The liminality of childhood, the particular and not always coherent status of newborn/child in Ancient Mediterranean and Near Eastern Civilizations, their often uncertain religious characterization allow to enlighten specific features of ancient mentality not without long-term influences. In particular, the research will be carried, in the context of the ancient world, on specific topics such as the beginning of life (natural / cultural), the premature deaths, the "treatment" of the child aiming at the cultural control of its development, its formation/education at the sacral level and its inclusion in the social group. The articles collected in the book focus on the Child’s body as a cultural product, the “place” of agentivity and at the same time the outcome of discursive practices and symbolic representations. The chronological-geographical and cultural arc is very large: from Near ancient east to late ancient Christianity, and beyond, to the ancient Anglo-Saxon world. A multi-disciplinary perspective characterizes this research, which has called to meet philology, archeology, epigraphy, history of law, religious and historical studies.

La liminalità dell’infanzia, lo statuto particolare e non sempre coerente degli infanti/fanciulli presso le culture del Mediterraneo e Vicino Oriente antico, la loro spesso incerta caratterizzazione religiosa consentono di illuminare tratti specifici di mentalità remote, non privi di influssi di lunga durata. In particolare, un’indagine condotta sulle tematiche dell’inizio vita (naturale/culturale), delle morti premature, del “trattamento” del fanciullo finalizzato al controllo culturale del suo sviluppo, alla sua formazione sul piano sacrale, all’inserimento nel gruppo sociale, al valore metaforico che spesso assumono i riferimenti alla prima aetas fornisce informazioni importanti sulla percezione dell’infanzia e sul ruolo da essa ricoperto all’interno del mondo antico. I contributi raccolti nel volume si focalizzano intorno al corpo del bambino, considerato quale “prodotto culturale”, luogo della “agentività” e al tempo stesso esito di pratiche discorsive e rappresentazioni simboliche. Ampio è l’arco cronologico e geografico-culturale: dall’ambito vicino-orientale sino al Tardo antico cristiano e ancora oltre, sino all’antico mondo anglosassone. Ugualmente diversificato il ventaglio disciplinare, che ha chiamato ad incontrarsi filologia, archeologia, epigrafia, storia del diritto, studi storico-religiosi.

Il corpo del bambino tra realtà e metafora nelle culture antiche / Capomacchia, Anna Maria Gloria; Zocca, Elena. - STAMPA. - (2017).

Il corpo del bambino tra realtà e metafora nelle culture antiche

CAPOMACCHIA, Anna Maria Gloria;ZOCCA, Elena
2017

Abstract

The liminality of childhood, the particular and not always coherent status of newborn/child in Ancient Mediterranean and Near Eastern Civilizations, their often uncertain religious characterization allow to enlighten specific features of ancient mentality not without long-term influences. In particular, the research will be carried, in the context of the ancient world, on specific topics such as the beginning of life (natural / cultural), the premature deaths, the "treatment" of the child aiming at the cultural control of its development, its formation/education at the sacral level and its inclusion in the social group. The articles collected in the book focus on the Child’s body as a cultural product, the “place” of agentivity and at the same time the outcome of discursive practices and symbolic representations. The chronological-geographical and cultural arc is very large: from Near ancient east to late ancient Christianity, and beyond, to the ancient Anglo-Saxon world. A multi-disciplinary perspective characterizes this research, which has called to meet philology, archeology, epigraphy, history of law, religious and historical studies.
2017
La liminalità dell’infanzia, lo statuto particolare e non sempre coerente degli infanti/fanciulli presso le culture del Mediterraneo e Vicino Oriente antico, la loro spesso incerta caratterizzazione religiosa consentono di illuminare tratti specifici di mentalità remote, non privi di influssi di lunga durata. In particolare, un’indagine condotta sulle tematiche dell’inizio vita (naturale/culturale), delle morti premature, del “trattamento” del fanciullo finalizzato al controllo culturale del suo sviluppo, alla sua formazione sul piano sacrale, all’inserimento nel gruppo sociale, al valore metaforico che spesso assumono i riferimenti alla prima aetas fornisce informazioni importanti sulla percezione dell’infanzia e sul ruolo da essa ricoperto all’interno del mondo antico. I contributi raccolti nel volume si focalizzano intorno al corpo del bambino, considerato quale “prodotto culturale”, luogo della “agentività” e al tempo stesso esito di pratiche discorsive e rappresentazioni simboliche. Ampio è l’arco cronologico e geografico-culturale: dall’ambito vicino-orientale sino al Tardo antico cristiano e ancora oltre, sino all’antico mondo anglosassone. Ugualmente diversificato il ventaglio disciplinare, che ha chiamato ad incontrarsi filologia, archeologia, epigrafia, storia del diritto, studi storico-religiosi.
Infanzia, Corpo, Metafora, Mediterraneo antico, Vicino Oriente antico
Capomacchia, Anna Maria Gloria; Zocca, Elena
06 Curatela::06a Curatela
Il corpo del bambino tra realtà e metafora nelle culture antiche / Capomacchia, Anna Maria Gloria; Zocca, Elena. - STAMPA. - (2017).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1018247
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