L'analisi dettagliata dell'urna di Vel Rafi, un piccola opera funeraria di manifattura etrusca databile tra il III ed il II secolo a.C. - ritrovato alla fine dell'Ottocento nel contesto di Perugia ed attualmente collocato al Museo archeologico del capoluogo umbro – offre l’occasione di riproporre la descrizione dell’ipogeo della famiglia perugina dei Rafi, una tomba d’età ellenistica che ospitava quaranta sepolture, immediatamente smantellata dopo lo scavo archeologico per far spazio al cimitero di età moderna. Nell’osservazione dei partiti ornamentali dei cinerari principali che erano ordinatamente disposti all’interno della tomba - l’apparato decorativo dei quali viene descritto con precisi riferimenti al tema più generale dell’iconografia funeraria in Etruria – si nota che un’importanza maggiore era stata assegnata all’urna del capofamiglia, Vel. Difatti, il personaggio identificato nel bassorilievo collocato sulla parete dell’urna al di sotto del recumbente, sembrerebbe essere il defunto nella professione che aveva svolto durante la sua vita, l’architetto. I riferimenti a questa specifica attività, che in antichità rientrava nelle artes honestae e non in quelle liberales, sono più di uno. In primis, la regula, l’oggetto che il defunto tiene in mano al momento del passaggio verso al di là; ma anche la notevole presenza dell’architettura della porta retrostante, la quale simbolicamente segna il limes Averni e nella forma sembra ispirarsi all’architettura della fortificazione di Perugia, databile all’incirca nello stesso periodo in cui viene realizzata l’urna cineraria. Il contributo si chiude con una riflessione sulla figura professionale dell’architetto nel mondo antico, elaborata esaminando la letteratura.

Di professione architetto. Sull’urna di Vel Rafi, nel tentativo di restituire dignità ad un ipogeo dimenticato / Bigi, Daniele. - STAMPA. - (2017), pp. 39-48.

Di professione architetto. Sull’urna di Vel Rafi, nel tentativo di restituire dignità ad un ipogeo dimenticato

Daniele Bigi
2017

Abstract

L'analisi dettagliata dell'urna di Vel Rafi, un piccola opera funeraria di manifattura etrusca databile tra il III ed il II secolo a.C. - ritrovato alla fine dell'Ottocento nel contesto di Perugia ed attualmente collocato al Museo archeologico del capoluogo umbro – offre l’occasione di riproporre la descrizione dell’ipogeo della famiglia perugina dei Rafi, una tomba d’età ellenistica che ospitava quaranta sepolture, immediatamente smantellata dopo lo scavo archeologico per far spazio al cimitero di età moderna. Nell’osservazione dei partiti ornamentali dei cinerari principali che erano ordinatamente disposti all’interno della tomba - l’apparato decorativo dei quali viene descritto con precisi riferimenti al tema più generale dell’iconografia funeraria in Etruria – si nota che un’importanza maggiore era stata assegnata all’urna del capofamiglia, Vel. Difatti, il personaggio identificato nel bassorilievo collocato sulla parete dell’urna al di sotto del recumbente, sembrerebbe essere il defunto nella professione che aveva svolto durante la sua vita, l’architetto. I riferimenti a questa specifica attività, che in antichità rientrava nelle artes honestae e non in quelle liberales, sono più di uno. In primis, la regula, l’oggetto che il defunto tiene in mano al momento del passaggio verso al di là; ma anche la notevole presenza dell’architettura della porta retrostante, la quale simbolicamente segna il limes Averni e nella forma sembra ispirarsi all’architettura della fortificazione di Perugia, databile all’incirca nello stesso periodo in cui viene realizzata l’urna cineraria. Il contributo si chiude con una riflessione sulla figura professionale dell’architetto nel mondo antico, elaborata esaminando la letteratura.
2017
Dialogando. Studi in onore di Mario Torelli
978-884674960-4
architettura funeraria etrusca; fortificazioni; architetto; mondo antico
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Di professione architetto. Sull’urna di Vel Rafi, nel tentativo di restituire dignità ad un ipogeo dimenticato / Bigi, Daniele. - STAMPA. - (2017), pp. 39-48.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1017882
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