Il rapporto tra testo ed immagine è un campo di interesse molto ricco e talvolta poco esplorato. Nell’antichità le discipline umanistiche consideravano il testo l’unico strumento per descrivere modelli, indicando con il termine ἔκϕρασις la descrizione verbale di un’opera d’arte visiva, architettonica o scultorea. Ancora oggi, moltissimo del patrimonio archeologico si fonda su descrizioni di oggetti e luoghi sebbene la comunicazione di informazioni in questo settore sia sempre più legata alla costruzione di modelli 3D/2D. Questa ricerca vuole investigare i rapporti che intercorrono tra testo e categorie concettuali, descrizione e classificazione degli oggetti, ponendosi alcuni interrogativi: come rappresentare ciò che è soltanto descritto? È possibile denominare questa tipologia di dato come modelli 1D? Diventa interessante indagare su come la rappresentazione di un manufatto archeologico debba corrispondere a ciò che è descritto, e comprendere come tutti i vocaboli portino alla costruzione di modelli 2D/3D frutto di interpretazione ed interazione tra profili differenti. Lo studio presentato ha come oggetto il Santuario etrusco di Pyrgi, oggi quasi completamente scomparso. La ricostruzione virtuale proposta si basa sui dati tratti dalla documentazione archeologica disponibile, prevamentemente e dal De Architettura di Vitruvio, quasi esclusivamente testuali. Gli strumenti informatici e le tecniche per la modellazione digitale consentono di tradurre il testo in immagini, determinando in maniera oggettiva l’identità di elementi su cui è possibile proporre considerazioni critiche. I modelli ottenuti si pongono quindi come ostensione visiva di ciò che viene descritto sfruttando il carattere immediatamente percettivo che si ha nel passaggio dalla sfera verbale a quella figurativa.

Best Paper Award UID / Ippolito, Alfonso; Attenni, Martina. - (2016).

Best Paper Award UID

IPPOLITO, ALFONSO;Attenni Martina
2016

Abstract

Il rapporto tra testo ed immagine è un campo di interesse molto ricco e talvolta poco esplorato. Nell’antichità le discipline umanistiche consideravano il testo l’unico strumento per descrivere modelli, indicando con il termine ἔκϕρασις la descrizione verbale di un’opera d’arte visiva, architettonica o scultorea. Ancora oggi, moltissimo del patrimonio archeologico si fonda su descrizioni di oggetti e luoghi sebbene la comunicazione di informazioni in questo settore sia sempre più legata alla costruzione di modelli 3D/2D. Questa ricerca vuole investigare i rapporti che intercorrono tra testo e categorie concettuali, descrizione e classificazione degli oggetti, ponendosi alcuni interrogativi: come rappresentare ciò che è soltanto descritto? È possibile denominare questa tipologia di dato come modelli 1D? Diventa interessante indagare su come la rappresentazione di un manufatto archeologico debba corrispondere a ciò che è descritto, e comprendere come tutti i vocaboli portino alla costruzione di modelli 2D/3D frutto di interpretazione ed interazione tra profili differenti. Lo studio presentato ha come oggetto il Santuario etrusco di Pyrgi, oggi quasi completamente scomparso. La ricostruzione virtuale proposta si basa sui dati tratti dalla documentazione archeologica disponibile, prevamentemente e dal De Architettura di Vitruvio, quasi esclusivamente testuali. Gli strumenti informatici e le tecniche per la modellazione digitale consentono di tradurre il testo in immagini, determinando in maniera oggettiva l’identità di elementi su cui è possibile proporre considerazioni critiche. I modelli ottenuti si pongono quindi come ostensione visiva di ciò che viene descritto sfruttando il carattere immediatamente percettivo che si ha nel passaggio dalla sfera verbale a quella figurativa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1014612
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