In Irlanda si vota, ma si governa?

On February 25, 2016, about over three million Irish were called to the polls to elect the 158 members of the Dail, the Lower House of the National Parliament, after the Premier Enda Kenny have asked and obtained from President Higgins, the early dissolution of the Oireachtas and the calling of early elections with the hope of providing the country a "stable government" to protect the economy. The results of the vote expressed in Ireland following the austerity period carried out by Enda Kenny's government has reproduced what has already happened in other European countries such as Spain and Portugal, not allowing any of the two parties that for years dominated the political landscape to obtain the 79 seats sufficient to achieve the absolute majority within the Dáil and form the new government. The study rebuilds the electoral campaign, the results of the vote, and the possible scenarios that might emerge in a country where Enda Kenny's reconfirmation as prime minister can not be defined as a true electoral triumph.

Il 26 febbraio 2016, poco più di tre milioni di irlandesi sono stati chiamati alle urne per eleggere i 158 membri del Dáil, la Camera bassa del Parlamento nazionale, dopo che il Premier Enda Kenny aveva chiesto e ottenuto dal Presidente della Repubblica Michael Higgins, lo scioglimento anticipato dell’Oireachtas e la convocazione di elezioni anticipate con la speranza di dare al Paese « un governo stabile » per proteggere l’economia. I risultati del voto espresso in Irlanda a seguito del periodo di austerity portato avanti dal Governo di Enda Kenny ha riprodotto quanto già accaduto in altri Paesi europei come Spagna e Portogallo, non permettendo a nessuno dei due partiti che da anni dominano il panorama politico di ottenere i 79 seggi sufficienti per ottenere la maggioranza assoluta all’interno del Dáil e formare il nuovo Governo. Il lavoro ricostruisce pertanto la campagna elettorale, i risultati del voto e i possibili scenari che potranno emergere in un Paese in cui la riconferma di Enda Kenny come Primo Ministro non può definirsi come un vero e proprio trionfo elettorale.