Questo contributo si articola in tre sezioni apparentemente autonome ma legate da un filo conduttore: l’intenzione di sondare, attraversando l’intero secolo XVI, la complessa questione della diffusione in Italia di notizie sul Turco e sul mondo ottomano e le reazioni generate da tale flusso di notizie sia nelle classi colte sia nella cultura popolare. Dalla paura alla curiosità, sino alla minacciosa valutazione, in special modo da parte del ceto politico, intellettuale e artistico deluso, di una possibile alternativa di vita sotto il dominio e l’ala protettiva della Sublime Porta. Si è tentato, in tre tappe, di mostrare come il sentimento di paura nei confronti del musulmano, a partire dalla seconda metà del XV secolo, sia stato soggetto a una lenta corruzione, i cui echi si ravvisano nelle rappresentazioni depotenziate del nemico (ad esempio in certe maioliche montelupine e derutesi), sintomo di un esotismo incipiente ma certamente ancora episodico. Nella seconda metà del Cinquecento proseguono, infatti, i percorsi carsici di una retorica antiturca alla quale, come mostra il caso di studio dei maiolicari urbinati, prendono parte artisti, cantastorie e poeti dilettanti, sospinti dai clamori delle incoraggianti vittorie cristiane di Malta nel 1565 e Lepanto nel 1571.
Dalle "pancacce" ai piatti. Percezioni e rappresentazioni del Turco nella cultura popolare italiana del Cinquecento / Moretti, Massimo. - STAMPA. - (2015), pp. 131-168.
Dalle "pancacce" ai piatti. Percezioni e rappresentazioni del Turco nella cultura popolare italiana del Cinquecento
Massimo Moretti
2015
Abstract
Questo contributo si articola in tre sezioni apparentemente autonome ma legate da un filo conduttore: l’intenzione di sondare, attraversando l’intero secolo XVI, la complessa questione della diffusione in Italia di notizie sul Turco e sul mondo ottomano e le reazioni generate da tale flusso di notizie sia nelle classi colte sia nella cultura popolare. Dalla paura alla curiosità, sino alla minacciosa valutazione, in special modo da parte del ceto politico, intellettuale e artistico deluso, di una possibile alternativa di vita sotto il dominio e l’ala protettiva della Sublime Porta. Si è tentato, in tre tappe, di mostrare come il sentimento di paura nei confronti del musulmano, a partire dalla seconda metà del XV secolo, sia stato soggetto a una lenta corruzione, i cui echi si ravvisano nelle rappresentazioni depotenziate del nemico (ad esempio in certe maioliche montelupine e derutesi), sintomo di un esotismo incipiente ma certamente ancora episodico. Nella seconda metà del Cinquecento proseguono, infatti, i percorsi carsici di una retorica antiturca alla quale, come mostra il caso di studio dei maiolicari urbinati, prendono parte artisti, cantastorie e poeti dilettanti, sospinti dai clamori delle incoraggianti vittorie cristiane di Malta nel 1565 e Lepanto nel 1571.File | Dimensione | Formato | |
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