Il contributo tratta delle principali realizzazioni di Vespignani a Viterbo e nella provincia. Il progetto per il Teatro dell’Unione, l’opera più significativa realizzata a Viterbo, è risultato vincitore di un concorso del 1845; la sala segue il modello a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e un loggione. E’ inaugurato nel 1855. Nello stesso anno Vespignani ristruttura il Caffè Schenardi sul Corso secondo una veste neoclassica. L’architetto realizza anche due porte trionfali di carattere temporaneo per la visita di Pio IX a Viterbo del 1857, in forma di archi onorari ispirati ai modelli classici. Costruisce inoltre l’ingresso al Prato Giardino e il cimitero di San Lazzaro, l’ultima opera, progettata nel 1872, dalle linee sobrie, utilizzando un materiale locale, il peperino. Nel viterbese si segnala anche il suo restauro della basilica di S. Elia presso Nepi (1856), secondo il metodo del ripristino, poi adottato anche nelle chiese romane, inoltre la costruzione della grande chiesa di Santa Maria a Capranica progettata secondo il modello basilicale nel 1864-65.
Virginio Vespignani. Gli interventi nel Viterbese / Barucci, Clementina; Bentivoglio, Enzo; Fontana, Vincenzo. - STAMPA. - (2017), pp. 29-52.
Virginio Vespignani. Gli interventi nel Viterbese
Clementina Barucci;
2017
Abstract
Il contributo tratta delle principali realizzazioni di Vespignani a Viterbo e nella provincia. Il progetto per il Teatro dell’Unione, l’opera più significativa realizzata a Viterbo, è risultato vincitore di un concorso del 1845; la sala segue il modello a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e un loggione. E’ inaugurato nel 1855. Nello stesso anno Vespignani ristruttura il Caffè Schenardi sul Corso secondo una veste neoclassica. L’architetto realizza anche due porte trionfali di carattere temporaneo per la visita di Pio IX a Viterbo del 1857, in forma di archi onorari ispirati ai modelli classici. Costruisce inoltre l’ingresso al Prato Giardino e il cimitero di San Lazzaro, l’ultima opera, progettata nel 1872, dalle linee sobrie, utilizzando un materiale locale, il peperino. Nel viterbese si segnala anche il suo restauro della basilica di S. Elia presso Nepi (1856), secondo il metodo del ripristino, poi adottato anche nelle chiese romane, inoltre la costruzione della grande chiesa di Santa Maria a Capranica progettata secondo il modello basilicale nel 1864-65.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.