Il dibattito sulla (in)stabilità finanziaria globale costituisce un tema centrale nell’agenda politica delle autorità internazionali di vigilanza finanziaria. Attualmente lo strumento regolamentare per limitare l’insorgenza del rischio sistemico è la richiesta a ciascuna istituzione finanziaria “sistemicamente rilevante” (SIFI) di un surplus di capitale in funzione delle esternalità negative generate dal contributo dell’istituzione al rischio complessivo del sistema finanziario. L’aspetto chiave nel dibattito internazionale è “come” individuare le istituzioni alle quali richiedere questi surplus di capitale a “copertura” del rischio sistemico. Le debolezze in termini di trasparenza dei dati e di verificabilità dei risultati del metodo regolamentare di identificazione delle istituzioni a rilevanza sistemica hanno provocato critiche ed insoddisfazioni da parte del mondo bancario stimolando studiosi e practitioners a proporre metodi alternativi basati su modelli matematico-statistici ed alimentati soprattutto da dati di mercato ad alta frequenza (tipicamente i rendimenti giornalieri di borsa delle istituzioni finanziarie). L’approccio basato sui dati di mercato utilizza, infatti, soprattutto informazioni pubbliche di borsa relative alle istituzioni finanziarie e propone “nuove” misure di rischio, rispetto alla misura regolamentare del Value–at–Risk (VaR), nel tentativo di cogliere più adeguatamente proprio il fenomeno del contagio e catturare quegli effetti di spillovers (esternalità negative) tra le istituzioni finanziarie che sono caratteristiche peculiari del rischio sistemico. L’obiettivo di tutte queste misure alternative di rischio sistemico è quello di discriminare le istituzioni finanziarie nelle due categorie principali delle “SIFI” e delle “non SIFI” attraverso la costruzione di un ranking (secondo un ordine decrescente di livello di rischio) delle istituzioni che sia funzione del grado di contributo al rischio sistemico da parte di ciascuna istituzione. Maggiore è il contributo al rischio d’instabilità del sistema finanziario da parte di ciascuna istituzione, più alta sarà la sua posizione nel ranking e maggiore sarà il requisito addizionale di capitale richiesto a copertura delle perdite inattese dell’istituzione causate da una situazione di stress sofferta dall’istituzione stessa. Coerentemente con quanto espresso sopra, il primo capitolo di questo volume II dal titolo “Instabilità finanziaria globale: come governarla” della Collana di Finance & Development analizza proprio gli sviluppi scientifici in tema di stima del contributo al rischio sistemico delle istituzioni finanziarie soffermandosi su un approccio component, anziché marginal.

Prefazione / Di Clemente, Annalisa. - ELETTRONICO. - 2(2017), pp. 9-12. [10.4399/97888255071711].

Prefazione

Di Clemente, Annalisa
2017

Abstract

Il dibattito sulla (in)stabilità finanziaria globale costituisce un tema centrale nell’agenda politica delle autorità internazionali di vigilanza finanziaria. Attualmente lo strumento regolamentare per limitare l’insorgenza del rischio sistemico è la richiesta a ciascuna istituzione finanziaria “sistemicamente rilevante” (SIFI) di un surplus di capitale in funzione delle esternalità negative generate dal contributo dell’istituzione al rischio complessivo del sistema finanziario. L’aspetto chiave nel dibattito internazionale è “come” individuare le istituzioni alle quali richiedere questi surplus di capitale a “copertura” del rischio sistemico. Le debolezze in termini di trasparenza dei dati e di verificabilità dei risultati del metodo regolamentare di identificazione delle istituzioni a rilevanza sistemica hanno provocato critiche ed insoddisfazioni da parte del mondo bancario stimolando studiosi e practitioners a proporre metodi alternativi basati su modelli matematico-statistici ed alimentati soprattutto da dati di mercato ad alta frequenza (tipicamente i rendimenti giornalieri di borsa delle istituzioni finanziarie). L’approccio basato sui dati di mercato utilizza, infatti, soprattutto informazioni pubbliche di borsa relative alle istituzioni finanziarie e propone “nuove” misure di rischio, rispetto alla misura regolamentare del Value–at–Risk (VaR), nel tentativo di cogliere più adeguatamente proprio il fenomeno del contagio e catturare quegli effetti di spillovers (esternalità negative) tra le istituzioni finanziarie che sono caratteristiche peculiari del rischio sistemico. L’obiettivo di tutte queste misure alternative di rischio sistemico è quello di discriminare le istituzioni finanziarie nelle due categorie principali delle “SIFI” e delle “non SIFI” attraverso la costruzione di un ranking (secondo un ordine decrescente di livello di rischio) delle istituzioni che sia funzione del grado di contributo al rischio sistemico da parte di ciascuna istituzione. Maggiore è il contributo al rischio d’instabilità del sistema finanziario da parte di ciascuna istituzione, più alta sarà la sua posizione nel ranking e maggiore sarà il requisito addizionale di capitale richiesto a copertura delle perdite inattese dell’istituzione causate da una situazione di stress sofferta dall’istituzione stessa. Coerentemente con quanto espresso sopra, il primo capitolo di questo volume II dal titolo “Instabilità finanziaria globale: come governarla” della Collana di Finance & Development analizza proprio gli sviluppi scientifici in tema di stima del contributo al rischio sistemico delle istituzioni finanziarie soffermandosi su un approccio component, anziché marginal.
2017
Instabilità finanziaria globale: come governarla?
978-88-255-0717-1
Instabilità finanziaria globale, politiche macroiprudenziali, banche a rilevanza sistemica
02 Pubblicazione su volume::02c Prefazione/Postfazione
Prefazione / Di Clemente, Annalisa. - ELETTRONICO. - 2(2017), pp. 9-12. [10.4399/97888255071711].
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