Come sottolineato nella sezione1.6,la proposta del decentramento contrattuale trova giustificazione nella necessità di allineare le variazioni salariali a quelle della produttività del lavoro. Ciò, in linea di principio, avrebbe l'indubbio vantaggio di garantire il corretto funzionamento del sistema economico, sia in termini allocativi, sia in termini distributivi. In sostanza, si assume che l'abbandono di schemi a contrattazione centralizzata favorisca l'efficienza del meccanismo di segnalazione di mercato attraverso la dinamica dei prezzi relativi, ossia la soluzione del problema distributivo/allocativo in quello della composizione dei prezzi relativi anche in ottica dinamica. Nello stesso paragrafo si è sottolineato quali siano i limiti di questa visione, sinteticamente riconducibili ai problemi di misurazione della produttività nelle economie di mercato. In effetti, ciò che è possibile effettivamente quantificare è il valore dell'unità di prodotto per unità di lavoro, il che può fornire una misura corretta della produttività specifica di settore/impresa solo nella misura in cui le funzioni di produzione siano correttamente specificate, i prezzi relativi siano perfettamente flessibili e i fattori della produzione siano esattamente misurabili e remunerati ai loro prodotti al margine. Le principali analisi sulla dinamica della produttività, richiamate nelle sezioni 1.5 e 1.6, pur controllando alcuni dei problemi di misurazione ora sottolineati (misurazione dell'intensità di lavoro effettiva, del margine di utilizzo dei fattori) non possono aggirare il problema principale, che deriva, nelle economie di mercato non perfettamente concorrenziali, dallo scollamento tra prezzi e produttività fisica dei fattori. Il prezzo è infatti il risultato non solo del prodotto al margine dei fattori, ma anche della dinamica dei prezzi e della domanda, definiti in un contesto non perfettamente concorrenziale. In tali contesti, saggi marginali di sostituzione settoriali e prodotti marginali possono divergere. In questa sezione si fornisce una quantificazione degli effetti di tale disallineamento utilizzando un modello di equilibrio generale settoriale, in cui si assume una struttura del lato dell'offerta di tipo input/output e una forma di mercato di concorrenza monopolistica. Simulando uno shock alla produttività del lavoro in un settore dell'economia, nello specifico nel settore dell'ICT, si tracciano le variazioni di valore aggiunto ed input di lavoro negli altri settori dell'economia. Tali variazioni saranno il risultato delle dinamiche innescate sia dal lato dell'offerta, attraverso la ricomposizione dei mix produttivi, dalle variazioni dei prezzi dei diversi input, sia dal lato della domanda, che risponde ai cambiamenti dei prezzi relativi seguendo uno schema di concorrenza monopolistica. Dalle variazioni di prodotto (in valore) e di lavoro è possibile tracciare le variazioni di produttività del lavoroche un osservatore che avesse accesso ai dati prodotti dal modello ma non ne conoscesse la struttura e la fonte della variabilità, potrebbe misurare.

Produttività settoriale e decentramento contrattuale / Tancioni, Massimiliano. - STAMPA. - (2017), pp. 123-134.

Produttività settoriale e decentramento contrattuale

Tancioni, Massimiliano
2017

Abstract

Come sottolineato nella sezione1.6,la proposta del decentramento contrattuale trova giustificazione nella necessità di allineare le variazioni salariali a quelle della produttività del lavoro. Ciò, in linea di principio, avrebbe l'indubbio vantaggio di garantire il corretto funzionamento del sistema economico, sia in termini allocativi, sia in termini distributivi. In sostanza, si assume che l'abbandono di schemi a contrattazione centralizzata favorisca l'efficienza del meccanismo di segnalazione di mercato attraverso la dinamica dei prezzi relativi, ossia la soluzione del problema distributivo/allocativo in quello della composizione dei prezzi relativi anche in ottica dinamica. Nello stesso paragrafo si è sottolineato quali siano i limiti di questa visione, sinteticamente riconducibili ai problemi di misurazione della produttività nelle economie di mercato. In effetti, ciò che è possibile effettivamente quantificare è il valore dell'unità di prodotto per unità di lavoro, il che può fornire una misura corretta della produttività specifica di settore/impresa solo nella misura in cui le funzioni di produzione siano correttamente specificate, i prezzi relativi siano perfettamente flessibili e i fattori della produzione siano esattamente misurabili e remunerati ai loro prodotti al margine. Le principali analisi sulla dinamica della produttività, richiamate nelle sezioni 1.5 e 1.6, pur controllando alcuni dei problemi di misurazione ora sottolineati (misurazione dell'intensità di lavoro effettiva, del margine di utilizzo dei fattori) non possono aggirare il problema principale, che deriva, nelle economie di mercato non perfettamente concorrenziali, dallo scollamento tra prezzi e produttività fisica dei fattori. Il prezzo è infatti il risultato non solo del prodotto al margine dei fattori, ma anche della dinamica dei prezzi e della domanda, definiti in un contesto non perfettamente concorrenziale. In tali contesti, saggi marginali di sostituzione settoriali e prodotti marginali possono divergere. In questa sezione si fornisce una quantificazione degli effetti di tale disallineamento utilizzando un modello di equilibrio generale settoriale, in cui si assume una struttura del lato dell'offerta di tipo input/output e una forma di mercato di concorrenza monopolistica. Simulando uno shock alla produttività del lavoro in un settore dell'economia, nello specifico nel settore dell'ICT, si tracciano le variazioni di valore aggiunto ed input di lavoro negli altri settori dell'economia. Tali variazioni saranno il risultato delle dinamiche innescate sia dal lato dell'offerta, attraverso la ricomposizione dei mix produttivi, dalle variazioni dei prezzi dei diversi input, sia dal lato della domanda, che risponde ai cambiamenti dei prezzi relativi seguendo uno schema di concorrenza monopolistica. Dalle variazioni di prodotto (in valore) e di lavoro è possibile tracciare le variazioni di produttività del lavoroche un osservatore che avesse accesso ai dati prodotti dal modello ma non ne conoscesse la struttura e la fonte della variabilità, potrebbe misurare.
2017
Rapporto sullo Stato Sociale 2017
978-88-9377-011-8
decentramento contrattuale; produttività settoriale, modello input-output; simulazione stocastica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Produttività settoriale e decentramento contrattuale / Tancioni, Massimiliano. - STAMPA. - (2017), pp. 123-134.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1099054
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