Il lavoro ha l’obiettivo di presentare, in particolare ad un lettore non italiano, le caratteristiche del nostro modello di scuola inclusiva, il suo sviluppo storico, i suoi punti di forza e di debolezza all’interno di una cornice più ampia, quella del movimento internazionale per l’educazione inclusiva. Il libro è diviso in dieci capitoli. Il capitolo 1 analizza il concetto di inclusione educativa in una prospettiva internazionale, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua evoluzione nel tempo e i diversi significati che ha assunto nel dibattito contemporaneo. Nonostante l’unanime accettazione e condivisione del principio di inclusione educativa, manca ancora un consenso rispetto al reale significato dell’educazione inclusiva e alle sue implicazioni concrete in termini di politiche e pratiche. Nel mondo, ci sono diverse concettualizzazioni del termine “educazione inclusiva” lungo un continuum tra due modelli teorici, l’integrazione (paradigma riduzionista) e l’inclusione (paradigma sistemico). Il concetto di disabilità viene discusso nel capitolo 2, a partire dalla definizione data dall’ONU nel 2006 che enfatizza l’importanza dell’interazione tra la persona, con le sue caratteristiche fisiche, mentali e psicologiche, e l’ambiente. Vengono descritti i diversi approcci teorici alla disabilità e le loro implicazioni in termini di politiche e pratiche. Guardando al passato, il capitolo traccia le origini e lo sviluppo del modello sociale della disabilità da cui è nato e si è sviluppato negli ultimi quarant’anni l’approccio dei disability studies. Si spiega perché questa prospettiva differisce radicalmente dal modello individuale/medico della disabilità, prevalente prima degli anni ’80, e come essa può cambiare il concetto di inclusione in educazione e la ricerca in questo campo. Il capitolo 3 descrive l’evoluzione storica del modello di educazione inclusiva nel nostro paese e i fattori che ne hanno determinato lo sviluppo, fino ai giorni nostri. Dopo aver ripercorso le principali tappe della storia del sistema scolastico, e la sua attuale struttura, il capitolo illustra i passaggi principali della produzione normativa a favore dell’inclusione scolastica e, nello specifico, dell’inserimento degli studenti con disabilità nella scuola di tutti. Questo processo, iniziato in Italia molto prima che in altri paesi europei, è radicato nella storia politica e sociale di una nazione che, fin dalla sua nascita, ha dovuto gestire profonde diversità e fratture. In un tale contesto, la politica di integrazione scolastica non è stata un fatto isolato, bensì è apparsa come una tessera di mosaico nell’ambito di un ampio movimento politico e sociale teso alla salvaguardia dei diritti costituzionali, al contenimento dei conflitti politici e, in ultima analisi, al miglioramento della giustizia sociale. Alcuni pedagogisti italiani hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo di teorie educative a supporto dell’educazione inclusiva. Le loro storie sono raccontate nel capitolo 4. Queste figure erano molto diverse da numerosi punti di vista, ma anche molto simili per il loro impegno verso la giustizia sociale e per la loro fede nell’educazione come potente strumento di cambiamento sociale. Il capitolo 5 approfondisce le modalità con cui il quadro normativo si traduce in politiche e pratiche a livello di istituti scolastici. Inoltre, analizza i punti di forza e di debolezza del modello italiano di scuola inclusiva facendo riferimento alla letteratura scientifica nazionale e internazionale. Infine, viene riportato lo stato dell’arte e i principali risultati della ricerca sull’educazione inclusiva. Il capitolo 6 descrive le politiche disegnate per gestire e valorizzare la diversità delle origini culturali e dei percorsi di vita di tutti gli alunni. Viene presentato anche il modello teorico sotteso a queste politiche, che affonda le sue radici nella nostra tradizione pedagogica inclusiva. Tuttavia, le politiche educative non sono l’unico strumento necessario per costruire una scuola realmente inclusiva. Molti studenti nelle nostre scuole hanno trascorso la loro intera vita in Italia, ma non possono essere pienamente integrati nella società fino a che non viene riconosciuta loro la cittadinanza. Le recenti proposte di riforma della legge sulla cittadinanza sono state respinte, lasciando un vuoto allarmante nelle politiche per l’integrazione. In Europa le scelte riguardanti i sistemi educativi e l’inclusione sono molto diverse, è possibile tuttavia identificare alcune tendenze comuni nelle politiche e nelle pratiche e alcune aree da rafforzare. Questi aspetti sono trattati nel capitolo 7, a partire dai dati della European Agency for Special Needs and Inclusive Education (EASNIE), un’organizzazione indipendente che ha il compito di favorire la collaborazione tra gli stati membri per la creazione di sistemi educativi più inclusivi. A causa di problemi di natura metodologica, gli indicatori sull’educazione inclusiva sono difficilmente comparabili, eccetto quelli riguardanti le diverse forme di “segregazione” educativa. Nonostante vi sia un quadro di linee guida molto chiaro e ampiamente condiviso, i paesi Europei hanno raggiunto finora livelli di inclusività molto diversi nei loro sistemi educativi. Nel capitolo 8 viene proposta una panoramica delle politiche italiane per il monitoraggio e la valutazione dell’inclusione nei contesti educativi, oltre ad una descrizione delle linee guida e degli indicatori diffusi dalla European Agency for Special Needs and Inclusive Education (EASNIE) per la valutazione corretta ed efficace dell’inclusività dei sistemi scolastici. In Italia, l’inclusività, già presente tra gli indicatori per l’autovalutazione delle scuole, è stata di recente inserita tra gli aspetti da considerare anche nella valutazione esterna. In Europa, i paesi adottano diverse politiche, ma l’Agenzia ha lavorato con un approccio bottom up per raccogliere le opinioni e le esperienze dei paesi membri, arrivando a proporre delle linee guida e degli indicatori. A livello di singola scuola, la metodologia più autorevole è proposta all’interno dell’Index per l’inclusione, uno strumento validato a livello internazionale per misurare l’inclusività di una ambiente scolastico. L’Index prende ha come riferimento teorico il modello sociale della disabilità, focalizzandosi quindi sulle barriere all’apprendimento e alla partecipazione. Il capitolo 9 riprende i principali concetti esposti nel testo arricchendo l’analisi con autorevoli contributi teorici. L’Italia ha fatto molta strada dall’alba dell’inclusione scolastica e ha raggiunto importanti risultati. Tuttavia, luci ed ombre convivono nella realtà delle scuole di oggi. Mentre la coesione sociale diventa sempre più una priorità ogni giorno, aumentano anche i rischi di marginalizzazione dei gruppi più svantaggiati. Dopo aver decostruito le politiche italiane e discusso le ombre che minacciano l’inclusività della scuola italiana, saranno approfonditi i punti principali cui prestare attenzione per la costruzione di politiche efficaci.Infine, il capitolo 10 offre l’originale contributo di un Professore universitario che è stato anche insegnante quando la politica dell’integrazione scolastica muoveva i suoi primi passi. E’ una riflessione sul ruolo dell’educatore alle prese con un mondo che sembra costruire diversità per poi “correggerle”, innescando un circolo vizioso guidato da una razionalità cieca. La conclusione è una proposta, che consiste nel vedere la diversità, così come l’inclusione, in una luce nuova

Inclusive education. A critical view on Italian policies / Zanazzi, Silvia. - ELETTRONICO. - (2018).

Inclusive education. A critical view on Italian policies

Silvia Zanazzi
2018

Abstract

Il lavoro ha l’obiettivo di presentare, in particolare ad un lettore non italiano, le caratteristiche del nostro modello di scuola inclusiva, il suo sviluppo storico, i suoi punti di forza e di debolezza all’interno di una cornice più ampia, quella del movimento internazionale per l’educazione inclusiva. Il libro è diviso in dieci capitoli. Il capitolo 1 analizza il concetto di inclusione educativa in una prospettiva internazionale, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua evoluzione nel tempo e i diversi significati che ha assunto nel dibattito contemporaneo. Nonostante l’unanime accettazione e condivisione del principio di inclusione educativa, manca ancora un consenso rispetto al reale significato dell’educazione inclusiva e alle sue implicazioni concrete in termini di politiche e pratiche. Nel mondo, ci sono diverse concettualizzazioni del termine “educazione inclusiva” lungo un continuum tra due modelli teorici, l’integrazione (paradigma riduzionista) e l’inclusione (paradigma sistemico). Il concetto di disabilità viene discusso nel capitolo 2, a partire dalla definizione data dall’ONU nel 2006 che enfatizza l’importanza dell’interazione tra la persona, con le sue caratteristiche fisiche, mentali e psicologiche, e l’ambiente. Vengono descritti i diversi approcci teorici alla disabilità e le loro implicazioni in termini di politiche e pratiche. Guardando al passato, il capitolo traccia le origini e lo sviluppo del modello sociale della disabilità da cui è nato e si è sviluppato negli ultimi quarant’anni l’approccio dei disability studies. Si spiega perché questa prospettiva differisce radicalmente dal modello individuale/medico della disabilità, prevalente prima degli anni ’80, e come essa può cambiare il concetto di inclusione in educazione e la ricerca in questo campo. Il capitolo 3 descrive l’evoluzione storica del modello di educazione inclusiva nel nostro paese e i fattori che ne hanno determinato lo sviluppo, fino ai giorni nostri. Dopo aver ripercorso le principali tappe della storia del sistema scolastico, e la sua attuale struttura, il capitolo illustra i passaggi principali della produzione normativa a favore dell’inclusione scolastica e, nello specifico, dell’inserimento degli studenti con disabilità nella scuola di tutti. Questo processo, iniziato in Italia molto prima che in altri paesi europei, è radicato nella storia politica e sociale di una nazione che, fin dalla sua nascita, ha dovuto gestire profonde diversità e fratture. In un tale contesto, la politica di integrazione scolastica non è stata un fatto isolato, bensì è apparsa come una tessera di mosaico nell’ambito di un ampio movimento politico e sociale teso alla salvaguardia dei diritti costituzionali, al contenimento dei conflitti politici e, in ultima analisi, al miglioramento della giustizia sociale. Alcuni pedagogisti italiani hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo di teorie educative a supporto dell’educazione inclusiva. Le loro storie sono raccontate nel capitolo 4. Queste figure erano molto diverse da numerosi punti di vista, ma anche molto simili per il loro impegno verso la giustizia sociale e per la loro fede nell’educazione come potente strumento di cambiamento sociale. Il capitolo 5 approfondisce le modalità con cui il quadro normativo si traduce in politiche e pratiche a livello di istituti scolastici. Inoltre, analizza i punti di forza e di debolezza del modello italiano di scuola inclusiva facendo riferimento alla letteratura scientifica nazionale e internazionale. Infine, viene riportato lo stato dell’arte e i principali risultati della ricerca sull’educazione inclusiva. Il capitolo 6 descrive le politiche disegnate per gestire e valorizzare la diversità delle origini culturali e dei percorsi di vita di tutti gli alunni. Viene presentato anche il modello teorico sotteso a queste politiche, che affonda le sue radici nella nostra tradizione pedagogica inclusiva. Tuttavia, le politiche educative non sono l’unico strumento necessario per costruire una scuola realmente inclusiva. Molti studenti nelle nostre scuole hanno trascorso la loro intera vita in Italia, ma non possono essere pienamente integrati nella società fino a che non viene riconosciuta loro la cittadinanza. Le recenti proposte di riforma della legge sulla cittadinanza sono state respinte, lasciando un vuoto allarmante nelle politiche per l’integrazione. In Europa le scelte riguardanti i sistemi educativi e l’inclusione sono molto diverse, è possibile tuttavia identificare alcune tendenze comuni nelle politiche e nelle pratiche e alcune aree da rafforzare. Questi aspetti sono trattati nel capitolo 7, a partire dai dati della European Agency for Special Needs and Inclusive Education (EASNIE), un’organizzazione indipendente che ha il compito di favorire la collaborazione tra gli stati membri per la creazione di sistemi educativi più inclusivi. A causa di problemi di natura metodologica, gli indicatori sull’educazione inclusiva sono difficilmente comparabili, eccetto quelli riguardanti le diverse forme di “segregazione” educativa. Nonostante vi sia un quadro di linee guida molto chiaro e ampiamente condiviso, i paesi Europei hanno raggiunto finora livelli di inclusività molto diversi nei loro sistemi educativi. Nel capitolo 8 viene proposta una panoramica delle politiche italiane per il monitoraggio e la valutazione dell’inclusione nei contesti educativi, oltre ad una descrizione delle linee guida e degli indicatori diffusi dalla European Agency for Special Needs and Inclusive Education (EASNIE) per la valutazione corretta ed efficace dell’inclusività dei sistemi scolastici. In Italia, l’inclusività, già presente tra gli indicatori per l’autovalutazione delle scuole, è stata di recente inserita tra gli aspetti da considerare anche nella valutazione esterna. In Europa, i paesi adottano diverse politiche, ma l’Agenzia ha lavorato con un approccio bottom up per raccogliere le opinioni e le esperienze dei paesi membri, arrivando a proporre delle linee guida e degli indicatori. A livello di singola scuola, la metodologia più autorevole è proposta all’interno dell’Index per l’inclusione, uno strumento validato a livello internazionale per misurare l’inclusività di una ambiente scolastico. L’Index prende ha come riferimento teorico il modello sociale della disabilità, focalizzandosi quindi sulle barriere all’apprendimento e alla partecipazione. Il capitolo 9 riprende i principali concetti esposti nel testo arricchendo l’analisi con autorevoli contributi teorici. L’Italia ha fatto molta strada dall’alba dell’inclusione scolastica e ha raggiunto importanti risultati. Tuttavia, luci ed ombre convivono nella realtà delle scuole di oggi. Mentre la coesione sociale diventa sempre più una priorità ogni giorno, aumentano anche i rischi di marginalizzazione dei gruppi più svantaggiati. Dopo aver decostruito le politiche italiane e discusso le ombre che minacciano l’inclusività della scuola italiana, saranno approfonditi i punti principali cui prestare attenzione per la costruzione di politiche efficaci.Infine, il capitolo 10 offre l’originale contributo di un Professore universitario che è stato anche insegnante quando la politica dell’integrazione scolastica muoveva i suoi primi passi. E’ una riflessione sul ruolo dell’educatore alle prese con un mondo che sembra costruire diversità per poi “correggerle”, innescando un circolo vizioso guidato da una razionalità cieca. La conclusione è una proposta, che consiste nel vedere la diversità, così come l’inclusione, in una luce nuova
2018
9788833650029
inclusione; scuola; disabilità
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Inclusive education. A critical view on Italian policies / Zanazzi, Silvia. - ELETTRONICO. - (2018).
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