I timori di una “Nuova Rivoluzione culturale” e le misure contro i media liberali nella Cina di Xi Jinping

Fifty years have passed since Mao Zedong launched the Cultural Revolution, a movement which plunged China into a decade of chaos. Some events which took place at the beginning of 2016 such as the attacks on Ren Zhiqiang for his criticism after President Xi Jinping speech on the Chinese media, and the death of a young environmentalist Lei Yang, while he was in police detention, started a debate about the possible comeback of the Cultural Revolution. According to the majority of opinions that appeared on the Chinese web it is not only probable, but it is already on the way. An idea which seems to be confirmed by the measures taken by Chinese authorities against some Chinese independent websites and liberal magazines, including the unexpected management takeover at the reform-minded political journal “Yanhuang Chunqiu” and the closure of outspoken analysis website “ConsenusNet”.

Cinquanta anni sono passati da quando Mao Zedong lanciò la Rivoluzione culturale, un movimento che fece precipitare la Cina in un decennio di caos. Alcuni eventi che hanno avuto luogo all'inizio del 2016, come gli attacchi a Ren Zhiqiang per le sue critiche a seguito del discorso di Xi Jinping sui media cinesi e la morte di un giovane ambientalista, Lei Yang, mentre era in custodia della polizia, hanno fatto emergere un dibattito sul possibile ritorno della Rivoluzione culturale. Secondo la maggior parte delle opinioni apparse sul web cinese, ciò non solo è probabile, ma è già in atto. Idea che sembra essere confermata dalle misure prese dalle autorità cinesi contro alcuni siti cinesi indipendenti e riviste liberali, tra cui l'inaspettata riorganizzazione della dirigenza del periodico "Yanhuang Chunqiu" e la chiusura della piattaforma digitale "ConsensusNet".