Secondo la semiotica urbana la città è uno spazio polilogico dove tutto è potenzialmente in relazione con tutto e dove si stabiliscono dialoghi e conflitti che sfuggono a un piano preordinato. Se da un lato persiste un’organizzazione del senso urbano (manifesti elettorali, pubblicità, messaggi espliciti e impliciti che indicano direzioni e usi), gli individui o i gruppi attualizzano la città, realizzando “programmi” alternativi. Nell’urbanesimo contemporaneo (o post urbanesimo), le persone non sono passive, non subiscono la trasformazione urbana, ma vi realizzano percorsi esistenziali inediti legati a nuove “forme di personalità”. Di fronte ad un contesto in costante ridefinizione, a quale immagine di città fa riferimento l’arte contemporanea? Negli anni ’80 e ’90, la Public Art ha interpretato lo spazio pubblico, attraverso forme di adesione o differenziazione. L’arte nella città si è divisa nella polarità tra le istanze celebrative, o commemorative (di committenza istituzionale) e le pratiche di “critica istituzionale”, o di riappropriazione. In questa sede si vuole indicare una terza via dell’azione estetica che si realizza nella città: è la dimensione creativa e progettuale che si esprime nella pratica del laboratorio. Attraverso alcuni esempi di progetti (realizzati e in corso), in Italia e in Europa, analizzeremo un’arte che ha preso le distanze dal monumento e dal decoro urbano, ma dialoga con gli abitanti, coinvolgendoli in nuovi percorsi di senso e nella progettazione del proprio spazio. Elementi comuni ai progetti selezionati sono l’ascolto, la rielaborazione simbolica; l’utilizzo di media specifici in funzione del contesto, la partecipazione.
Fare città. Arte pubblica e laboratorio / Meli, GIOVANNA COSTANZA. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 685-694.
Fare città. Arte pubblica e laboratorio
Giovanna Costanza Meli
2017
Abstract
Secondo la semiotica urbana la città è uno spazio polilogico dove tutto è potenzialmente in relazione con tutto e dove si stabiliscono dialoghi e conflitti che sfuggono a un piano preordinato. Se da un lato persiste un’organizzazione del senso urbano (manifesti elettorali, pubblicità, messaggi espliciti e impliciti che indicano direzioni e usi), gli individui o i gruppi attualizzano la città, realizzando “programmi” alternativi. Nell’urbanesimo contemporaneo (o post urbanesimo), le persone non sono passive, non subiscono la trasformazione urbana, ma vi realizzano percorsi esistenziali inediti legati a nuove “forme di personalità”. Di fronte ad un contesto in costante ridefinizione, a quale immagine di città fa riferimento l’arte contemporanea? Negli anni ’80 e ’90, la Public Art ha interpretato lo spazio pubblico, attraverso forme di adesione o differenziazione. L’arte nella città si è divisa nella polarità tra le istanze celebrative, o commemorative (di committenza istituzionale) e le pratiche di “critica istituzionale”, o di riappropriazione. In questa sede si vuole indicare una terza via dell’azione estetica che si realizza nella città: è la dimensione creativa e progettuale che si esprime nella pratica del laboratorio. Attraverso alcuni esempi di progetti (realizzati e in corso), in Italia e in Europa, analizzeremo un’arte che ha preso le distanze dal monumento e dal decoro urbano, ma dialoga con gli abitanti, coinvolgendoli in nuovi percorsi di senso e nella progettazione del proprio spazio. Elementi comuni ai progetti selezionati sono l’ascolto, la rielaborazione simbolica; l’utilizzo di media specifici in funzione del contesto, la partecipazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.