Venerato come una reliquia, adattato e valorizzato nel tardo Settecento come pala per l’altare maggiore della cattedrale di Sant’Erasmo, il cosiddetto “stendardo di Lepanto”, oggi presso il Museo Diocesano di Gaeta, è stato sempre oggetto di una speciale venerazione. Nel secolo scorso la seta cremisi, dipinta in entrambi i fronti con le immagini del Crocifisso tra i santi Pietro e Paolo, è stata oggetto di studi eruditi che a più riprese hanno tentato di spiegarne la provenienza, nonché di identificarne il reale donatore, variamente indicato in Marcantonio Colonna o Giovani d’Austria, rispettivamente capitano della flotta pontificia e comandante della Lega Santa nella guerra contro il Turco che ebbe il suo momento apicale nella gloriosa vittoria delle Curzolari (7 ottobre 1571). L’intervento chiarisce, mediante l’analisi di nuove fonti letterarie e iconografiche, le vicende del “sacro vessillo” attribuito tradizionalmente a Girolamo Siciolante da Sermoneta, soffermandosi inoltre sull’utilizzo dell’iconografia del Crocifisso e dei santi Pietro e Paolo in chiave antiturca tra i secoli XV e XVI.
Il vessillo di sua santità. Lo stendardo di Lepanto nell’iconografia e nella letteratura / Moretti, Massimo. - STAMPA. - (2018), pp. 483-500.
Il vessillo di sua santità. Lo stendardo di Lepanto nell’iconografia e nella letteratura
massimo moretti
2018
Abstract
Venerato come una reliquia, adattato e valorizzato nel tardo Settecento come pala per l’altare maggiore della cattedrale di Sant’Erasmo, il cosiddetto “stendardo di Lepanto”, oggi presso il Museo Diocesano di Gaeta, è stato sempre oggetto di una speciale venerazione. Nel secolo scorso la seta cremisi, dipinta in entrambi i fronti con le immagini del Crocifisso tra i santi Pietro e Paolo, è stata oggetto di studi eruditi che a più riprese hanno tentato di spiegarne la provenienza, nonché di identificarne il reale donatore, variamente indicato in Marcantonio Colonna o Giovani d’Austria, rispettivamente capitano della flotta pontificia e comandante della Lega Santa nella guerra contro il Turco che ebbe il suo momento apicale nella gloriosa vittoria delle Curzolari (7 ottobre 1571). L’intervento chiarisce, mediante l’analisi di nuove fonti letterarie e iconografiche, le vicende del “sacro vessillo” attribuito tradizionalmente a Girolamo Siciolante da Sermoneta, soffermandosi inoltre sull’utilizzo dell’iconografia del Crocifisso e dei santi Pietro e Paolo in chiave antiturca tra i secoli XV e XVI.File | Dimensione | Formato | |
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