Il presente è un’epoca di vorticose accelerazioni che hanno prodotto grande instabilità nel pianeta, tra i popoli e le persone. Crescita demografica, aumento delle migrazioni, della concentrazione urbana nelle città del sud del mondo, del consumo di energia, producono un mondo alterato, attraversato da inediti fenomeni metereologici ed ambientali. L’era dell’Antropocene propone una sfida non solo per le scienze ma anche per le arti, le scienze umane, per il modo abituale di vedere le cose e per la cultura contemporanea: è necessaria un’altra visione delle pratiche e delle teorie. Per la prima volta la storia umana si collega alla storia del mondo e alla storia dei viventi, segnando una nuova epoca diversa dalle precedenti. Il paesaggio esprime una delle attitudini più vivaci ed interessanti del progetto contemporaneo. Agire con il paesaggio tratteggia la “geografia” di una ricerca che interroga il ruolo del progetto degli spazi liberi quale contributo decisivo per azioni di rigenerazione dell’habitat umano sofferente. Il progetto di paesaggio ha “saltato lo steccato” del giardino e del parco per investire questioni complesse, passando da una condizione marginale all’assunzione di un ruolo significativo tra le discipline progettuali, proponendosi quale pratica operativa in grado di compiere una sintesi tra sistemi ecologici, informazioni scientifiche, tecnologie, pratiche sociali e valori culturali. Così l’azione sul paesaggio si è rivelata strategica - affrontando in termini originali il tema del rapporto tra conservazione e trasformazione, misurandosi in modo non subalterno con i temi dell’ecologia, al contrario ricercando in essi spunti per un arricchimento della creatività e dei codici espressivi del progetto di paesaggio – per l’aggiornamento delle categorie teoriche e di approccio del progetto. I temi che compongono questo testo trattano alcune “capacità” del progetto, ne descrivono le pratiche e ne delineano gli orizzonti teorici. Paesaggi resilienti, paesaggi sociali, paesaggi produttivi, paesaggi in transito identificano quattro ambiti tematici ma anche categorie di paesaggi che, senza alcuna pretesa di completezza, sostengono lo sforzo interpretativo. Agire con il paesaggio non è solo l’invocazione di una maggiore concretezza, ma pone la questione del progetto come alternativa a tutte quelle visioni che chiudono il paesaggio in una dimensione contemplativa. Agire richiede un pensiero, preparazione, una attrezzatura per l’intrapresa. Agire-pensare con il paesaggio aiuta la ricerca di una via d’uscita tra pensiero macchinista della produzione e pensiero nostalgico del paradiso perduto. In un tempo come questo, nel quale domina la scala mondiale, la qualità del paesaggio riconduce ai luoghi, senza particolarismi, perché è un locale che è anche globale e non smette di mettere in relazione, di combinare il disparato.
Agire con il paesaggio / Celestini, Gianni. - STAMPA. - 4:(2018), pp. 1-124.
Agire con il paesaggio
Gianni Celestini
2018
Abstract
Il presente è un’epoca di vorticose accelerazioni che hanno prodotto grande instabilità nel pianeta, tra i popoli e le persone. Crescita demografica, aumento delle migrazioni, della concentrazione urbana nelle città del sud del mondo, del consumo di energia, producono un mondo alterato, attraversato da inediti fenomeni metereologici ed ambientali. L’era dell’Antropocene propone una sfida non solo per le scienze ma anche per le arti, le scienze umane, per il modo abituale di vedere le cose e per la cultura contemporanea: è necessaria un’altra visione delle pratiche e delle teorie. Per la prima volta la storia umana si collega alla storia del mondo e alla storia dei viventi, segnando una nuova epoca diversa dalle precedenti. Il paesaggio esprime una delle attitudini più vivaci ed interessanti del progetto contemporaneo. Agire con il paesaggio tratteggia la “geografia” di una ricerca che interroga il ruolo del progetto degli spazi liberi quale contributo decisivo per azioni di rigenerazione dell’habitat umano sofferente. Il progetto di paesaggio ha “saltato lo steccato” del giardino e del parco per investire questioni complesse, passando da una condizione marginale all’assunzione di un ruolo significativo tra le discipline progettuali, proponendosi quale pratica operativa in grado di compiere una sintesi tra sistemi ecologici, informazioni scientifiche, tecnologie, pratiche sociali e valori culturali. Così l’azione sul paesaggio si è rivelata strategica - affrontando in termini originali il tema del rapporto tra conservazione e trasformazione, misurandosi in modo non subalterno con i temi dell’ecologia, al contrario ricercando in essi spunti per un arricchimento della creatività e dei codici espressivi del progetto di paesaggio – per l’aggiornamento delle categorie teoriche e di approccio del progetto. I temi che compongono questo testo trattano alcune “capacità” del progetto, ne descrivono le pratiche e ne delineano gli orizzonti teorici. Paesaggi resilienti, paesaggi sociali, paesaggi produttivi, paesaggi in transito identificano quattro ambiti tematici ma anche categorie di paesaggi che, senza alcuna pretesa di completezza, sostengono lo sforzo interpretativo. Agire con il paesaggio non è solo l’invocazione di una maggiore concretezza, ma pone la questione del progetto come alternativa a tutte quelle visioni che chiudono il paesaggio in una dimensione contemplativa. Agire richiede un pensiero, preparazione, una attrezzatura per l’intrapresa. Agire-pensare con il paesaggio aiuta la ricerca di una via d’uscita tra pensiero macchinista della produzione e pensiero nostalgico del paradiso perduto. In un tempo come questo, nel quale domina la scala mondiale, la qualità del paesaggio riconduce ai luoghi, senza particolarismi, perché è un locale che è anche globale e non smette di mettere in relazione, di combinare il disparato.File | Dimensione | Formato | |
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