IL PROGETTO DEL SISTEMA CONNETTIVO NEI CONTESTI NATURALI SUBURBANI IN ITALIA. La qualità della vita urbana è strettamente legata alla presenza di risorse. La natura, risorsa per eccellenza in quanto bene che rinasce, con proprie regole, dalla sua stessa matrice, si arricchisce di valori d’uso ed acquisisce funzioni sociale e collettiva. Il cittadino può contribuire alle politiche di gestione del verde urbano, in forma spontanea o strutturata come ad esempio negli horti urbani, alla comunicazione dei propri bisogni e alla raccolta volontaria di dati socio-ambientali. Ciò può avvenire grazie ad Organizzazioni di Cittadinanza Scientifica come da Progetto Europeo Socientize nell’ambito dei Citizen Science. Grazie a questa nuova condivisione sociale, il progettista può condividere la banca dati per gli studi dei Servizi Ecosistemici ed indirizzare la progettazione della conservazione dinamica degli elementi in modo da riconnettere la natura alla città, gestendo lo sviluppo tra risorsa e consumo e tra beneficio e scarto. Nel sistema connettivo delle fasce di margine tra agricoltura ed insediamenti, si pone il problema dei confini del progetto del sistema di rete nella permeabilità all’esterno e difficoltà di implicazioni amministrative. Nell’ambito della scala locale, ponendo l’attenzione all’aspetto arboreo, si evidenzia come ci sia una disomogeneità di alberi fuori foresta nonostante si cerchi di ordinare il verde urbano con una classificazione di tipologie basate su diffusione, dimensione, accessibilità, funzione. La recente teoria di ecologia del paesaggio Biologico-cointegrato, vede il paesaggio come un sistema complesso co-adattativo, che integra 3 livelli di organizzazione biologica (biotico, spaziale e funzionale) attraverso il concetto di eco-tessuto. Tale ottica può meglio interpretare il fragile equilibrio dinamico sottoposto a perturbazioni di origine sia naturale che antropica; può individuare le sinergie e gli antagonismi tra gli utenti delle diverse tipologie di verde; la capacità di gestire il verde urbano; la presenza di aree protette o da proteggere in città. Nella visione di sistema, il metodo di connessione segue comunque la logica della differenza, della ricchezza, della diversità biologica e culturale e quindi della maggior possibilità tra alternative. Ricucire continuità tra quartieri, valorizzare spazi degradati attraverso la cura di luoghi da parte degli abitanti, significa metabolizzare la resilienza per assecondare la co-identità tra luogo e il cittadino: la configurazione spaziale è sia fisica che immateriale.

Il Progetto del Sistema Connettivo nei contesti naturali suburbani in Italia / Stivali, Claudia. - (2017).

Il Progetto del Sistema Connettivo nei contesti naturali suburbani in Italia

Stivali Claudia
2017

Abstract

IL PROGETTO DEL SISTEMA CONNETTIVO NEI CONTESTI NATURALI SUBURBANI IN ITALIA. La qualità della vita urbana è strettamente legata alla presenza di risorse. La natura, risorsa per eccellenza in quanto bene che rinasce, con proprie regole, dalla sua stessa matrice, si arricchisce di valori d’uso ed acquisisce funzioni sociale e collettiva. Il cittadino può contribuire alle politiche di gestione del verde urbano, in forma spontanea o strutturata come ad esempio negli horti urbani, alla comunicazione dei propri bisogni e alla raccolta volontaria di dati socio-ambientali. Ciò può avvenire grazie ad Organizzazioni di Cittadinanza Scientifica come da Progetto Europeo Socientize nell’ambito dei Citizen Science. Grazie a questa nuova condivisione sociale, il progettista può condividere la banca dati per gli studi dei Servizi Ecosistemici ed indirizzare la progettazione della conservazione dinamica degli elementi in modo da riconnettere la natura alla città, gestendo lo sviluppo tra risorsa e consumo e tra beneficio e scarto. Nel sistema connettivo delle fasce di margine tra agricoltura ed insediamenti, si pone il problema dei confini del progetto del sistema di rete nella permeabilità all’esterno e difficoltà di implicazioni amministrative. Nell’ambito della scala locale, ponendo l’attenzione all’aspetto arboreo, si evidenzia come ci sia una disomogeneità di alberi fuori foresta nonostante si cerchi di ordinare il verde urbano con una classificazione di tipologie basate su diffusione, dimensione, accessibilità, funzione. La recente teoria di ecologia del paesaggio Biologico-cointegrato, vede il paesaggio come un sistema complesso co-adattativo, che integra 3 livelli di organizzazione biologica (biotico, spaziale e funzionale) attraverso il concetto di eco-tessuto. Tale ottica può meglio interpretare il fragile equilibrio dinamico sottoposto a perturbazioni di origine sia naturale che antropica; può individuare le sinergie e gli antagonismi tra gli utenti delle diverse tipologie di verde; la capacità di gestire il verde urbano; la presenza di aree protette o da proteggere in città. Nella visione di sistema, il metodo di connessione segue comunque la logica della differenza, della ricchezza, della diversità biologica e culturale e quindi della maggior possibilità tra alternative. Ricucire continuità tra quartieri, valorizzare spazi degradati attraverso la cura di luoghi da parte degli abitanti, significa metabolizzare la resilienza per assecondare la co-identità tra luogo e il cittadino: la configurazione spaziale è sia fisica che immateriale.
2017
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