Ciò che colpisce chiunque visiti le chiese medievali della Tuscia, come d’altronde di tante altre località del Mediterraneo, è l’altissimo numero di colonne e di elementi della struttura muraria reimpiegati, sia all’interno delle navate sia nelle cripte. Anzi spesso sono proprio le colonne a conservarsi nella posizione originaria nonostante gli edifici in cui sono messe in opera abbiano subito modificazioni e trasformazioni. Col presente contributo si vuole innanzitutto superare una visione iconografico-iconologica in quanto questa restringe di fatto solo all’ambito della legittimazione politica che accompagna ogni forma di rinascita dell’antico anche l’uso di spolia quali le colonne e le parti di elementi architettonici come architravi, cornici e altri elementi decorati e non. Essi rientrano spesso in una visione più semplice di comunicazione visiva basata sul sentimento comune dell’antico che si aveva nell’epoca medievale. Per questo si parlerà di ‘senso comune dell’antico’, per esprimere appunto questo patrimonio di informazioni che possiamo definire anche preconscio ma che senza il quale evidentemente il linguaggio, anche quello per sole immagini, non può essere compreso.

Il cantiere della cripta della cattedrale di Nepi. Disposizione delle colonne, reimpieghi e officine / Esposito, Daniela; PENSABENE PEREZ, Patrizio. - STAMPA. - unico(2017), pp. 75-128.

Il cantiere della cripta della cattedrale di Nepi. Disposizione delle colonne, reimpieghi e officine

Daniela Esposito;Patrizio Pensabene
2017

Abstract

Ciò che colpisce chiunque visiti le chiese medievali della Tuscia, come d’altronde di tante altre località del Mediterraneo, è l’altissimo numero di colonne e di elementi della struttura muraria reimpiegati, sia all’interno delle navate sia nelle cripte. Anzi spesso sono proprio le colonne a conservarsi nella posizione originaria nonostante gli edifici in cui sono messe in opera abbiano subito modificazioni e trasformazioni. Col presente contributo si vuole innanzitutto superare una visione iconografico-iconologica in quanto questa restringe di fatto solo all’ambito della legittimazione politica che accompagna ogni forma di rinascita dell’antico anche l’uso di spolia quali le colonne e le parti di elementi architettonici come architravi, cornici e altri elementi decorati e non. Essi rientrano spesso in una visione più semplice di comunicazione visiva basata sul sentimento comune dell’antico che si aveva nell’epoca medievale. Per questo si parlerà di ‘senso comune dell’antico’, per esprimere appunto questo patrimonio di informazioni che possiamo definire anche preconscio ma che senza il quale evidentemente il linguaggio, anche quello per sole immagini, non può essere compreso.
2017
Archeologia e Storia a Nepi III
9788898178902
reimpiego; Viterbo; medioevo; cantiere; tecniche costruttive; recupero; riciclo; materiali da costruzione; cripta
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il cantiere della cripta della cattedrale di Nepi. Disposizione delle colonne, reimpieghi e officine / Esposito, Daniela; PENSABENE PEREZ, Patrizio. - STAMPA. - unico(2017), pp. 75-128.
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