L'approfondimento del discorso della razza nell’Ottocento consente di cogliere un aspetto inesplorato del pensiero di Gaetano Mosca, la cui posizione intellettuale è, di rimando, significativa per una lettura in prospettiva storico-concettuale dei diversi approcci e contenuti che quel discorso caratterizzano. L’attenzione di Mosca al tema, strategica ai fini di una scienza politica nella forma di scienza della storia, consente di attraversare e mettere in dubbio le dottrine della razza dell’epoca. Denaturalizzando il ruolo sociale delle razze fisiche, a partire dalla loro indeterminatezza semantica e infondatezza epistemica (ma mai inesistenza assoluta), Mosca resta autore positivista, al tempo stesso critico di quelle che per lui sono cattive applicazioni della scienza. In dialogo intellettuale con alcune tra le principali voci del dibattito pubblico ottocentesco su storicità delle razze e configurazione delle società umane – da Gobineau a Thierry, da Taine a Le Bon a Gumplowicz, fino a Napoleone Colajanni – egli fornisce materiale critico a quel successivo filone storiografico che guarderà, e guarda ancora, al razzismo non come patologia di carattere morale, ma elemento strutturale di organizzazione del potere politico e delle gerarchie sociali.
Razze in teoria. La scienza politica di Gaetano Mosca nel discorso pubblico dell'Ottocento / Ruocco, Giovanni. - STAMPA. - (2017).
Razze in teoria. La scienza politica di Gaetano Mosca nel discorso pubblico dell'Ottocento
Giovanni Ruocco
2017
Abstract
L'approfondimento del discorso della razza nell’Ottocento consente di cogliere un aspetto inesplorato del pensiero di Gaetano Mosca, la cui posizione intellettuale è, di rimando, significativa per una lettura in prospettiva storico-concettuale dei diversi approcci e contenuti che quel discorso caratterizzano. L’attenzione di Mosca al tema, strategica ai fini di una scienza politica nella forma di scienza della storia, consente di attraversare e mettere in dubbio le dottrine della razza dell’epoca. Denaturalizzando il ruolo sociale delle razze fisiche, a partire dalla loro indeterminatezza semantica e infondatezza epistemica (ma mai inesistenza assoluta), Mosca resta autore positivista, al tempo stesso critico di quelle che per lui sono cattive applicazioni della scienza. In dialogo intellettuale con alcune tra le principali voci del dibattito pubblico ottocentesco su storicità delle razze e configurazione delle società umane – da Gobineau a Thierry, da Taine a Le Bon a Gumplowicz, fino a Napoleone Colajanni – egli fornisce materiale critico a quel successivo filone storiografico che guarderà, e guarda ancora, al razzismo non come patologia di carattere morale, ma elemento strutturale di organizzazione del potere politico e delle gerarchie sociali.File | Dimensione | Formato | |
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