Introduzione: La valutazione clinimetrica consiste in una peculiare analisi metodologica multidimensionale, tanto quantitativa (numericostatistica) quanto qualitativa (clinico-osservativa), finalizzata all’individuazione dei fattori psicologico-clinici in grado di esercitare un’azione determinante sui più significativi esiti prognostici (sia eziologici, sia terapeutici) di qualsiasi malattia medico-internistica, comprese le patologie neurologiche. Lo studio ha l’obiettivo principale di riportare le più rilevanti (in termini sia di trattamento medico, sia di inquadramento diagnostico) implicazioni cliniche derivanti da un assessment clinimetrico in ambito neurologico. Metodi: è stata realizzata una revisione sistematica della letteratura, in base ai criteri internazionali di ricerca stabiliti dalle linee guida PRISMA. Al riguardo, immettendo, all’interno dei motori di ricerca utilizzati, specifiche parole chiave, combinate tra loro attraverso i Boolean operators “AND” e “OR”, sono stati analizzati e selezionati, in linea con i criteri di inclusione ed esclusione previsti, solo gli studi di ricerca (sistematicamente identificati su Scopus, Web of Science, PubMed, PsycINFO e Google Scholar) che indagavano i potenziali esiti clinici della clinimetria in neurologia. Risultati: dagli studi di ricerca ritrovati in letteratura e inclusi all’interno della review sistematica, emerge che, rispetto ad un metodo psicometrico classico, l’innovativo approccio clinimetrico ha il vantaggio principale di individuare fattori clinici subsindromici e sotto soglia in grado di influenzare aspetti sintomatologici centrali sia nell’epilessia primaria (differenziando tra attacchi epilettici e attacchi di panico), sia nella malattia di Parkinson (distinguendo tra i sintomi neurodegenerativi motori e non del PD rispetto ai meccanismi di somatizzazione). Conclusioni: Il metodo clinimetrico permette una valutazione scientifica dei fattori clinici che contribuiscono a determinare il complesso quadro sintomatologico, tanto biologico-organico quanto psicologico-clinico, di patologie neurologiche come l’epilessia e il Parkinson, differenziando, da un lato, il diverso peso relativo esercitato dalle dimensioni fisiopatologiche rispetto a quelle psicopatologiche, ed evidenziando, dall’altro, l’inseparabilità, rispetto agli outcome clinici, delle componenti psicosomatiche e somatopsichiche.

La rilevanza clinica della valutazione clinimetrica in ambito neurologico / Patierno, Chiara; Carrozzino2, Danilo; Fulcheri3, Mario. - STAMPA. - (2016), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno 43° Congresso della Società Italiana di Psicoterapia Medica. La dimensione psicoterapeutica in Sanità. La relazione col paziente come strumento base di ogni cura tenutosi a Università "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, Chieti, Italia nel 9-12 Giugno, 2016).

La rilevanza clinica della valutazione clinimetrica in ambito neurologico

PATIERNO, CHIARA;
2016

Abstract

Introduzione: La valutazione clinimetrica consiste in una peculiare analisi metodologica multidimensionale, tanto quantitativa (numericostatistica) quanto qualitativa (clinico-osservativa), finalizzata all’individuazione dei fattori psicologico-clinici in grado di esercitare un’azione determinante sui più significativi esiti prognostici (sia eziologici, sia terapeutici) di qualsiasi malattia medico-internistica, comprese le patologie neurologiche. Lo studio ha l’obiettivo principale di riportare le più rilevanti (in termini sia di trattamento medico, sia di inquadramento diagnostico) implicazioni cliniche derivanti da un assessment clinimetrico in ambito neurologico. Metodi: è stata realizzata una revisione sistematica della letteratura, in base ai criteri internazionali di ricerca stabiliti dalle linee guida PRISMA. Al riguardo, immettendo, all’interno dei motori di ricerca utilizzati, specifiche parole chiave, combinate tra loro attraverso i Boolean operators “AND” e “OR”, sono stati analizzati e selezionati, in linea con i criteri di inclusione ed esclusione previsti, solo gli studi di ricerca (sistematicamente identificati su Scopus, Web of Science, PubMed, PsycINFO e Google Scholar) che indagavano i potenziali esiti clinici della clinimetria in neurologia. Risultati: dagli studi di ricerca ritrovati in letteratura e inclusi all’interno della review sistematica, emerge che, rispetto ad un metodo psicometrico classico, l’innovativo approccio clinimetrico ha il vantaggio principale di individuare fattori clinici subsindromici e sotto soglia in grado di influenzare aspetti sintomatologici centrali sia nell’epilessia primaria (differenziando tra attacchi epilettici e attacchi di panico), sia nella malattia di Parkinson (distinguendo tra i sintomi neurodegenerativi motori e non del PD rispetto ai meccanismi di somatizzazione). Conclusioni: Il metodo clinimetrico permette una valutazione scientifica dei fattori clinici che contribuiscono a determinare il complesso quadro sintomatologico, tanto biologico-organico quanto psicologico-clinico, di patologie neurologiche come l’epilessia e il Parkinson, differenziando, da un lato, il diverso peso relativo esercitato dalle dimensioni fisiopatologiche rispetto a quelle psicopatologiche, ed evidenziando, dall’altro, l’inseparabilità, rispetto agli outcome clinici, delle componenti psicosomatiche e somatopsichiche.
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