Una educazione linguistica realmente democratica è plastica: preve-de che i sistemi formativi siano in grado di adattarsi ai mutamenti so-ciali, culturali e alle scoperte scientifiche relative ai sistemi di apprendimento e che i mutamenti nel panorama linguistico si traducano in innovazioni e aperture al cambiamento nell'insegnamento della lingua. Se in educazione in generale e nell'e-ducazione linguistica in particolare volessimo essere equi, nel senso tecnico specialistico del termine, dovremmo concentrare i nostri sforzi nella progettazione e realizzazione di percorsi di apprendimento-insegnamento, centrati sui concreti soggetti che partecipano al processo. E si tratta di un concetto proprio della riflessione educativa ormai da tempo (Lucisano, Salerni, Sposetti 2013). Oggi l'idea che la didattica debba essere centrata sull'apprendimento e, dunque, sull'allievo e che la stessa professione insegnante sia radicalmente mutata (Altet, Charlier, Paquay, Perre-noud 2006, Altet 2016, Iobbi e Magnoler 2015, Perla 2015) è ben recepita soprattutto dalla riflessione educativa. Ma non solo.
Per un'educazione linguistica (democratica) / Sposetti, Patrizia. - STAMPA. - 7(2017), pp. 145-156.
Per un'educazione linguistica (democratica)
SPOSETTI, PATRIZIA
2017
Abstract
Una educazione linguistica realmente democratica è plastica: preve-de che i sistemi formativi siano in grado di adattarsi ai mutamenti so-ciali, culturali e alle scoperte scientifiche relative ai sistemi di apprendimento e che i mutamenti nel panorama linguistico si traducano in innovazioni e aperture al cambiamento nell'insegnamento della lingua. Se in educazione in generale e nell'e-ducazione linguistica in particolare volessimo essere equi, nel senso tecnico specialistico del termine, dovremmo concentrare i nostri sforzi nella progettazione e realizzazione di percorsi di apprendimento-insegnamento, centrati sui concreti soggetti che partecipano al processo. E si tratta di un concetto proprio della riflessione educativa ormai da tempo (Lucisano, Salerni, Sposetti 2013). Oggi l'idea che la didattica debba essere centrata sull'apprendimento e, dunque, sull'allievo e che la stessa professione insegnante sia radicalmente mutata (Altet, Charlier, Paquay, Perre-noud 2006, Altet 2016, Iobbi e Magnoler 2015, Perla 2015) è ben recepita soprattutto dalla riflessione educativa. Ma non solo.File | Dimensione | Formato | |
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