Con la città industriale il parco diventa una componente dell’urbanità, un elemento della riorganizzazione della città, la prima volta che si può parlare di sistema del verde come materiale, insieme agli impianti a rete per la riqualificazione prestazionale della città. Muta l’assetto del parco; alla definizione della sua nuova configurazione concorrono le tecniche urbanistiche, la tecnologia delle reti infrastrutturali, gli aspetti normativi e prestazionali. Esso non è un’entità estranea alla città, non è il luogo separato e deputato alla naturalità nel dominio dell’artificio urbano, la sua realizzazione diviene un fattore strutturante ritenuto fondamentale per la riorganizzazione di intere parti di città in funzione di esigenze, valori, caratteri moderni.Il Movimento Moderno segnerà un momento di discontinuità postulando in teoria ed in pratica un ruolo subalterno dello spazio vegetale rispetto alla città costruita: il vuoto è lo spazio della circolazione e del movimento dal carattere pubblico e naturale.Le opere di grandi maestri quali Burle Marx, Barragan, Noguchi e poi quelle di Halprin testimoniano l’affacciarsi di un nuovo spirito, libero e nuovo anche se impegnato a comprendere e a trarre ispirazione dalla tradizione. Il paesaggismo del '900 (In particolare le opere diRoberto Burle Marx, e di Lawrence Halprin) introducono una profonda innovazione nella concezione del parco.Il parco come la strada diviene lo scenario dove comportamenti e pratiche producono un nuovo spazio-tempo; come la strada, il parco è la superficie della vita quotidiana utile per reagire alla frammentazione della realtà urbana. Negli ultimi decenni si manifesta un’attenzione per gli spazi liberi come i nuovi luoghi e nuovi temi per un’idea dello spazio pubblico evoluta ed aggiornata.Nella città frammentata e dispersa dominata dalle infrastrutture che il più delle volte si pongono come barriere, emergono luoghi potenziali di frontiera, di scambio cioè tra la dimensione urbana e quella del paesaggio, tra l’ambiente costruito e i processi agricoli e rurali che possono essere parte di un nuovo e più ricco immaginario urbano. Così il paesaggio supera la progettazione dei sistemi di vegetazione, piuttosto che il disegno del suolo e la gestione degli elementi naturali e artificiali per spingersi verso la prefigurazione, per tenere insieme in un nuovo ordine di relazioni l’eterogeneità dell’habitat umano.La trama degli spazi aperti può essere la struttura narrativa delle diverse intensità della continuità ecologica e della vitalità sociale, rappresentare come in una sequenza diagrammatica i diversi usi e specie di spazi: trame colturali, reticolo idrografico, nuove forme della socialità e della riappropriazione comunitaria. Un paesaggio relazionale come sequenza di spazi liberi con specifiche capacità funzionali ed ecologiche, disponibili per attività diverse.Il paesaggio come infrastruttura designa un’azione intenzionale che delinea un campo aperto composito che favorisce relazioni reciproche tra diverse componenti fisiche e spaziali dagli ambiti privati ai parchi, dai terreni coltivati a quelli abbandonati, dall’agricoltura ai giardini. Un approccio interpretativo ed operativo allo stesso tempo che rintraccia valori ambientali e potenzialità sociali arricchendoli di nuove relazioni promettenti di nuovi cicli di vita.
Lineamenti evolutivi dal parco urbano alla infrastruttura paesaggio / Celestini, Gianni. - STAMPA. - (2017), pp. 103-111.
Lineamenti evolutivi dal parco urbano alla infrastruttura paesaggio
Gianni Celestini
2017
Abstract
Con la città industriale il parco diventa una componente dell’urbanità, un elemento della riorganizzazione della città, la prima volta che si può parlare di sistema del verde come materiale, insieme agli impianti a rete per la riqualificazione prestazionale della città. Muta l’assetto del parco; alla definizione della sua nuova configurazione concorrono le tecniche urbanistiche, la tecnologia delle reti infrastrutturali, gli aspetti normativi e prestazionali. Esso non è un’entità estranea alla città, non è il luogo separato e deputato alla naturalità nel dominio dell’artificio urbano, la sua realizzazione diviene un fattore strutturante ritenuto fondamentale per la riorganizzazione di intere parti di città in funzione di esigenze, valori, caratteri moderni.Il Movimento Moderno segnerà un momento di discontinuità postulando in teoria ed in pratica un ruolo subalterno dello spazio vegetale rispetto alla città costruita: il vuoto è lo spazio della circolazione e del movimento dal carattere pubblico e naturale.Le opere di grandi maestri quali Burle Marx, Barragan, Noguchi e poi quelle di Halprin testimoniano l’affacciarsi di un nuovo spirito, libero e nuovo anche se impegnato a comprendere e a trarre ispirazione dalla tradizione. Il paesaggismo del '900 (In particolare le opere diRoberto Burle Marx, e di Lawrence Halprin) introducono una profonda innovazione nella concezione del parco.Il parco come la strada diviene lo scenario dove comportamenti e pratiche producono un nuovo spazio-tempo; come la strada, il parco è la superficie della vita quotidiana utile per reagire alla frammentazione della realtà urbana. Negli ultimi decenni si manifesta un’attenzione per gli spazi liberi come i nuovi luoghi e nuovi temi per un’idea dello spazio pubblico evoluta ed aggiornata.Nella città frammentata e dispersa dominata dalle infrastrutture che il più delle volte si pongono come barriere, emergono luoghi potenziali di frontiera, di scambio cioè tra la dimensione urbana e quella del paesaggio, tra l’ambiente costruito e i processi agricoli e rurali che possono essere parte di un nuovo e più ricco immaginario urbano. Così il paesaggio supera la progettazione dei sistemi di vegetazione, piuttosto che il disegno del suolo e la gestione degli elementi naturali e artificiali per spingersi verso la prefigurazione, per tenere insieme in un nuovo ordine di relazioni l’eterogeneità dell’habitat umano.La trama degli spazi aperti può essere la struttura narrativa delle diverse intensità della continuità ecologica e della vitalità sociale, rappresentare come in una sequenza diagrammatica i diversi usi e specie di spazi: trame colturali, reticolo idrografico, nuove forme della socialità e della riappropriazione comunitaria. Un paesaggio relazionale come sequenza di spazi liberi con specifiche capacità funzionali ed ecologiche, disponibili per attività diverse.Il paesaggio come infrastruttura designa un’azione intenzionale che delinea un campo aperto composito che favorisce relazioni reciproche tra diverse componenti fisiche e spaziali dagli ambiti privati ai parchi, dai terreni coltivati a quelli abbandonati, dall’agricoltura ai giardini. Un approccio interpretativo ed operativo allo stesso tempo che rintraccia valori ambientali e potenzialità sociali arricchendoli di nuove relazioni promettenti di nuovi cicli di vita.File | Dimensione | Formato | |
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