Lo studio analizza l'impatto delle fonti di matrice comunitaria sulla disciplina dei contratti e sulla nostra cultura giuridica. Senza che ciò possa apparire e riduttivo, sembra proprio che il maggior merito delle recenti produzioni legislative risieda nell'aver persuaso molti dei nostri interpreti che il controllo eteroregolamentare sull'autonomia contrattuale non è contro la libertà dei privati ma, in favore di essa, contro gli abusi di potere economico. Che il libero mercato ha bisogno di regole e che possono e devono essere esercitati controlli anche in nome della libera concorrenza. La rivoluzione culturale, con riferimento al nostro sistema dei contratti, ha attitudine a riflettersi nell'esperienza concreta, nella misura in cui pregiudizi ideologici di varia natura hanno sempre erroneamente portato a credere che l'intangibilità del voluto fosse garanzia di libertà e che la libertà individuale fosse di per sè garanzia di promozione dell'uomo. In siffatto contesto, peraltro, gli strumenti interpretativi già a nostra disposizione avrebbero consentito di usare validi argomenti contro quei pregiudizi; il nostro ordine costituzionale ha infatti in sè potenzialità promozionali che, senza mortificare il mercato e le libertà individuali, tendono alla piena realizzazione della persona ben al di là della sua dimensione economica. Anche da questi segnali può trarsi che il nostro progresso è legato in modo inscindibile al processo di integrazione europea. In caso contrario la nostra cultura finirà con l'essere definitivamente marginalizzata sotto il peso di schemi e retaggi dei quali stentiamo a liberarci.
Diritto dei contratti e sensibilità dell'interprete / Criscuolo, Fabrizio. - STAMPA. - (2003), pp. 1-184.
Diritto dei contratti e sensibilità dell'interprete
Fabrizio CriscuoloWriting – Original Draft Preparation
2003
Abstract
Lo studio analizza l'impatto delle fonti di matrice comunitaria sulla disciplina dei contratti e sulla nostra cultura giuridica. Senza che ciò possa apparire e riduttivo, sembra proprio che il maggior merito delle recenti produzioni legislative risieda nell'aver persuaso molti dei nostri interpreti che il controllo eteroregolamentare sull'autonomia contrattuale non è contro la libertà dei privati ma, in favore di essa, contro gli abusi di potere economico. Che il libero mercato ha bisogno di regole e che possono e devono essere esercitati controlli anche in nome della libera concorrenza. La rivoluzione culturale, con riferimento al nostro sistema dei contratti, ha attitudine a riflettersi nell'esperienza concreta, nella misura in cui pregiudizi ideologici di varia natura hanno sempre erroneamente portato a credere che l'intangibilità del voluto fosse garanzia di libertà e che la libertà individuale fosse di per sè garanzia di promozione dell'uomo. In siffatto contesto, peraltro, gli strumenti interpretativi già a nostra disposizione avrebbero consentito di usare validi argomenti contro quei pregiudizi; il nostro ordine costituzionale ha infatti in sè potenzialità promozionali che, senza mortificare il mercato e le libertà individuali, tendono alla piena realizzazione della persona ben al di là della sua dimensione economica. Anche da questi segnali può trarsi che il nostro progresso è legato in modo inscindibile al processo di integrazione europea. In caso contrario la nostra cultura finirà con l'essere definitivamente marginalizzata sotto il peso di schemi e retaggi dei quali stentiamo a liberarci.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.